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film del 1958 diretto da Giuseppe Bennati Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La mina è un film del 1958 diretto da Giuseppe Bennati.
La mina | |
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Elsa Martinelli e Antonio Cifariello in una scena del film | |
Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia, Spagna |
Anno | 1958 |
Durata | 90 min |
Dati tecnici | Ferraniacolor rapporto: 1,37:1 |
Genere | drammatico, sentimentale |
Regia | Giuseppe Bennati |
Soggetto | Giuseppe Bennati |
Sceneggiatura | Vicente Escrivá, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Giuseppe Mangione, Alberto Albani Barbieri, Ranieri Cochetti |
Produttore | Mario Cecchi Gori, Pablo Tallavi |
Produttore esecutivo | ispettori alla produzione Armando Morandi, Pio Angeletti, assistente alla produzione Giorgio Musco |
Casa di produzione | Maxima Film, Lux Film, Aspa Film |
Distribuzione in italiano | Lux Film |
Fotografia | Marco Scarpelli |
Montaggio | Franco Fraticelli |
Musiche | Carlo Rustichelli, dirette da Carlo Savina |
Scenografia | ambientazione Andrea Tomassi, architetto Mario Santovetti |
Costumi | Piero Tosi |
Trucco | Goffredo Rocchetti |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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In una notte di burrasca, un gruppo di pescatori forestieri viene tratto in salvo dagli abitanti di Porto Ercole, un piccolo paese marinaro. La loro barca è troppo danneggiata e non può essere riparata, ma si accordano con una persona del posto per venderla come relitto. Mentre i suoi compagni tornano a casa, Stefano è costretto a fermarsi in paese in attesa che vengano svolte le pratiche burocratiche per ottenere l'autorizzazione del Registro Marittimo alla vendita.
Stefano conosce Raffaele, detto l'Ardito, un pescatore del posto, senza una mano, che gli affitta un letto nella sua casa, e si invaghisce di Lucia, una bella ragazza orfana che vive con il fratellino Picchio. Ma Lucia è corteggiata anche da Nicola, il proprietario della Ionia, la locale società di pescherecci, che per allontanare il rivale gli offre lavoro su una delle sue barche.
Scoperto l'imbroglio, inizia lo scontro tra i due. Stefano avanza delle rivendicazioni sindacali in favore degli altri dipendenti di Nicola e, per ritorsione, Nicola fa cadere un'asse di legno sul collo di Stefano. Successivamente Stefano prende a pugni Nicola e quest'ultimo brucia il relitto che Stefano dovrebbe vendere.
Stafano si accorge che l'Ardito, aiutato da Picchio e da Lucia, effettua la pesca illegale utilizzando delle bombe per uccidere i pesci e, visto l'elevato rischio, vorrebbe convincerli a smettere. Intanto si scopre che nella rete di un peschereccio di Nicola è rimasta incagliata una mina risalente alla seconda guerra mondiale e Stefano, che è stato un sommozzatore, con grande fatica riesce a sganciarla.
Prima di essere fatta brillare dagli artificieri, la mina viene però rubata dall'Ardito e da Picchio che vorrebbero estrarne l'esplosivo per fabbricare le bombe per la pesca. Anziché aspettare uno specialista amico dell'Ardito, il piccolo Picchio si tuffa e comincia a smontare la mina. In difficoltà chiede aiuto all'Ardito, che gli salva la vita, ma salta in aria in seguito all'esplosione.
Mentre Stefano sta per ripartire, Lucia che fino ad allora gli aveva negato il suo amore, si decide finalmente a dichiararsi e i due possono rimanere a vivere insieme.
Il film è stato girato in parte negli Studi cinematografici Ponti-De Laurentiis. Alcuni esterni sono stati girati a Porto Ercole, frazione di Monte Argentario,[1] e ad Ansedonia, frazione di Orbetello[2]
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