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film del 1976 diretto da Jean Girault Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La gang dell'Anno Santo (L'année sainte) è un film del 1976 diretto da Jean Girault.
La gang dell'Anno Santo | |
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Una scena del film | |
Titolo originale | L'année sainte |
Paese di produzione | Francia, Italia |
Anno | 1976 |
Durata | 91 min |
Genere | commedia |
Regia | Jean Girault |
Soggetto | L. E. Galey, Jacques Vilfrid |
Sceneggiatura | L. E. Galey, Jacques Vilfrid, Bruno Corbucci |
Produttore | Gérard Beytout |
Casa di produzione | Tritone Cinematografica, Société Nouvelle de Cinématographie |
Distribuzione in italiano | C.I.D.I.F. |
Fotografia | Guy Suzuki |
Montaggio | Marie-Christine Lewin, Michel Lewin |
Musiche | Claude Bolling |
Scenografia | Sydney Bettex |
Costumi | Dafne Ciarrocchi |
Trucco | Jean-Pierre Eychenne |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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È l'ultimo film di Jean Gabin.
Max e Pierre evadono da un carcere francese con l'intento di raggiungere Roma, approfittando della massa dei pellegrini che affollano la città eterna durante l'Anno Santo, per dissotterrare un bottino di un miliardo di lire nascosto da Max nel giardino di una chiesetta molti anni prima. Per passare inosservati si travestono da prelati e si imbarcano su un aereo. Durante il viaggio l'aereo viene dirottato verso Tangeri da tre giovani che chiedono un riscatto di un milione di dollari. Riscattato il denaro, i tre fuggono a bordo di un'auto con Max come ostaggio, il quale però riesce a prendere il denaro e mettere in fuga i giovani. All'arrivo a Roma ad attenderli sono il commissario Barbier e il commissario Mazzola, che in cambio del riscatto e dell'atto eroico nel trattare coi dirottatori, concedono la fuga dei due. Giunti sul luogo della chiesetta romana non trovano più il giardino e la vecchia chiesetta è diventata una chiesa grande e moderna. Chiesti lumi al parroco questi dice loro di essere stata la volontà di Dio a far sì che un tuono colpisse l'albero di limoni sotto di cui era nascosto un tesoro, utilizzato per costruire la nuova chiesa.
Il film rappresenta una coproduzione italo-francese.
La sequenza iniziale contiene filmati d'archivio del Giubileo del 1975, compreso papa Paolo VI, salutante la folla dalla sedia gestatoria.
«Capelli bianchi, un viso tutto una ruga, una rispettabile pinguedine: ecco l'immagine che di Jean Gabin ha fissato questo suo ultimo film, non dissimile del resto dagli altri che l'attore ha stancamente interpretato negli ultimi anni: e, mentre la tv ci restituisce un favoloso Gabin, ecco la sua ombra mettere addosso agli spettatori meno giovani un brivido di tenerezza e di malinconia. Ma l'occhio, che ogni tanto ci guarda di sotto in su, è ancora vispo e insinua un filo d'ironia in una piatta storiella nella quale uno spunto interessante, come potrebbe essere il confronto tra banditi di vecchio e di nuovo stampo, si perde tra le tritaggini e i convenzionalismi. [...]»
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