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re di Spagna (r. 1975-2014) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Juan Carlos Alfonso Víctor María de Borbón y Borbón-Dos Sicilias (Roma, 5 gennaio 1938) è un reale spagnolo, re di Spagna dal 1975 al 2014, anno della sua abdicazione.
Juan Carlos I di Spagna | |
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Re Juan Carlos nel 2009 | |
Re di Spagna | |
In carica | 22 novembre 1975 – 19 giugno 2014 (38 anni e 209 giorni) |
Predecessore | Francisco Franco (reggente) |
Successore | Filippo VI |
Nome completo | in spagnolo: Juan Carlos Alfonso Víctor María de Borbón y Borbón-Dos Sicilias in italiano: Giovanni Carlo Alfonso Vittorio Maria di Borbone e Borbone-Due Sicilie |
Trattamento | Sua Maestà |
Altri titoli | Principe di Spagna (1969-1975) Principe delle Asturie (1941-1969) Infante di Spagna (1938-1941) vedi altri |
Nascita | Roma, 5 gennaio 1938 |
Casa reale | Borbone di Spagna |
Dinastia | Capetingi |
Padre | Giovanni di Borbone-Spagna |
Madre | Maria Mercedes di Borbone-Due Sicilie |
Consorte | Sofia di Grecia |
Figli | Elena Cristina Filippo VI |
Religione | Cattolicesimo |
Firma |
Nato a Roma il 5 gennaio 1938 in una palazzina in viale dei Parioli, 112, da Giovanni di Borbone-Spagna, conte di Barcellona e terzogenito maschio di Alfonso XIII, e da Maria Mercedes di Borbone-Due Sicilie, fu chiamato Juan Carlos Alfonso Víctor María de Borbón y Borbón-Dos Sicilias. Poco dopo la sua nascita, i suoi genitori si trasferirono a Villa Gloria, una casa di quattro piani nell'elegante quartiere Parioli di Roma. Venne battezzato il 26 gennaio nella cappella del Palazzo Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta a Roma dall'allora cardinale Eugenio Pacelli (futuro papa Pio XII). Fino al 1942 visse in Italia, poi si trasferì a Losanna in Svizzera dove risiedette fino al 1946.
Nel 1947 il caudillo Francisco Franco dichiarò formalmente la Spagna una monarchia e si autonominò reggente. Con la rinuncia alla successione da parte dei due figli maggiori di Alfonso XIII, nel 1948 Juan Carlos si trovò ad essere il primo figlio maschio dell'erede al trono Giovanni (don Juan), e fu trasferito a Madrid per essere educato in vista del futuro ripristino della monarchia. Così dal 1955 al 1959 frequentò le tre accademie militari spagnole.
Nel marzo 1956, mentre Juan Carlos e il fratello Alfonso si trovavano nella residenza dei genitori, Villa Giralda a Estoril, Alfonso morì accidentalmente per un colpo d'arma da fuoco, mentre puliva un revolver.[1] Alcune indiscrezioni volevano che la pistola al momento dello sparo fosse nelle mani di Juan Carlos,[2] altre che Alfonso si trovasse fuori dalla stanza e, nell'atto d'entrarvi, spinse la porta aperta, cosicché questa sbatté contro il braccio di Juan Carlos facendo partire il colpo.[3]
Il 14 maggio 1962 nella Cattedrale metropolitana dell'Annunciazione di Atene sposò la principessa Sofia di Grecia, sua cugina di terzo grado, figlia del re Paolo I di Grecia e di Federica di Hannover.
Dalla consorte Sofia ha avuto tre figli: le infante Elena e Cristina ed il Principe delle Asturie Filippo, erede al trono, diventato re dal 19 giugno 2014 in seguito alla sua abdicazione.
Nel giugno 1969 Franco indicò Juan Carlos invece del padre Giovanni come erede della corona spagnola. La nomina fu ratificata dalle Cortes Españolas il 22 luglio 1969 e il giovane principe accettò e prestò giuramento lo stesso giorno di osservare le Leggi fondamentali del Regno e i principi del Movimiento Nacional. Questo portò a una rottura per alcuni anni dei rapporti tra i due.
Il peso politico di Juan Carlos aumentò nel 1973 quando Franco, i cui problemi di salute si aggravavano, lo nominò capo di Stato supplente, e una prima volta assunse il ruolo di capo di Stato tra il 19 luglio e il 2 settembre 1974.
Assunse le funzioni provvisorie di capo dello Stato il 30 ottobre 1975 e dopo la morte di Franco, il 22 novembre, fu proclamato re di Spagna dalle Cortes Españolas e incoronato il 27 novembre. Solo il 14 maggio 1977, il padre don Juan, conte di Barcellona, rinunciò ufficialmente ai suoi diritti dinastici sul trono.
Il suo operato fu decisivo durante la transizione spagnola, che portò al ripristino della democrazia, con l'approvazione nel 1978 dell'attuale Costituzione democratica. Nel 1981 il sovrano si dimostrò deciso nello sventare un colpo di Stato organizzato da elementi della Guardia Civil e dell'esercito guidati dal tenente colonnello Antonio Tejero Molina, con un famoso discorso in televisione.
Nel 1986 Elisabetta II del Regno Unito invitò Juan Carlos a presenziare la prima visita di Stato di un Monarca spagnolo dopo oltre 80 anni (l’ultima era stata quella di Alfonso XIII nel 1905). Per attribuire a quel viaggio una particolare valenza simbolica e politica, e come riconoscimento della transizione della Spagna verso la democrazia, Juan Carlos fu il primo Monarca straniero a tenere un discorso presso il Parlamento britannico.
Nel 1998 fu il primo capo di Stato straniero a leggere un discorso al Parlamento Italiano. Non volendo creare polemiche in patria, il 28 ottobre 2007 preferì non partecipare alla beatificazione di quasi 500 martiri della guerra civile spagnola.
L'11 novembre 2007, durante il vertice ibero-americano, ebbe una discussione col presidente del Venezuela Hugo Chávez, il quale aveva interrotto ripetutamente il premier spagnolo in carica José Luis Zapatero accusando José María Aznar, predecessore di Zapatero, di essere "un fascista" (per il suo appoggio politico al golpe di Pedro Carmona Estanga contro lo stesso Chavez); Juan Carlos chiese al leader venezuelano di tacere dicendogli "¿Por qué no te callas?", frase che ebbe un grande impatto sociale.[4]
Grazie alla rigorosa istruzione ricevuta e ai vari viaggi compiuti, parla spagnolo, italiano, francese, catalano, portoghese e inglese.[senza fonte]
Il 2 giugno 2014 Mariano Rajoy annunciò la decisione di Juan Carlos di abdicare in favore del figlio Felipe. La scelta, poi, fu confermata dal re.[5] Il 18 giugno Juan Carlos firmò l'abdicazione.[6] L'indomani Filippo VI fu proclamato re di Spagna dinanzi alle Cortes, che il 18 giugno dello stesso anno avevano approvato una legge organica per ratificare la successione al trono[7]. Si trattava di una legge[8] che, tra l'altro, delimitava cronologicamente la durata dell'immunità dell'ex Capo dello Stato spagnolo[9], sancendo che non avrebbe potuto essere più invocata per i reati commessi a partire dal 19 giugno di quello stesso anno; in una riforma della legge organica della magistratura dell'11 luglio 2014, però, all'ex monarca è stato comunque riconosciuto il privilegio dell'aforamento, che lo sottopone (alla stregua di deputati, senatori, membri del governo e persino il vertice della magistratura) ad un tribunale legalmente superiore a quello ordinario[10].
Juan Carlos ha continuato ad avere un ruolo di rappresentante istituzionale. Nel dicembre 2015, ha partecipato all'insediamento del neoeletto presidente argentino Mauricio Macri come massimo rappresentante spagnolo.
Nel giugno 2019, l'ex re ha annunciato il suo ritiro dalle funzioni ufficiali.
Il 3 agosto 2020, con una lettera[11] al figlio, re Felipe, Juan Carlos ha annunciato la sua decisione di abbandonare la Spagna.[12] Secondo alcuni, il precipitoso esilio del re emerito ha lo scopo di allontanarsi dalla magistratura spagnola, a causa di presunti suoi fondi contenuti in paradisi fiscali, anche se i suoi legali hanno dichiarato che continua ad essere a disposizione della magistratura. Il 7 agosto la stampa spagnola ha riportato che il re emerito si trova presso l'hotel Emirate Palace di Abu Dhabi[13][14].
Al 3 marzo 2021 Juan Carlos ha pagato 4,4 milioni di euro per regolarizzare un debito fiscale derivante da dieci anni di voli su jet di una compagnia privata offerti dalla fondazione Zagatka, sede nel Liechtenstein, di proprietà del principe Álvaro de Orleans, cugino dell'ex re ed è sotto inchiesta da parte della magistratura spagnola e svizzera.[15]
Il 13 dicembre 2021 la procura di Ginevra ha deciso di archiviare l'inchiesta aperta sui beni dell'ex re in Svizzera, fra i quali, segnatamente, 100 milioni di dollari a lui versati dal Ministero delle finanze dell'Arabia Saudita. La procura ha reso noto che le indagini non hanno stabilito "in modo sufficiente un legame" fra la somma ricevuta dall'ex monarca spagnolo e "la conclusione dei contratti per la costruzione" di una linea ferroviaria ad alta velocità fra Medina e La Mecca. Gli inquirenti elvetici, oltre l'indagine per riciclaggio di denaro, avevano anche fatto verifiche su un versamento di 65 milioni di euro effettuato su un conto alle Bahamas di una società di Corinna zu Sayn-Wittgenstein, ex amante di Juan Carlos.
Il 2 marzo 2022 i magistrati spagnoli annunciano che le accuse di irregolarità fiscale all'ex re vengono archiviate per vari motivi: la prescrizione dei reati contestati, l'insufficienza di prove o il fatto che le presunte irregolarità indicate risalgano a periodi in cui Juan Carlos godeva di immunità essendo ancora sul trono di Spagna.[16]
Attualmente risiede sull'isola privata di Nourai, Abu Dhabi.
Il 24 marzo 2022 l'Alta Corte Britannica stabilisce che l'ex re non gode di immunità penale per il suo status di fronte alla giustizia del Regno Unito e dovrà quindi rispondere dell'accusa di molestie avanzata contro di lui dalla sua ex amante Corinna zu Sayn-Wittgenstein dinanzi a un tribunale di Londra. Tuttavia il 6 dicembre 2022 i giudici della Corte d'Appello di Inghilterra e Galles hanno accolto il ricorso dell'ex re riconoscendogli l'immunità fino al momento della sua abdicazione. Il tribunale ha accolto la richiesta dei legali dell'ex re secondo cui le sue azioni tra l'aprile 2012 e il 18 giugno 2014 non rientrano nella sua sfera privata, in quanto in quegli anni ricopriva ancora il ruolo di capo dello Stato della Spagna. Corinna Larssen ha accusato il re emerito di aver condotto una campagna di molestie psicologiche e spionaggio contro di lei con la complicità dell'allora direttore generale del Centro Nacional de Inteligencia Félix Sanz Roldán.
L'attuale costituzione spagnola si riferisce alla monarchia come corona de España (corona di Spagna) e il titolo costituzionale del sovrano è semplicemente rey/reina de España (re/regina di Spagna).[17] La legge costituzionale però accenna anche alla possibilità dell'uso degli altri titoli storici della monarchia iberica, senza tuttavia specificarli. Un decreto emanato il 6 novembre 1987[18] dal Consiglio dei ministri regola i titoli e il trattamento spettante ai membri della Casa reale: il sovrano ha il diritto di usare gli altri titoli appartenenti alla corona (El titular de la corona se denominará Rey o Reina de España y podrá utilizar los demás títulos que correspondan a la Corona, así como las otras dignidades nobiliarias que pertenezcan a la Casa Real). Contrariamente a quanto si crede, la serie completa dei titoli storici, che comprende oltre venti regni, non è attualmente in uso. L'insieme dei titoli feudali venne impiegato l'ultima volta nel 1836 da Isabella II di Spagna.
Juan Carlos aveva quindi, oltre al titolo di re di Spagna, i titoli di:
Dall'abdicazione, in Spagna, si è soliti appellare Juan Carlos come re emerito. Inoltre è Gran maestro emerito del Real Consiglio degli Ordini Militari.[19]
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