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film del 1967 diretto da Nanni Loy Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il padre di famiglia è un film del 1967 diretto da Nanni Loy.
Il padre di famiglia | |
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La scena del funerale in cui si vede Totò nella sua unica immagine del film, sostituito, causa morte, da Ugo Tognazzi. | |
Titolo originale | Il padre di famiglia |
Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1967 |
Durata | 110 minuti |
Genere | commedia |
Regia | Nanni Loy |
Soggetto | Giorgio Arlorio, Nanni Loy, Ruggero Maccari |
Sceneggiatura | Nanni Loy, Ruggero Maccari |
Casa di produzione | Ultra Film |
Fotografia | Armando Nannuzzi |
Montaggio | Franco Fraticelli |
Musiche | Carlo Rustichelli |
Scenografia | Carlo Egidi |
Costumi | Marcel Escoffier |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Due architetti, Marco e Paola, si conoscono nel dopoguerra e si sposano. Pur amandosi sono, con le rispettive famiglie, di vedute e mentalità differenti, ma presto Paola resta affascinata dalle idee socialiste e progressiste del marito. Dopo il matrimonio, Paola lascia il lavoro per dedicarsi ai quattro figli mentre Marco, sentendosi trascurato dalla moglie, coltiva una relazione con una collega. Dopo varie difficoltà nel crescere i bambini (con il cosiddetto metodo Montessori), Paola viene ricoverata in clinica per esaurimento nervoso, mentre Marco, che ancora la ama, torna alla propria famiglia, dopo una breve avventura sentimentale con un'avvenente ma superficiale amica di gioventù. Nell'ultima scena, alla richiesta di un funzionario del censimento se sia lui il capofamiglia, Marco non sa rispondere.
Il ruolo dell'anziano anarchico Romeo era stato assegnato originariamente a Totò, il quale però morì poco dopo l'inizio delle riprese. L'unica scena che riuscì a registrare fu quella del funerale del padre di Marco, girata a Roma il 13 aprile 1967 (Totò sarebbe morto due giorni dopo, il 15 aprile), presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci.
Per colmarne il ruolo vacante, la produzione scritturò dunque Ugo Tognazzi. Come si evince da alcune foto di scena,[1] alcune riprese e primi piani del funerale (quali quello del "saluto" alla bara), poi rifatte con Tognazzi, vedevano all'origine Totò, anche se è impossibile appurarne quantità e completezza. Il materiale infatti - dopo il taglio effettuato in fase di montaggio - risulta ad oggi ormai perduto. Tuttavia, a causa degli elevati costi impiegati per le comparse e per rendere omaggio alla memoria di Totò, la sua presenza è rimasta immortalata in due brevi fotogrammi delle scene di gruppo del funerale.
Il film, insieme a Capriccio all'italiana, costituisce l'ultima pellicola cinematografica in cui appare Totò anche se non accreditato.[1]
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