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raccolta di racconti scritti da H. G. Wells Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il bacillo rubato e altri casi è una raccolta di racconti di fantascienza di H. G. Wells, pubblicata nel novembre[1] 1895[2] dalla giovane ma già affermata casa editrice londinese Methuen & Co. Riunisce Il bacillo rubato (edito per la prima volta il 21 giugno 1894 sul periodico Pall Mall Budget) ed altri quattordici brevi racconti dello scrittore britannico apparsi fra il 1893 e il 1895 su varie pubblicazioni (Pall Mall Budget, Pall Mall Gazette, Black and White e The St. James's Gazette).
Il bacillo rubato e altri casi | |
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Titolo originale | The Stolen Bacillus and Other Incidents |
Altri titoli | Novelle straordinarie |
Copertina della prima pubblicazione in Italia de Il bacillo rubato e altri casi dal titolo Novelle straordinarie, Fratelli Treves Editori, 1905, Milano OCLC 937669292 | |
Autore | H. G. Wells |
1ª ed. originale | 1895 |
1ª ed. italiana | 1905 |
Genere | racconti |
Sottogenere | fantascienza |
Lingua originale | inglese |
Ambientazione | Londra
Sconosciuto
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Sarà proprio nel 1895 che Wells otterrà il successo dando alle stampe La macchina del tempo, La visita meravigliosa e Il bacillo rubato, considerate le sue prime opere rivolte al grande pubblico[3][4][5]. L'anno dell'affermazione letteraria di Wells coincide casualmente con l'anno di morte del suo maestro Thomas Henry Huxley[4][5][6] e con quello del matrimonio con la sua alunna Amy Catherine Robbins.[7][8][9]
In Italia la prima raccolta completa dei brevi racconti di Wells, verrà pubblicata nel 1905 con il titolo di Novelle straordinarie, dalla casa editrice Fratelli Treves Editori, Milano, i disegni in copertina e all'interno dell'opera, sono a cura di Celso Ondano.[10][11]
I racconti che compongono questa raccolta sono molto diversi fra loro, sia sul piano scientifico che su quello morale. A influire su tutti vi è però la serie di osservazioni tecniche e scientifiche che rendono ogni storia narrata emozionante e di parziale rilievo scientifico, viste le conoscenze dello scrittore in materia di zoologia e biologia.[12][13]
Alcuni argomenti trattati dall'autore saranno anche una rivelazione in campo letterario, essendo temi o rivisitazioni nuove e affascinanti. La critica è ormai unanime nel considerare i romanzi di Wells un'importante esperienza narrativa, ponendo lo scrittore, assieme a Jules Verne, come padre fondatore del romanzo scientifico.[N 1] Tutte le esperienze narrative, cresciute nel corso degli anni e fortemente percepibili nei romanzi e nei racconti del 1895, gettano le basi per la fantascienza contemporanea attraverso la dinamicità delle tematiche che spaziano dal racconto psicologico a quello realista in chiave psicologica, tra il sogno e la speculazione ideologica,[21].[22] arrivando alla critica sociale;[23][24] motivi che lo scrittore alimenterà per tutta la sua carriera letteraria.
Il seguente elenco si riferisce ai racconti raccolti nella prima edizione inglese del 1895.[25] Tra parentesi il titolo originale, la data della prima pubblicazione e il periodico sul quale sono state pubblicate.[N 2]
[46][47] Londra. In un caldo pomeriggio un batteriologo riceve la visita nel suo laboratorio di un uomo che si presenta con un biglietto d'invito da parte di un vecchio amico dello scienziato.
L'uomo, descritto come una persona magra, pallida e molle, dai capelli neri lisci, con dei profondi occhi grigi, nervoso e dall'espressione stralunata, s'interessa subito ai vetrini che lo scienziato mostra al microscopio. Sostituito uno di questi, il batteriologo mostra all'uomo pallido un preparato del bacillus del colera, narrandone nel frattempo le devastanti capacità distruttive.
L'uomo, preso da una sorta di morboso interesse rivolge diverse allusioni, per spingere il batteriologo a sbilanciarsi, tanto da rivelare all'estraneo che un virus attivo è tenuto proprio nel suo laboratorio, e fatti alcuni passi estrae l'ampolla in questione. Distratto dalla presenza della moglie Minnie che bussa delicatamente alla porta, lo scienziato si allontana, permettendo al suo ospite di afferrare l'ampolla.
Terminata la breve discussione con la moglie, lo scienziato torna al cospetto del suo ospite, che lo informa del terribile ritardo ad un appuntamento che aveva dimenticato. Affrettandosi ad uscire dal laboratorio, desta un sospetto nel batteriologo che notata l'assenza dell'ampolla si lancia all'inseguimento del magro uomo il quale, fermata una carrozza, parte in gran carriera.
Lo scienziato si accinge all'inseguimento, a sua volta inseguito dalla moglie, che lo crede impazzito, avendolo visto uscire di corsa in pantofole. Comincia così un inseguimento per le strade di Londra, con cocchieri allibiti dalla corsa delle tre carrozze che puntano scherzosamente scommesse sull'andamento dell'improvvisata gara.
Nel vedersi ormai raggiunto, l'ospite dello scienziato si sporge per incitare il cocchiere a frustare il cavallo, facendo così cadere l'ampolla all'interno della carrozza, che si spacca. Recuperata una parte dell'ampolla ancora contenente il bacillo, ne ingerisce il contenuto.
Vista ormai l'inutilità della fuga, il magro uomo fa fermare la carrozza, facendosi raggiungere dalla scienziato. Rivelatosi un anarchico, si allontana soddisfatto con lo stupore del batteriologo, che non si muove limitandosi a seguirlo con lo sguardo, mentre la moglie si avvicina portando con sé il vestiario che lo scienziato aveva lasciato al laboratorio.
Rompe infine il silenzio una buffa risata dello scienziato, che riferisce alla moglie che il bacillo che l'uomo ha ingerito altri non è che un suo preparato, che cambia il colorito di chi ne viene a contatto.
«I said it was Asiatic Cholera!And he ran away with it to poison the water of London, and he certainly might have made things look blue for this civilised city.[48][49][50][51][52]»
«Ebbene, da vero sciocco, gli ho detto che si trattava di colera asiatico! E quello è fuggito via portandolo con sé per avvelenare l’acqua di Londra. Fosse stato per lui, la nostra città, così civile, ne avrebbe viste, è il caso di dire, di ogni colore![53]»
«Comme un imbécile, j'ai dit que c'était le choléra asiatique.Mon visiteur s' est sauvé avec la fiole , pour empoisonner l'eau de Londres ; et il n'est pas douteux qu' il aurait pu faire changer la couleur de la peau de tous les habitants de cette ville civilisée.[54]»
«Come uno sciocco, gli dissi che si trattava di colera asiatico. Ed egli è scappato portandoselo via, per avvelenare l’acqua di Londra , e non vi è dubbio che per colpa sua quest nostra civile città ne avrebbe viste di tutti i colori![55]»
«»
[56] Winter-Wedderburn era solito frequentare con molta assiduità le vendite all'asta di piccole piante, la motivazione va forse ricercata nella speranza di scoprire una nuova varietà che avrebbe consacrato il nome del suo proprietario. Timido, solitario e inconcludente disponeva di una piccola somma che gli permetteva di vivere di rendita e di soddisfare il suo interesse per le orchidee, che coltivava in una serra.
Recatosi a Londra per partecipare ad una di queste aste Wedderbrun rientra a casa con della piccole piante, che mostra con entusiasmo alla sua governante. Per la prima volta era riuscito ad acquistare con ferma decisione gli esemplari, sentendosi sicuro delle sue scelte e convinto che i risultati della coltivazione raggiungano risultati sorprendenti. La sua euforia era in particolar modo data da una specie non identificata, un rizoma grinzoso trovato sotto il cadavere di Batten, un conoscente di Wedderbrun che raccoglieva orchidee nelle Andamane. Secondo la governante quell'ammasso di radici era orribile e sinistro, somigliante ad un ragno che fa il morto come lei stessa lo definisce.
Collocate le piante nella serra e trascorsi diversi giorni Wedderbrun perde gli esemplari acquistati all'asta, ad eccezione dell'orchidea trovata sotto il cadavere del conoscente, che mostra i primi risultati di ripresa, con lo spuntare delle prime gemme e le prime radici aeree. Sempre più entusiasmato dalla crescita dell'orchidea, la mostra alla governante, che ne rimane turbata notando le radici simili a lunghi tentacoli che le davano l'impressione di voler afferrare qualcosa, si ripromise di non mettere più piede nella serra per non rivedere quell'orribile pianta.
Recatosi nella serra qualche giorno dopo Wedderbrun si rese subito conto che la sua pianta prediletta era fiorita, sentendo nell'aria un nuovo odore, un effluvio denso terribilmente dolciastro. Direttosi con grande entusiasmo verso la pianta, vide tre grandi fiori bianchi con delle striature arancioni, e capì subito di trovarsi di fronte ad una nuova specie, vedendo coronato il suo sogno. L'aria era irrespirabile, il profumo emanato dall'orchidea divenne opprimente e la vista incominciò ad annebbiarsi.
Visto il ritardo di Wedderbrun alla tradizionale pausa the, la governante si reca alla serra convinta che il morboso interesse per la pianta avesse fatto dimenticare all'uomo il consueto appuntamento.
Giunta nella serra la governante scorge l'uomo sdraiato a terra:
«He was lying, face upward, at the foot of the strange orchid. The tentacle-like aerial rootlets no longer swayed freely in the air, but were crowded together, a tangle of grey ropes, and stretched tight, with their ends closely applied to his chin and neck and hands.[40][42][48][49][58]»
«Egli giaceva supino, ai piedi della strana orchidea. Le piccole radici aeree non erano più antenne sospese e oscillanti; erano invece tutte ammassate, come un groviglio di corde grigie, ed erano rigidamente tese, con le cime che aderivano strettamente al mento, al collo e alle mani dell'uomo[53].»
«»
Con grande sforzo la donna tenta di strappare Wedderbrun dai tentacoli della pianta. Sentendosi svenire per via dell'opprimente profumo che infesta la serra, la donna è costretta ad uscire per riprendere fiato. Decisa nell'impresa di strappare l'uomo dalla pianta, che sembra nutrirsi del sangue, spacca una delle finestre della serra, facendo così circolare l'aria ed entrata con determinazione porta l'uomo e la pianta, ancora avvinghiata alla vittima all'esterno. Liberato l'uomo dalla tenace presa della pianta lo allontana da essa, e mandando a chiamare il dottor Haddon, presta i primi soccorsi a Weddenbrun.
Il giorno seguente della strana orchidea resta ben poco, i fiori rinsecchiti e il gambo putrescente è il quadro che si mostra agli occhi della governante, mentre Weddebrun racconta fiero della sua avventura.
[4] L'assistente Woodhouse contemplava la calda e scura notte tropicale del Borneo prima di recarsi all'osservatorio per sostituire l'astronomo Thaddy che, febbricitante, restava riguardato a letto.
L'osservatorio, situato su uno sperone di roccia in cima al monte, dista circa una cinquantina di metri dalla casa dell'astronomo e del suo assistente, e poco più dalle capanne del loro personale indigeno, dalle quali Woodhouse poteva sentire a intervalli le voci e le risa, alternate dalle grida di strani animali che abitano, nei pendii circostanti, la vergine foresta tropicale, vista dall'assistente come un paese delle meraviglie, un insieme di punti interrogativi e di strane scoperte, una sorta di tesoro per ogni naturalista.
Cosparso di unguento per evitare le punture di zanzare, Woodhouse si accingeva a raggiungere l'osservatorio, guidato dal barlume di luce emesso dalla sua piccola lanterna, che gli apriva la strada tra le nere ombre gettate su di lui dalla foresta. Il pensiero della veglia solitaria, e della scomoda posizione che avrebbe dovuto assumere per osservare la volta celeste, lo fece sospirare prima di entrare nell'osservatorio per svolgere l'inconsueto lavoro.
Presa posizione sullo scomodo attrezzo di legno orizzontale che gli permetteva di osservare il cielo e regolata la direzione del telescopio attraverso un fitto intrico di viti e manovelle, Woodhouse mise in funzione il movimento a orologeria che permetteva di seguire un gruppetto di stelle della Via Lattea in cui il suo superiore aveva visto, o aveva creduto di vedere, una notevole variabilità di colore.
Continuando a scrutare la volta celeste, Woodhouse venne distratto per un attimo da un lampo nero e, prima ancora di formulare un'ipotesi sulla stranezza, una serie di colpi risuonò sulla cupola. Una vaga forma nera, accompagnata da una specie di batter d'ali, sembrava voler entrare dalla feritoia dell'osservatorio, facendo balzar in piedi l'assistente.
Qualcosa sfrecciò davanti alla feritoia, facendo oscillare il telescopio, informando Woodhouse che la creatura alata era all'interno dell'osservatorio. La bottiglia che l'assistente aveva appoggiato sopra un tavolo vicino al telescopio cadde, finendo in pezzi e facendogli capire che la creatura svolazzava attorno alla sua postazione. Incuriosito dalla strana creatura, Woodhouse accese un fiammifero e un attimo dopo si trovò a terra, colpito alla tempia dalla grande ala dello strano volatile e graffiato sulla guancia da un grosso artiglio, riuscendo a notare solo un barlume di pelo grigio.
Voltatosi a faccia in giù per riparare gli occhi, che si sentiva istintivamente minacciati, avverti un colpo alla schiena; il lacerarsi della stoffa portò Woodhouse a ripararsi tra il sedile e il telescopio, lasciando liberi i piedi con i quali poteva scalciare per allontanare la bestia, che riuscì ad azzannare la caviglia dello sventurato assistente, bloccandola con dei piccoli denti aguzzi. Afferrata la bottiglia precedentemente caduta dal tavolo, Woodhouse, menando botte all'aria, colpì ripetutamente la grossa creatura che, lasciata la presa, si rifugiò nella penombra dell'osservatorio. La creatura si mise quindi ad arrampicarsi sulla parete, uscendo dalla feritoia da dove era entrata.
Dopo essere svenuto, Woodhouse riaprì gli occhi trovandosi di fronte il viso di Thaddy, che gli aveva prestato le cure necessarie. All'assistente non restò altro che raccontare l'incredibile storia al suo superiore.
«It was more like a big bat than anything else in the world. It had sharp, short ears, and soft fur, and its wings were leathery. Its teeth were little but devilish sharp, and its jaw could not have been very strong or else it would have bitten through my ankle.[48][49][60][61][62][63]»
«Somigliava ad un grande pipistrello, più che a qualsiasi cosa al mondo.Aveva orecchie brevi ed aguzze, pelo morbido, e le sue ali somigliavano a cuoio. I denti erano piccoli, ma diabolicamente acuminati; la mascella, però, non doveva essere fortissima, altrimenti mi avrebbe perforato la caviglia.[53]»
«»
[64] Alcuni segreti sulla tassidermia, è questo che Bellows sta per ascoltare da un imbalsamatore di animali in un momento di espansione, più precisamente tra il primo ed il quarto bicchiere di whisky, momento in cui un uomo non è ancora sbronzo ma si concede senza problemi a rivelare apertamente ciò che pensa. Entrambi gli uomini si trovavano accomodati in un piccolo salotto, che fungeva da antro, biblioteca e camera da prenzo contemporaneamente, diviso per mezzo di un separé in perline da quello che agli occhi di Bellows semprava essere il rumoroso studio-laboratorio dove l'imbalsamatore esercitava il suo mestiere.
L'imbalsamatore sedeva su di una sedia a sdraio, e regolarmente dava dei colpi con le pantofole in punto croce, diventate ormai dei sandali, ai pezzi recalcitranti di carbone che provenivano dal caminetto, per poi appoggiarli, altrettanto regolarmente sul ripiano di quest'ultimo tra gli occhi vitrei di alcune sue opere. Vestiva con degli orribili pantaloni gialli in lana scozzese, a detta di Bellows uno stile assai simile a quando i loro padri portavano lunghe basette e vi erano in giro le crinoline, e una giacca in vellutino resa quasi irriconosciblile dallo strato di unto e sporco in cui vi era annegata, inoltre fumava una pipa in maiolica, raffigurante sul fornello le grazie. Lo strano personaggio si presentava con una chioma nera, la faccia rossastra dovuta all'alcol e degli accesi occhi marroni, messi in risalto dagli occhiali che portava di sghembo, mostrando così a sinistra un occhietto penetrante, mentre a destra, esaltato dalla lente, un occhio cupo e mite.
Spinto dalla gran voglia di parlare, aiutato anche dai fumi dell'alcol, il tassidermista incomincia così a raccontare la sua storia, vantandosi, dicendo di aver reso ancora più belle e vive le specie da lui imbalsamate, dalla farfalla all'elefante, dall'ornitologia dilettantistica fino all'essere umano.
«But I stuffed a nigger once.
No, there is no law against it. I made him with all his fingers out and used him as a hat-rack, but that fool Homersby got up a quarrel with him late one night and spoilt him[48][49][65].»
«Però una volta ho imbalsamato un negro.
No, non c'è legge che lo vieti. L'ho fatto con tutte le dita tese in fuori, e l'usavo come attaccapanni, ma quel cretino di Homersby, una notte, a tarda ora, ha attaccato lite con lui e me l'ha sciupato[53]»
«»
Il tassidermista prosegue il suo discorso spiegando a Bellows le infinite possibilità che offre la tassidermia, come il tenere in casa i propri cari, potendo parlare di qualsiasi argomento, senza correre il rischio di essere interrotti, e perfino la possibilità di munirli di qualche meccanismo a orologeria, in modo che rendano piccoli servizi.
Spaziando tra un discorso e l'altro, e presa confidenza con l'ospite, l'imbalsamatore si sbilancia, raccontanto a Bellows alcune opere di imbalsamazione da lui eseguite su alcuni fossili reali, quelli del Dodo e su altri falsi per renderli autentici, come l'imbalsamazione dell'Alca Impenne e la creazione di alcune uova dell'esemplare, oltre alla creazione di nuove specie estinte, come quella del Anomalopteryx Jejuna, una falsa sottospecie del Moa da boscaglia, uccello estinto della Nuova Zelanda ricavato dallo scheletro di una cicogna, di un tucano e da una partita eterogenea di penne, creato dal tassidermista per accontentare un conoscente convinto dell'esistenza dell'esemplare.
Proseguendo il discorso, il tassidermista confida a Bellows un altro progetto che ha in mente, ovvero la falsa scoperta di un Moa, e la sua immediata imbalsamazione per preservare il falso ritrovamento, in modo da conquistare notorietà e dare il suo piccolo contributo al progresso della scienza.
Conclusa l'amichevole intervista all'imbalsamatore, Bellows si rivolge al lettore dicendo che forse le parole del tassidermista possono sembrare menzogne, ma che lui stesso, riguardo all'Alca e alle sue uova risulta confermato dagli scritti di distinti ornitologi, e che l'articolo sul Moa della Nuova Zelanda comparve effettivamente su un noto quotidiano del mattino, articolo che il tassidermista conserva gelosamente.
Rievocando i suoi viaggi di gioventù, il tassidermista affermò di aver visto degli struzzi arrivare al costo di trecento sterline, vedendone un altro raggiungere l'offerta di quattrocento in seguito rifiutata. Tale sovrapprezzo non era dato ne dalla qualità degli animali, che anzi apparivano sbiaditi a causa del regime alimentare, ne su speciali limitazioni di richiesta, il motivo era che uno dei cinque struzzi, presenti su una nave delle linee delle Indie Orientali, aveva ingoiato un diamante situato sull'enorme turbante indossato sul capo da un elegantone di Piccadilly di nome Sir Mohini Padishah[66] [N 3].
Padishah, vistosi tolta la preziosa gemma, si rese conto di aver aggravato maggiormente le cose sbraitando come un pazzo, poiché indusse l'animale a indietreggiare, mescolandosi così con gli altri presenti nella gabbia. Il tassidermista fu uno dei primi a giungere sul posto, trovandosi di fronte all'imbarazzante scena, l'indiano che sbraitava tirando giù tutti i suoi dei, due marinai accorsi per le grida e l'uomo addetto alla custodia degli uccelli, assente al momento del fatto il quale, assieme ai marinai, si teneva i fianchi dal gran ridere, risa giustificate per il bizzarro modo di smarrimento della pietra.
Sparsa la voce per tutta la nave, Padishah tentò invano di reclamare i suoi diritti di suddito britannico, rifiutandosi di comprare gli uccelli, arrivando addirittura ad affermare che si sarebbe rivolto alla Camera dei lord e cercando di convincere il custode di eseguire lavanda gastrica o di somministrare purghe a tutti i volatili, trovando l'opposizione dell'uomo, incaricato di nutrire e accudire gli struzzi con ordini precisi, saltò fuori inoltre che sul piano giuridico lo sfortunato elegantone non poteva richiedere la pietra, poiché questa, sarebbe diventata, Ipso facto, parte integrante dell'uccello.
Padishah, finalmente convinto, propose l'acquisto di tutti gli struzzi al custode, che non aveva veste per trattare, ma che il giorno seguente lo informò un certo Potter, un eurasiatico presente sulla nave aveva già contattato il proprietario, ignaro dell'accaduto e concluso la trattativa per sé, avendo telegrafato a Aden, e avendo ricevuto risposta a Suez. Potter era intenzionato ad uccidere gli animali e a recuperare il diamante, che si seppe, da un ebreo presente sulla nave che lo valutò per Padishah, valere quattromila £. Reso più malleabile dalla situazione decise in seguito di mettere gli uccelli all'asta, tenendone uno per tentare la sorte. L'asta risultò essere una vera e propria corsa all'oro, vedendo i prezzi salire alle stelle. Il primo struzzo, se lo aggiudicò l'ebreo per centottanta £, ma poiché al momento dell'acquisto si procurò un'arma da fuoco e sparò al uccello cominciando a vivisezionarlo l'asta fu sospesa. Riprese il giorno seguente, dove si videro prezzi stellari. Tre dei quattro struzzi furono venduti per un prezzo medio di duecentoventisette £, e la cosa buffa fu che Padishah non riuscì a prenderne neanche uno, poiché al momento del rilancio, sbraitava di discorsi legali e di ingiunzioni. Il tassidermista seppe in seguito che anche l'ultimo struzzo fu venduto da Potter ad un riservato politico anch'egli presente sulla nave, per trecento £. A fine asta, a Padishah non rimarrà che guardare il suo diamante andarsene assieme agli struzzi.
«How did it end? Oh! like that. Well perhaps. Yes, there’s one more thing that may throw light on it. A week or so after landing I was down Regent Street doing a bit of shopping, and who should I see arm-in-arm and having a purple time of it but Padishah and Potter. If you come to think of it Yes. I’ve thought that. Only, you see, there’s no doubt the diamond was real. And Padishah was an eminent Hindoo. I’ve seen his name in the papers often. But whether the bird swallowed the diamond certainly is another matter, as you say.”[48][49][67]»
«Com'è andata a finire? Oh. Così. Bene, forse. Si, c'è un'altra cosa, che può gettare un po' di luce sulla faccenda. Circa una settimana dopo essere sbarcato, ero in giro a far compere e camminavo in Regent Street, quando, chi ti vedo, se non Padishah e Potter, a braccetto e in gran bisboccia. Se ci pensi... Sì. Io ho pensato a questo. Ma, vedi, non c'è dubbio che il diamante fosse vero. E Padishah era un indù altolocato. Ho visto il suo nome sui giornali, e spesso. Ma se sia certo che l'uccello avesse ighiottito il diamante, questo, come si usa dire, è un altro paio di maniche.[53]»
Bailey costretto a vivere nel suo studio tra le boccette di pozioni e mobilia scalcinata a causa delle stecche che bloccano le sue gambe, trova sollievo solo nel guardare fuori dalla finestra, aveva provato a leggere e persino a scrivere, ma era lì che passava buona parte della giornata. Quello che appare agli occhi di Bailey è un quadro inondato di luce, in primo piano il fiume, sempre in movimento con i suoi riflessi argentati, i canneti che si trovano sull'altra sponda del fiume, un lungo terreno erboso e dei pioppi sullo sfondo a chiudere il paesaggio.
L'insolito passatempo di Bailey, lo porta ben presto a riconoscere i natanti dopo appena pochi giorni, e dopo poche settimane, le faccende private di una mezza dozzina di loro. Degne di nota sono la lancia Luzon[N 4] , della famiglia Fitzgibbon, riconoscibile dagli spiccati colori rosso indiano e giallo che passa regolarmente tre o quattro volte al giorno, e la casa galleggiante Purple Empire, attraccata una mattina alla sponda.
La signora Green entrando a intervalli regolari nella stanza, lo vede spesso agitarsi, battere le mani e parlare da solo, divertito dalle vicissitudini che riempiono le giornate del uomo che, con il passare dei giorni, nota anche i più piccoli particolari come una gaffa nuova o i comportamenti e le espressionii imbronciate di uno dei marinai, da Bailey definito lascar[N 5] (per indicare l'origine indiana o Indonesiana) della Fitzgibbing, condividendo queste osservazioni con Wilderspin, che sovente passa a trovarlo.
Pochi giorni dopo, Bailey ottiene lo spettacolo alla finestra più emozionante che si possa offrire, l'uomo si trovava in casa solo poiché la governante si era recata in città per pagare certi conti.
Verso le 10 Bailey nota un piccolo svolazzio bianco in lontananza, si tratta di un uomo in calzoni bianchi che corre proprio nella sua direzione falciando con il braccio l'aria, poco dopo accadde una cosa assai curiosa, in lontananza appena percettibile un minuscolo lampo rosato seguito da una nuvoletta grigia, gli stavano chiaramente sparando addosso, da lì a breve compaiono anche le tre figure che inseguono l'uomo.
Poco distante un uomo dalla barba nera, pantaloni di flanella, cintola rossa e un enorme cappello a tesa di feltro grigio, l'uomo cammina piegato in avanti con le mani a pendolo davanti a sé, lasciando intravedere dietro a se l'erba piegata sotto l'alzaia[N 6] di un'imbarcazione che sta rimorchiando, girandosi e notando l'uomo vestito di bianco correre verso di lui, incomincia ad alare il rimorchio a cambimano, in quel momento compare l'imbarcazione con a prua un uomo alto e biondo che urtando improvvisamente contro i canneti cade uscendo dalla visuale dell'osservatore.
Bailey ora può chiaramente scorgere che la figura in bianco che corre verso la sponda è uno degli orientali dei Fitzgibbon, da lì a breve tre uomini si trovano sulle tracce del malese, a circa duecento metri o poco più, si tratta di una caccia all'uomo, poco dopo l'uomo scomoare tra il frumento seguito dai tre, sparendo dalla visuale di Bailey, appena il tempo di bestemmiare per l'occasione persa di visionare la conclusione della scena che uno strillo di donna, uno schiocco sordo e il rumore di uno sparo attirano l'attenzione dell'uomo.
Il malese riappare nuovamente correndo a monte, con una falcata energica ma meno regolare di prima, finalmente Bailey poté notare cosa impugnava, un brutto kriss con la lama opaca che non brillava come doveva brillare l'acciaio[73] dietro di lui, l'uomo biondo seguito da tre vogatori che impugnano goffamente dei remi. Nuovamente il malese scomparve, facendo riemergere la delusione del uomo che a suo dire avrebbe dato la vita per vedere la fine dell'inseguimento.
Ancora una volta riappare il malese, ormai sulla sponda del fiume, che si tuffa attraversando il fiume a nuoto, avvicinandosi alla sponda di Bailey, gli inseguitori ora sono sette, anche se all'appello manca l'uomo con il cappello a tesa di feltro largo, seguono spari e il malese scompare in acqua, mentre i sette escono dal quadro dell'osservatore, probabilmente per riprendere l'imbarcazione per riattraversare il fiume.
Improvvisamente Bailey ode dei passi dietro di se, si tratta della governante che una volta entrata nella stanza appare sconvolta, dopo un sorso di whisky la sig. Green racconta quello che l'uomo aveva osservato fino a poco prima alla finestra, uno dei malesi di Fitzgibbon, impazzito, correndo e accoltellando la gente con un grosso pugnale, uccidendo un mozzo di stalla, trafiggendo il maggiordomo e tagliando quasi il braccio ad un uomo in barca, in pieno amok
La governante rimane pietrificata guardando in direzione della finestra, il malese arrampicatosi sul l'albero di fianco al balcone minaccia di entrare nella stanza, Bailey impossibilitato dal muoversi non può far altro che guardare l'uomo scavalcare la ringhiera e alzando il braccio armato scagliarsi contro di lui.
«Suddenly the Malay glanced over his shoulder. There was the crack of a rifle.He flung up his arms and came down upon the couch. Mrs Green began a dismal shriek that seemed likely to last until Doomsday. Bailey stared at the brown body with its shoulder blade driven in, that writhed painfully across his legs and rapidly staining and soaking the spotless bandages. Then he looked at the long krees, with the reddish .”[48][49]»
«Improvvisamente il malese si guardò alle spalle. Ci fu un colpo di fucile. L'uomo allargò violentemente le braccia in alto e si abbatté sul divano. La signora Green attaccò un lugubre strillo che parve destinato durare fino al giorno del giudizio. Bailey fissò il corpo di colore marrone, che aveva una scapola contratta e che si contorceva penosamente attraverso le sue gambe, macchiando e inzuppando rapidamente le bene immacolate[53]»
R. M. Harringay è un pittore di Chelsea, turbato dall'inespressione delle proprie opere e dalla sua mancanza di immaginazione. Si trova di fronte al suo ultimo lavoro, il ritratto di un suonatore di organetto. Aveva notato quel'uomo che aspettava gli buttassero qualche moneta decidendo di imprimerlo sulla tela, ma riguardandolo, il dipinto lo scontentava decisamente.
Il pittore decide di apportare delle modifiche all'opera, alternando la tavolozza dei colori ad una fumata di pipa.
Più l'uomo apporta modifiche e più il ritratto sembra prendere vita, aggiungendo una punta di marrone in un angolo della bocca, e il sorriso si trasforma in un ghigno, un ritocco al sopracciglio poco cinico, e questo diventa quasi satanico.
Ora l'opera è completamente cambiata nella sua espressione, da un semplice suonatore di organetto ad un viso sempre più spiritato, e lo stesso pittore vede, ad ogni colpo di pennello, assumere un'aria sempre più sinistra.
Intinto il pennello nel vermiglione, credendo si trattasse di marrone, apporta l'ultima modifica alla tela, un punto di pittura nel centro dell'occhio.
Quest'ultimo sembra girare l'orbita e guardarlo fisso, fiammeggiante.
Il pittore, preso da un lampo di collera, tira un colpo di pennello da sopra a sotto, tagliando in due il dipinto con una linea rossa accesa. È a questo punto che accade una cosa curiosa, L'italiano indemoniato (così chiamato dall'autore)[74] chiudendo entrambi gli occhi e le labbra, si appresta a pulire il viso con una mano.
Incomincia un'intensa discussione tra il quadro e il suo creatore, nella quale il primo cerca di far capire al secondo la sua totale mancanza di ispirazione, consigliando di buttare dentro l'anima nella sua opera.
«"I want to make you an offer—a genuine offer. It's right what I'm saying. You lack inspirations. Well. No doubt you've heard of the Cathedral of Cologne, and the Devil's Bridge, and ...[48][49]»
«Desidero farti una proposta, una proposta veramente buona. Tu manchi di ispirazione. Bene. Senza dubbio avrai sentito parlare della Cattedrale di Colonia, del Ponte del Diavolo, del ...[53]»
Il pittore iniziando a capire le intenzioni del dipinto e, intinto un grosso pennello nel colore rosso, incomincia una battaglia a colpi di colore, più il pittore colpisce il dipinto, e più questo si pulisce, contorcendosi all'interno della cornice.
La tela tenta di placare la furia di Harringay, offrendo ora uno, ora due capolavori in cambio dell'anima del pittore, finché quest'ultimo non termina il colore sulla tavolozza.
Affannato dalla zuffa il quadro riprende fiato, cercando di riproporre l'offerta al suo creatore, che improvvisamente si precipita fuori dalla stanza, per tornarvi un minuto dopo con una grossa lattina di vernice Hedge Sparrow's Egg Tint[N 7] e una spatola. La tela propose quattro capolavori per la sua anima, ma ormai Harringay aveva il sopravvento e intendeva mantenerlo, in breve tempo, imbratta il quadro a colpi di spatola, finché non rimane altro che un campo uniforme di Hedge Sparrow's.
Terminata la lotta e riaccesa la pipa, non può far altro che dispiacersi di non aver fotografato il Diavolo, ora completamente ricoperto con la vernice che si stava via via asciugando.
Già dal 1874, in seguito ad un incidente che lo costrinse a letto con una gamba rotta, il dodicenne George Wells dimostrò interesse per la lettura, impegnando le sue giornate con i libri che il padre portava dalla Literary Institute, la biblioteca locale. Fu in questo periodo che Wells si dedicò a fondo a svariate letture, conoscendo attraverso i libri mondi lontani come il Tibet, la Cina, le Montagne Rocciose, le foreste del Brasile, il Siam e - come affermò lo stesso autore - una ventina di altre terre.[78]
Tra il 1884 e il 1885 Wells ebbe modo di conoscere Thomas Henry Huxley, suo insegnante di biologia, noto con il soprannome di "Mastino di Darwin" per via del suo acceso convincimento per l'evoluzionismo darwiniano.[6][12] All'epoca la teoria sull'origine delle specie di Charles Darwin non era ancora stata unanimemente accettata dalla scienza e le scoperte scientifiche erano molto frequenti. Wells ebbe modo lavorare con Huxley per un breve periodo di tempo, poiché poco dopo il biologo si ammalò, lasciando spazio al nuovo professore, Howes. A fine anno Wells superò l'esame di zoologia in maniera brillante, distinguendosi assieme a Martin Woodward e A.V. Jennings tra i migliori della classe; con quest'ultimo in particolare strinse una buona amicizia: con Jennings, Wells si sentiva in grado di parlare liberamente, discutendo di politica, scienza e teologia, definendo l'amico una mente più vivace ed equipaggiata della sua, la prima trovata a South Kensington.
Da questo si può capire la profonda conoscenza di Wells nel campo delle scienze e della biologia.[13] Di seguito le creature e la fauna citate nella raccolta di racconti.
Si tratta di un'orchidea, che sin dalla narrazione del suo ritrovamento fino allo svilupparsi di tutta la vicenda ci viene posta come una pianta misteriosa e sinistra. il ritrovamento infatti avviene nelle Andamane essa si trova schiacciata sotto il peso di Batten, un botanico e ricercatore di piante esotiche. Viene trovato su un terreno paludoso, in un folto di mangrovie, completamente dissanguato. La causa della morte viene attribuita ad una febbre tropicale che da qualche giorno tormentava l'uomo, mentre il dissanguamento viene attribuito a delle sanguisughe.
L'orchidea trovata sotto il corpo di Batten viene fatta appassire dagli indigeni del posto, al contrario della sua intera collezione, che viene presa in cura fino all'arrivo di un suo collega ornitologo.
L'aspetto dell'orchidea si presenta come un rizoma grinzoso, il protagonista azzarda che si può trattare di un Phalaeonophis, forse riferendosi alle Phalaenopsis il genere di orchidee epifite, mentre orribile e terrificante e disgustosa sono gli aggettivi che utilizza la governante del protagonista.[62]
Quando Il protagonista si reca nella serra dopo alcuni giorni, recandosi verso la pianta nota con grande entusiasmo tre grandi fiori bianchi con delle striature arancioni.
Somigliava ad un grande pipistrello, più che a qualsiasi cosa al mondo. Aveva orecchie brevi ed aguzze, pelo morbido, e le sue ali somigliavano a cuoio. I denti erano piccoli, ma diabolicamente acuminati; la masciella, però, non doveva essere fortissima, altrimenti mi avrebbe perforato la caviglia. Così descrive Wells il terribile incontro avvenuto tra Woodhouse e la strana creatura che lo attaccherà all'interno dell'osservatorio, nel breve racconto All'osservatorio di Avu, quello che secondo la popolazione locale è il gran colug o klangutang.[4][62]
La descrizione della creatura fa riferimento ad una specie realmente esistente, il Colugo della Sonda un mammifero asiatico della famiglia dei Cinocefalidi, a cui appartiene un'altra sola specie vivente, il colugo delle Filippine (Cynocephalus volans)[79].
La descrizione della mostruosa creatura infatti coincide con le caratteristiche del Colugo della sonda, anche se dalle dimensioni descritte dall'autore le dimensioni sono quelle di un grosso felino, più proporzionato ad un grosso Leone piuttosto le dimensioni e la conformazione di un gatto come negli esemplari reali.
Tutte le altre caratteristiche invece riportano al piccolo predatore, un muso affusolato ed una faccia che ricorda quella di un pipistrello, grandi occhi e piccole orecchie arrotondate. Anche le ali sono riconducibili al Cogul, infatti come gli altri dermotteri è dotato di un'ampia membrana, detta patagio, che si tende dal collo alle punte delle dita dei quattro arti e alla coda[79].
Gli scritti di Wells, sebbene in chiave romanzata, trattano fatti quotidiani del tempo, infatti spesso gli argomenti sono legati a fatti o scoperte avvenute qualche anno prima della pubblicazione.
Nel primo racconto, lo scrittore narra della potenziale minaccia di un eventuale contaminazione del sistema idrico londinese per via del bacillus del colera, il batterio Gram-negativo a forma di virgola, il Vibrio cholerae, identificato per la prima volta nel 1854 dall'anatomista italiano Filippo Pacini e studiato dettagliatamente nel 1884 dal medico tedesco Robert Koch.[80].[81]
L'idea della diffusione attraverso il sistema idrico, ricorda gli avvenimenti del 1854 a Soho, dove il medico John Snow, ipotizzò la sua diffusione a causa di una pompa di distribuzione dell'acqua. Durante la sua ricerca delle cause dell'epidemia, utilizzò una piantina di Londra con la diffusione dei casi nei diversi periodi. Questo metodo gli permise di notare che i casi si concentravano attorno ad una pompa dell'acqua nel distretto di Soho. Bloccando il funzionamento della pompa riuscì a fermare il diffondersi della malattia.[82][83][84] Le ricerche successive dimostrarono che le sue ipotesi sulla trasmissione del colera erano corrette. Nel 1883 Robert Koch dimostrò l'ipotesi batteriologica e nel 1890 John Simon, allora ministro della sanità, riconobbe l'apporto fondamentale di Snow.
Un'altra possibile fonte di ispirazione dello scrittore fu la morte di Pëtr Il'ič Čajkovskij a San Pietroburgo Il 6 novembre del 1893, nove giorni dopo la prima esecuzione della sua Sesta Sinfonia, la Patetica, all'età di 53 anni. La causa ufficiale della morte fu attribuita al colera, che con ogni probabilità avrebbe contratto bevendo acqua contaminata pochi giorni prima.[81] [85]
Come detto in precedenza, anche l'ispirazione all'anarchico avviene da fatti di cronaca realmente accaduti, infatti il terrorismo anarchico, come fenomeno storico, origina nel XIX secolo e raggiunge una particolare intensità a cavallo tra Ottocento e Novecento, a causa del susseguirsi di numerosi attentati che fecero particolare scalpore[86].
Il 24 novembre 1889 a Palazzo Corsini a Roma si tenne la Conferenza per la difesa sociale contro gli anarchici, cui parteciparono 21 paesi, i quali, all'unanimità, stabilirono che l'anarchia non avrebbe dovuto essere considerata una dottrina politica e che gli attentati attuati dagli anarchici erano da punirsi come azioni criminali. Esse sarebbero state oggetto di potenziale estradizione[87]
Un periodo particolarmente prolofico delle attività di terrorismo anarchico avvenne proprio tra il 1892 e il 1901, con un susseguirsi di attentati dinamitardi, omicidi e tentati omicidi.
A seguito gli attentati fino al 1894 anno di pubblicazione del primo racconto.
1892 Gli attentati di Ravachol[N 8].
1892 L'attentato ad Henry Clay Frick[95], attuato da Emma Goldman e Aleksandr Berkman[96][97][98].
1893 L'attentato alla Camera dei Deputati francese[99][100][101][102] ad opera di Auguste Vaillant in seguito catturato e ghigliottinato il 5 febbraio 1893[102].
1894 L'attentato al Cafè Terminus, alla Gare St. Lazare ad opera di Émile Henry[103] già responsabile di una bomba a una stazione di polizia di Parigi, in rue de Bons-Enfants[104][105][106]
Fu condannato a morte e ghigliottinato il 21 maggio 1894 all'età di 21 anni[107].
1894 L'assassinio del presidente della Repubblica francese Marie François Sadi Carnot[108][109][110][111]
per mano di Sante Caserio[112] al fine di vendicare l'esecuzione dell'anarchico Auguste Vaillant[102][113].
1894 L'attentato a Francesco Crispi primo ministro italiano[114][115], tornando alla Camera dopo pranzo fu vittima di un attentato da parte del giovane anarchico Paolo Lega. L'attentatore sparò da brevissima distanza, ma la pallottola mancò il bersaglio[116].
Nel 1846, nella provincia di Penang, in Malesia, un anziano e rispettabile malese, impazzisce improvvisamente sparando e uccidendo tre abitanti del villaggio e causando il ferimento di altri dieci. Catturato e portato in giudizio le prove hanno rivelato che aveva improvvisamente perso la moglie e l'unico figlio e in seguito al lutto sarebbe diventato mentalmente disturbato.[117][118][119]
Questo grandioso tempio in stile gotico, che si ispira alle grandi chiese di Amiens e di Beauvais, fu iniziato nel 1248: fu allora che l'arcivescovo Corrado di Hochstaden posò la prima pietra. L'edificio venne progettato da Mastro Gerardus che morì durante i lavori. La costruzione dell'edificio richiese tuttavia più di 600 anni, essendo stata ultimata solo nel 1880. Esso venne innalzato nel luogo in cui si trovavano diversi edifici di culto di epoca precedente: un tempio romano risalente al IV secolo, convertito in chiesa cristiana e noto col nome di Antica Cattedrale, e un secondo edificio dell'818, noto col nome di Vecchia Cattedrale, bruciato il 30 aprile 1248.
Il 20 agosto 1914 in un articolo del Farme's Advocate si narra della leggenda della Cattedrale di Colonia [120]
Già nel 1893 Wells cominciò a pubblicare circa 30 articoli, principalmente sul Pall Mall Gazette e ben presto molti redattori si proposero al futuro scrittore per offrirgli un ampio spazio per la rassegna di libri e per la critica. L'anno seguente, il direttore del Pall Mall Budget Lewis Hind, suggerì a Wells di utilizzare le sue conoscenze scientifiche per scrivere dei racconti, per le quali avrebbe ricevuto un compenso di 5 ghinee per ogni storia pubblicata[15][121][122].
Un'altra grande occasione si presentò allo scrittore quando il direttore del National Observer, Ernest Henley, lo contattò per una serie di articoli e quando lo stesso direttore, passato al New Review, chiese a Wells di revisionare la sua idea sui Viaggi nel tempo, persuadendo William Heineman a pubblicarne la storia su un libro[15][123], quella che nel 1895 sarebbe diventata la prima edizione de La macchia del tempo.
Secondo Ferdinando Ferrara[5] nella prefazione del libro Avventure di fantascienza del 1966, il grande successo letterario delle opere di Wells emerge per il grande pubblico nel 1895 con la pubblicazione di tre volumi:[4]
Fino a prima di quest'anno, che segna la nascita dello scrittore e di alcuni dei suoi romanzi più famosi e importanti, Wells si era limitato a pochi lavori insignificanti di carattere didattico o sperimentale. Questo enorme successo è tangibile anche dalle annotazioni sul registro delle entrate che lo scrittore aggiorna minuziosamente[5].
Nel arco di un solo anno l'ascesa diventa sempre più rapida, i diritti dell'autore entro il 1896 gli frutteranno 50.000 £, fino ad arrivare ad un massimo di 60.000 £ nel 1932 con la pubblicazione del libro The Outline of History del 1919[5].
Wells trova subito nella critica e presso il pubblico una forte accoglienza generata da un forte entusiasmo, ad esempio il direttore del celebre Pall Mall Gazette, William Thomas Stead lo elogia scrivendo di lui: «Wells è un genio»[124][126], anche altri periodici cominciarono a pubblicare articoli sullo scrittore, come il Review of Reviews che nel marzo 1895 scriverà «H. G. Wells is a man of genius.»[15][124]. Altri due maestri del romanzo tardo vittoriano si apprestano a offrire la loro ammirazione e la loro amicizia allo scrittore, Joseph Conrad e James Joyce[4][127][128]
Secondo il biologo Joseph Arditti,[129] Fioritura di una strana orchidea è fonte di ispirazione per il breve racconto di Arthur C. Clarke del 1956, The Reluctant Orchid[130].
Dal 17 novembre 1980 al 19 dicembre dello stesso anno, la rete televisiva britannica BBC1 trasmette Spine Chillers, una serie a tema soprannaturale per adolescenti in 16 episodi da 10 minuti ciascuno, basati su racconti di fantasmi e Letteratura dell'orrore di noti autori a cavallo tra il XIX secolo e il XX secolo.[131]
Il 27 novembre e il 15 dicembre 2013 vengono mandati in onda altri tre nuovi episodi della serie.[131][132]
La serie è diretta da Angela Beeching e ha come voce narrante Freddie Jones, John Woodvine, Jonathan Pryce, Michael Bryant.
Tra questi spiccano tre episodi dedicati alle opere di H.G. Wells.
In The Avu Observatory episodio 7, in onda il 1º dicembre 1980 [133][134]
The Stolen Bacillus episodio 11, in onda l'8 febbraio 1980[135][136]
The Flowering of the Strange Orchid episodio 18, in onda il 15 dicembre 2013[137]
Il sorprendente caso della vista di Davidson ha ispirato il quarto racconto della miniserie tv I mondi infiniti di H.G. Wells (The Infinite Worlds of H. G. Wells, 2001) diretto da Robert Young.[138]
Il bacillo rubato ha ispirato il sesto racconto della miniserie tv I mondi infiniti di H.G. Wells (The Infinite Worlds of H. G. Wells, 2001) diretto da Robert Young.[139]
Edizioni de Il bacillo rubato e altri casi[10][26][140][141]
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