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Guglielmo Pepe

patriota e generale italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Guglielmo Pepe
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Guglielmo Pepe (Squillace, 13 febbraio 1783Torino, 8 agosto 1855) è stato un generale, patriota e storico italiano che servì nell'Esercito delle Due Sicilie, sposato con Marianna Coventry[1] e fratello di Florestano Pepe.

Dati rapidi Comandante supremo dell'esercito costituzionale napoletano, Durata mandato ...
Dati rapidi Nascita, Morte ...
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Biografia

Riepilogo
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Entrò nell'esercito in giovane età, nella Scuola militare "Nunziatella" dove venivano formati gli ufficiali dell'esercito del Regno di Napoli; nel 1799 a Napoli si schierò a difesa della Repubblica Partenopea. A seguito della sconfitta della Repubblica contro le truppe borboniche del cardinal Ruffo, essendo stato ferito e catturato nella decisiva battaglia presso il ponte della Maddalena, venne liberato, in quanto ancora sedicenne, e poi esiliato in Francia, dove entrò nell'esercito di Napoleone, distinguendosi in molte battaglie, sia al servizio di Giuseppe Bonaparte, re di Napoli, che di Gioacchino Murat.

Prese parte alla rivoluzione napoletana del 1820 e fu sconfitto al confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli dagli austriaci del generale Johann Maria Philipp Frimont in quella che è ricordata come la prima battaglia del Risorgimento, cioè la battaglia di Colle di Lesta (7-10 marzo 1821)[2]; ripiegando verso le gole di Antrodoco (allora appartenente alla provincia dell'Aquila, nel Regno di Napoli, oggi in provincia di Rieti), fu inseguito dagli austriaci, i quali, la mattina del 10 marzo, vinte le ultime resistenze napoletane nei pressi del santuario della Madonna delle Grotte, si portarono così verso L'Aquila, che occuparono alle sette della sera di quello stesso giorno.[3]

La mattina del 24 marzo, per la via Toledo, Frimont entrò trionfante in Napoli e tutte le conquiste della rivoluzione napoletana del 1820 vennero immediatamente soppresse.[4]

In seguito comandò il corpo spedito da Ferdinando II contro gli austriaci nel 1848, impegnandosi nella difesa di Venezia, affidatagli da Daniele Manin, nel 1848 e 1849. Nuovamente sconfitto ed esiliato, emigrò a Parigi; quindi rientrò in Italia, passando i suoi ultimi giorni a Torino. Fu una delle più significative figure del Risorgimento italiano, celebre anche perché, non solo si impegnò nei movimenti repubblicani, ma scrisse pure numerosi libri per raccontare gli eventi ed esortare alla lotta per l'Italia unita.

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Opere

  • Relazione delle circostanze relative agli avvenimenti politici e militari in Napoli nel 1820 e 1821, diretta a S.M. il Re delle Due-Sicilie [...], Parigi, 1822;
  • Memorie del generale Guglielmo Pepe intorno alla sua vita e ai recenti casi d'Italia scritte da lui medesimo; prima edizione stampata a Parigi (Parigi, Baudry, Libreria Europea, 1847), della quale esiste una versione precedente in inglese; ne esiste anche un'edizione stampata a Lugano lo stesso anno di quella Parigina (l'edizione pubblicata a Parigi è precedente in quanto viene richiamata nell'introduzione dell'edizione Svizzera);
  • L'Italie politique et ses rapports avec la France et l'Angleterre, Venezia, 1848, già pubblicata in forma anonima nel 1839;
  • L'Italia militare e la guerra di sollevazione, 2ª edizione aumentata, Venezia, 1849 la prima è di Parigi L'Italia militare, Parigi, Delaforest, 1836 (anche in francese)
  • Casi d'Italia negli anni 1847, 48 e 49: continuazione delle memorie del generale Guglielmo Pepe, Genova, 1851; pubblicata in versione preliminare a Torino nel 1850.
  • La versione francese della precedente Histoire des révolutions et des guerres d'Italie en 1847, 1848 et 1849, Bruxelles, Meline, Cans et Compagnie, 1850
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Targhe commemorative e monumenti

In molte delle principali città italiane, tra cui Roma, Milano, Napoli, Bologna, Modena ed altre esistono vie o piazze intitolate a Guglielmo Pepe.

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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