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315º Gran Premio valido per il Campionato mondiale di Formula 1 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Gran Premio del Brasile 1979 è stata la seconda prova della stagione 1979 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 4 febbraio 1979 sul Circuito di Interlagos. La gara è stata vinta dal francese Jacques Laffite, su Ligier-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò del terzo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il francese Patrick Depailler anch'egli su Ligier-Ford Cosworth e l'argentino Carlos Reutemann su Lotus-Ford Cosworth. Laffite conquistò l'unico Grand Chelem della sua carriera nel mondiale di F1, ottenendo pole position, giro veloce, vittoria e conducendo la gara per tutti i giri.[1]
Gran Premio del Brasile 1979 | |||||||||||||
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315º GP del Mondiale di Formula 1 Gara 2 di 15 del Campionato 1979 | |||||||||||||
Data | 4 febbraio 1979 | ||||||||||||
Nome ufficiale | VII Grande Prêmio do Brasil | ||||||||||||
Luogo | Interlagos | ||||||||||||
Percorso | 7,873 km | ||||||||||||
Distanza | 40 giri, 314,960 km | ||||||||||||
Clima | Soleggiato | ||||||||||||
Risultati | |||||||||||||
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La gara tornò sul tracciato di Interlagos a San Paolo, dopo che l'edizione 1978 si era svolta sul Circuito di Jacarepaguá, vicino a Rio de Janeiro. Interlagos ospitava così per la sesta volta una gara iridata di Formula 1. Il tracciato venne modicato leggermente alle curve do Sol, Sargento e Mergulho, portando la lunghezza a 7,873 km.[2]
La Brabham abbandonò la BT46 e fornì il modello BT48 anche a Nelson Piquet. La McLaren invece tornò a impiegare la M26, affidandola a Patrick Tambay. La Cpersucar-Fittipaldi presentò la F6, che però venne abbandonata nel corso delle prove per la tradizionale F5.[3]
Non vi furono cambiamenti nella lista dei piloti iscritti. Anche i due piloti infortunatisi nella gara precedente, Nelson Piquet e Jody Scheckter, presero regolarmente posto sulle loro vetture. Per il sudafricano venne esclusa, dopo una visita all'Ospedale di Modena, la frattura del polso contuso in Argentina.[4]
John Watson venne multato e ammonito per aver provocato un incidente al via del gran premio precedente, ma poté partecipare alla gara brasiliana. La decisione venne presa in maniera autonoma dalla FISA e dagli organizzatori del gran premio di Buenos Aires, anche se inizialmente era prevista una riunione a cui avrebbero dovuto partecipare anche Mario Andretti, in rappresentanza dei piloti, e Bernie Ecclestone, capo della FOCA.[5] Questa decisione venne criticata dai piloti, che si sentirono esautorati del potere di sanzionare un loro collega.[6]
Sempre in tema di sicurezza venne anche prospettata l'ipotesi che potesse essere modificata la procedura di partenza per evitare altri incidenti.[7] In quanto agli standard di sicurezza delle monoposto, fu molto duro il giudizio di Clay Regazzoni:
«Qui si continua a parlare di colpe dei piloti senza pensare a problemi che sono più gravi. È vero che qualcuno di noi in alcune occasioni commette degli sbagli, ma questo è umano. Nessuno vuole provocare incidenti deliberatamente. Sarebbe un pazzo perché il rischio è enorme anche per chi causa dei guai. La realtà è un'altra: la verità è che oggi corriamo con macchine che sono il frutto di pura follia. Gli spazi per frenare si riducono di volta in volta, in curva si va come sui rettilinei, con il piede schiacciato a fondo sull'acceleratore. Volete sapere perché Watson ha provocato l'incidente di Buenos Aires? Perché era convinto che la sua macchina avrebbe potuto tenere la traiettoria esterna. Poi, quando si è accorto che mantenendo quella linea si sarebbe schiantato fuori pista, ha dovuto rientrare ed è accaduto quello che è accaduto. Si parla di progresso tecnico e di sviluppo delle macchine che poi si riverserà sulla produzione di serie. Questo è un enorme inganno. Gli pneumatici slick, le "minigonne" e tante altre diavolerie come l'effetto-suolo non potranno mai essere applicati alle vetture che circolano per la strada. L'idea di Chapman applicata sulla Lotus 79 non è quella di un genio ma il risultato dell'opera di un irresponsabile. Ci fanno correre su macchine che non sono più macchine ma aeroplani. Vogliamo parlare di sicurezza, di responsabilità da parte dei piloti? Ma non fatemi ridere. Voglio vedere cosa succederà il giorno che una di queste "minigonne" rimarrà alzata in corsa. Una cosa che prima o poi potrà capitare, perché basterà il grippaggio di una delle molle che fanno alzare ed abbassare queste appendici aerodinamiche. In questo caso si vedrà la macchina prendere il volo. E se succederà un massacro si cercheranno poi le colpe dei piloti, le responsabilità degli organizzatori, le piste che non sono adatte.[5]»
Fu l'ultima volta che una gara di F1, valida per il mondiale, si corse a febbraio. Precedentemente si erano corsi in tale mese il Gran Premio d'Argentina 1960 e il Gran Premio del Brasile 1973.
Nella prima giornata di prove si confermò la superiorità della Ligier che piazzò Jacques Laffite (in 2'23"07) primo e Patrick Depailler secondo, anch'egli sotto il muro del 2'24. Terzo si classificò Gilles Villeneuve, in 2'24"34. Chiusero più dietro le Lotus, con Carlos Reutemann penalizzato da un problema al motore. Fu in dubbio la prosecuzione dell'impegno per Nelson Piquet della Brabham, ancora dolorante per i postumi dell'incidente a Buenos Aires. Nelle corso delle prove vi fu un incidente per Elio De Angelis, senza conseguenze per il pilota romano.[3]
Al sabato Laffite si migliorò ulteriormente, conquistando la seconda pole consecutiva. Il francese ruppe anche il pignone del cambio ed ebbe dei problemi all'impianto di alimentazione. In prima fila si confermò Patrick Depailler: per la seconda consecutiva la Ligier monopolizzò la prima fila di un gran premio. In seconda fila si classificarono le due Lotus di Carlos Reutemann e Mario Andretti, mentre la terza fila fu occupata ancora da una coppia di vetture dello stesso costruttore, in questo caso la Ferrari.[8] La Lotus chiese la squalifica di Jacques Laffite al termine delle prove, in quanto il francese aveva compiuto quattro giri in più di quelli consentiti dal regolamento.[9]
Nella sessione di qualifica[10] si è avuta questa situazione:
Poco prima del via la Lotus di Mario Andretti presentò dei problemi tecnici che dovettero essere riparati in pista dai meccanici della scuderia britannica. Al segnale di accensione dei motori, dal propulsore della vettura dell'italoamericano, si sprigionò del fumo che costrinse all'intervento i pompieri. La vettura però poté prendere il via. Anche l'altra Lotus, quella di Carlos Reutemann subiva dei problemi, tanto che, per affrontare il giro di ricognizione, venne spinta dai meccanici.
Le due Ligier, con Jacques Laffite davanti a Patrick Depailler, presero la testa della gara, seguite dalle due Lotus di Mario Andretti (che nei primi metri del gran premio si era posto davanti a Depailler) e Carlos Reutemann. Seguivano Jody Scheckter, Emerson Fittipaldi e Didier Pironi. Andretti abbandonò la gara dopo due soli giri, sempre per il guasto al motore, già evidenziato prima del via. Nei primi giri si ritirarono anche le due Brabham: Nelson Piquet per i problemi fisici ancora risalenti alla gara d'Argentina e Niki Lauda per un problema al cambio.
Sempre al secondo giro, Emerson Fittipaldi passò Scheckter, portandosi al quarto posto: il brasiliano però montava gomme da qualifica, nel tentativo di conquistare posizioni davanti al pubblico di casa. La Ferrari denunciavano però dei problemi agli pneumatici, tanto che il sudafricano venne passato anche da Didier Pironi, al giro 11.
Al ventiduesimo giro Fittipaldi fu costretto a una sosta ai box, per sostituire gli pneumatici, ormai degradati. Ripartì in sedicesima posizione. Al giro 27 Scheckter venne passato anche da Alan Jones. Ora la classifica vedeva in testa il duo della Ligier, seguito da Reutemann, Pironi, Jones. Durante la gara, temendo una penalizzazione, dai box della Lotus, si continuava a indicare a Reutemann un posizionamento al quarto posto, anziché all'effettivo terzo.[12]
Alan Jones si ritirò al giro 33 per un guasto all'alimentazione, mentre Scheckter perse altre posizioni, per una sosta ai box, necessaria per il cambio gomme. Entravano così in zona punti Gilles Villeneuve e Jochen Mass; al giro 36 il tedesco però venne scavalcato da Jody Scheckter che, con gomme nuove, era tornato competitivo.
Vinse Jacques Laffite (che conquistava nuovamente vittoria, pole e gpv come in Argentina) davanti al compagno Patrick Depailler (questa fu la prima e unica doppietta della Ligier). Terzo fu Carlos Reutemann, seguito da Pironi, Villeneuve e Scheckter. Nella convinzione che Reutemann venisse penalizzato di un minuto per la spinta all'avvio, sul podio si presentò Didier Pironi.[12][13]
I risultati del gran premio[14] furono i seguenti:
Pos. | Pilota | Punti |
---|---|---|
1 | Jacques Laffite | 18 |
2 | Carlos Reutemann | 10 |
3 | Patrick Depailler | 9 |
4 | John Watson | 4 |
5 | Didier Pironi | 3 |
6 | Mario Andretti | 2 |
= | Gilles Villeneuve | 2 |
8 | Emerson Fittipaldi | 1 |
= | Jody Scheckter | 1 |
Pos. | Team | Punti |
---|---|---|
1 | Ligier-Ford Cosworth | 27 |
2 | Lotus-Ford Cosworth | 12 |
3 | McLaren-Ford Cosworth | 4 |
4 | Tyrrell-Ford Cosworth | 3 |
5 | Ferrari | 3 |
6 | Fittipaldi-Ford Cosworth | 1 |
La partenza a spinta, per il giro di ricognizione, della Lotus di Carlos Reutemann produsse un reclamo da parte della Copersucar-Fittipaldi e della Ferrari, che chiesero la penalizzazione di un minuto sul tempo finale. Il regolamento, infatti, prevedeva che la vettura fosse costretta a ripartire dal fondo della griglia. In quanto tale punizione non era stata comminata dai commissari di gara, i commissari sportivi decisero di non applicare nessuna penalità all'argentino.[12]
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