Il Governo Depretis VIII è stato in carica dal 4 aprile al 29 luglio 1887 (data della morte di Depretis) per un totale di 116 giorni, ovvero 3 mesi e 25 giorni.
Fatti in breve Stato, Presidente del Consiglio ...
Chiudi
Durante questo governo, furono istituite tramite Regio decreto (poiché la legge definitiva [Legge 12 febbraio 1888, n. 5195] sarebbe stata promulgata dalle Camere solo con il governo successivo) le figure dei Sottosegretari di Stato, nominabili dai singoli dicasteri e stipendiati per il loro servizio di amministratori, assistenti ed esecutori del volere del Ministro nominante.
Appartenenza politica
Ulteriori informazioni Partito, Presidente ...
Chiudi
Ulteriori informazioni Camera, Collocazione ...
Chiudi
Ulteriori informazioni Carica, Titolare ...
Chiudi
- 21 giugno 1887: il dazio sul frumento viene aumentato da 1.40 a 3 lire al quintale: tale provvedimento, motivato dall'esigenza di finanziare la politica coloniale, è approvato con 205 voti favorevoli e 48 contrari. Successivamente è approvata la nuova tariffa generale che aumenta in modo rilevante i dazi protettivi applicati all'importazione di alcuni prodotti agricoli e della maggior parte dei beni già prodotti dall'industria nazionale: la scelta protezionista che ottiene dalla Camera 199 voti favorevoli e 37 contrari sarà ratificata in Senato il 10 luglio (69 sì e 12 no)[6].
- 29 luglio 1887: all'età di 74 anni scompare a Stradella il Presidente del Consiglio Agostino Depretis; lo sostituità Francesco Crispi[7].
Ovvero quella fazione moderata all’interno della stessa Sinistra storica che, costituitasi in opposizione al trasformismo politico del leader di partito Agostino Depretis ed al suo tentativo di mantenere il potere, entrò nel Governo, dopo un compromesso con Depretis. De iure, tuttavia, tutti questi membri, pentarchi o meno, facevano parte dello stesso partito.
Viene riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipino al processo di controllo del rapporto di fiducia con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo è la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva del proprio sottosegretario ministeriale.
Affiliato alla Sinistra storica, solo ai fini della formazione del governo.
Affiliato alla Sinistra storica.
cronologia.leonardo.it/storia/a1887.htm
- Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971