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Governo Badoglio II

61º esecutivo del Regno d'Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Governo Badoglio II
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Il governo Badoglio II è stato il sessantunesimo esecutivo del Regno d'Italia, il secondo guidato da Pietro Badoglio.

Dati rapidi Stato, Presidente del Consiglio ...

Esso, nato in seguito alla svolta di Salerno (con cui il Partito Comunista Italiano di Palmiro Togliatti accettò di collaborare con Pietro Badoglio, capo del governo dal 25 luglio 1943, e la monarchia sabauda), è stato in carica dal 22 aprile[1] al 18 giugno 1944 (sebbene già dimissionario dal precedente 6 giugno), per un totale di 57 giorni (ovvero un mese e 27 giorni)[2] durante il cosiddetto Periodo costituzionale transitorio, essendo stato il primo esecutivo aperto ai sei partiti politici antifascisti riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), alcuni dei quali (PSIUP, PCI e Pd'A) alla loro prima esperienza di governo.

Il giuramento dei ministri nelle mani del Re avvenne a Villa Episcopio a Ravello[3].

Diede le dimissioni il 6 giugno 1944[4], immediatamente dopo la liberazione di Roma dall'occupazione nazi-fascista.

In questo governo, tramite regio decreto, sono state disposte alcune modifiche di ministeri. Tra le varie, nello specifico:

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Compagine di governo

Appartenenza politica

Ulteriori informazioni Partito, Presidente ...
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Composizione

Ulteriori informazioni Carica, Titolare ...
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Cronologia

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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