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termine ebraico per i non-ebrei Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il termine ebraico goy o goj, trasmesso anche allo yiddish (in ebraico גוי?), al plurale goyim o gojim (in ebraico גוים?) significa "popolo" o "nazione".
Nella Bibbia ebraica ("Tanakh"), la parola con le sue varianti compare oltre 550 volte in riferimento agli Israeliti e alle altre nazioni. Il primo uso attestato si trova nella Genesi 10,5 e si riferisce in generale alle popolazioni non-israelite. Il primo uso del termine riferito agli Israeliti appare in Genesi 12,2, quando Dio promette ad Abramo che la sua discendenza diverrà un goy gadol ("grande nazione"). Il termine descrive poi il popolo ebraico durante l'Esodo (Es 19,16[1]). Mentre i primi libri della Bibbia ebraica usano spesso goy per descrivere gli Israeliti, negli ultimi c'è una tendenza ad applicarlo solo alle altre nazionalità[2] e anche alle singole persone appartenenti a questi popoli: in questo senso la si trova spesso tradotta in italiano come gentili. Il termine può avere sfumature peggiorative riferendosi, appunto, alle genti.
In Genesi 14,1[3] il termine sembra indicare specificamente il popolo ittita, di cui viene citato il re Tideal, ma alcune traduzioni della Bibbia lasciano il termine Goim non tradotto.
Nel conteggio numerico delle lettere dell'alfabeto ebraico il termine Goy corrisponde sia ad Eva, infatti prima progenitrice dell'umanità, sia a Giobbe, che non fu ebreo: il valore numerico è appunto 19.
La letteratura rabbinica considera le nazioni non giudee settanta, ciascuna con la propria lingua.
Inizialmente vale il riferimento ad Edom (ovvero Esaù) ed ai suoi discendenti come Goy, significato che poi si estende all'identificazione di tutti i non-ebrei, ovviamente con l'esclusione di chi abbia compiuto il Ghiur ed appunto del popolo d'Israele.
A proposito del versetto “Egli [Dio] pose il limite delle genti secondo il numero dei Figli di Israele,”[4] Rashi spiega: “In virtù del numero dei figli di Israele che erano destinati a derivare dai figli di Shem, e al numero delle settanta anime dei figli di Israele che si recarono in Egitto, Egli stabilì che il ‘limite delle genti’ [fosse caratterizzato da] settanta lingue.”
L'Ohr Hachayim[5] afferma che questo è il simbolismo che si cela dietro la Menorah: “Le sette candele della Menorah (nel Santo Tempio) corrispondono alle nazioni gentili, che sono settanta. Ogni candela allude a dieci Nazioni. Ciò allude al fatto che esse brilleranno tutte di fronte alla candela dell'ovest, che corrisponde al popolo ebraico.”
I popoli iniziarono a mischiarsi con matrimoni misti nell'epoca di Peleg valicando quindi i confini prestabiliti delle "Terre".
«Yehudah, figlio di Tema, diceva: "Sii forte come un leopardo e veloce come un'aquila, rapido come un cervo e possente come un leone per adempiere alla Volontà divina di tuo Padre che sta nel Cielo".»
(In quanto tradotte, le versioni in altre lingue diverse dall'ebraico della Torah possono far sorgere la possibilità di errori di traduzione, anche sotto il profilo semantico).
I primi cristiani, in Terra d'Israele, vennero paragonati nel Talmud, all'animale capra (ciò comunque non riguarda chi aderisce alle religioni cristiane o cattoliche, ma a quanto sostiene la Torah riguardo ad essi veri propri)[non chiaro]; per fare ulteriori esempi, i casi del confronto di alcune tribù del popolo d'Israele con figure del mondo animale o di Edom al maiale (il suo Paese viene paragonato alla zampa di questo animale) e di vari re, che importunarono e perseguitarono Israel, che vennero paragonati a Leoni, Aquile ed altro; la tribù di Giuda, invece ebraica, viene paragonata al leone e quella di Efraim, o della Casa di Giuseppe in genere, al Re'em.
Non per connaturata colpevolezza o come "offesa", i Goyim vengono nel Talmud spesso associati metaforicamente all'asino.
Queste sono metafore infatti anche il Talmud "sottolinea" che esseri umani e bestie o animali non possono essere equiparati.
Nel Cantico dei Cantici, come prediletta, la Nazione d'Israel viene paragonata alla colomba: "...mia amata", ciò anche come metafora della vera profezia.
...ma anche ad una cerbiatta e ad un "gregge riscattato" (Shir haShirim).
Rivolgendosi al popolo ebraico, Dio lo avverte sul suo futuro:
«...sarete per Me come popolo di sacerdoti»
Nel Pentateuco si riporta la promessa fatta da Dio al popolo ebraico dicendo che, se degno, sarà come popolo di sacerdoti incaricato anche e soprattutto di diffondere la fede in Lui e le parole della Torah quando vi sia la reale e sincera intenzione di conoscerle, quindi non in modo "prepotente" quando non v'è un interesse voluto; questa promessa coincide con l'opposta punizione (cfr Hester Panim) nel caso contrario, che si vuole evitare.
I Chakhamim hanno stabilito i mipnè darkey shalom (in italiano "vie e strade di pace"), educazione etica ebraica per aver buone relazioni con i non-ebrei, quando possibile, o con alcuni tra essi; per altri casi ancora è necessaria "pazienza"[6]. Esistono comunque differenti ambiti Halakhici.
I commentari biblici suggeriscono che il termine derivi da Gutium.[7]
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