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sciatrice alpina italiana (1931-2020) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giuliana Minuzzo coniugata Chenal (AFI: [ʃənal]; Vallonara, 26 novembre 1931 – Aosta, 11 novembre 2020) è stata una sciatrice alpina italiana. Fu la prima italiana a vincere una medaglia ai Giochi olimpici invernali e la prima donna a pronunciare il giuramento olimpico.
Giuliana Minuzzo | |||||||||||||
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Giuliana Minuzzo nel 1955 | |||||||||||||
Nazionalità | Italia | ||||||||||||
Sci alpino | |||||||||||||
Specialità | Discesa libera, slalom gigante, slalom speciale, combinata | ||||||||||||
Squadra | SC Cervino[1] | ||||||||||||
Termine carriera | 1963 | ||||||||||||
Palmarès | |||||||||||||
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Nata a Vallonara nel Vicentino, all'epoca comune autonomo e oggi frazione di Marostica, crebbe a Valtournenche, in Valle d'Aosta[1][2].
Sciatrice polivalente, si mise in luce a 17 anni vincendo la medaglia di bronzo nella discesa libera ai Campionati italiani 1949, alle spalle di Celina Seghi e Maria Grazia Marchelli[2][3][4], e nello stesso anno debuttò in campo internazionale in occasione della Coppa Foemina (Abetone, 5-6 marzo), dove vinse la discesa libera e si classificò 8ª nello slalom speciale e 4ª nella combinata[1][2][3][5]; l'anno successivo si piazzò 2ª nella discesa libera e 3ª nello slalom gigante delle SDS-Rennen (Grindelwald, 20-22 gennaio 1950)[6][7] ma, durante la prova di discesa libera dei Campionati italiani 1950 a Cervinia, si infortunò[7] e rimase lontana dalle competizioni per quasi un anno, fino ai successivi Campionati nazionali 1951 a Vipiteno, in cui si laureò campionessa italiana nella discesa libera[4][7]. Sempre nel 1951 vinse nuovamente la discesa libera della Coppa Foemina (Abetone, 24-25 marzo), dove si aggiudicò anche la combinata e fu 3ª nello slalom speciale[3][8].
Dopo esser stata allenata dal tecnico federale della FISI Gigi Panei[9], ai VI Giochi olimpici invernali di Oslo 1952 (14-20 febbraio), suo esordio olimpico e iridato, vinse la medaglia di bronzo nella discesa libera (fu la prima italiana a vincere una medaglia alle Olimpiadi invernali[3], valida anche ai fini iridati) e si classificò 20ª nello slalom gigante e 8ª nello slalom speciale. Nella stagione 1952-1953 vinse la combinata e si piazzò 2ª nella discesa libera e 3ª nello slalom gigante e nello slalom speciale delle SDS-Rennen (Grindelwald, 9-10 gennaio)[10], fu 2ª nella discesa libera e nello slalom gigante della Settimana internazionale FIS (Sestriere, 4-8 febbraio)[11] e vinse lo slalom speciale del trofeo Arlberg-Kandahar (Sankt Anton am Arlberg, 13-15 marzo), dove si classificò anche 2ª nella combinata[12].
Sospese l'attività agonistica nel 1954 poiché si sposò e divenne madre[13]; tornò alle gare in occasione delle SDS-Rennen 1955 (Grindelwald, 6-8 gennaio), dove vinse lo slalom speciale e si piazzò 3ª nella combinata[14], e nel prosieguo di quella stagione 1954-1955 fu 2ª nello slalom speciale della Settimana internazionale del Monte Bianco (Saint-Gervais-les-Bains, 19-23 gennaio)[15] e s'impose nello slalom speciale dell'Arlberg-Kandahar (Mürren, 11-13 marzo)[16].
Nella stagione 1955-1956 si classificò 2ª nello slalom gigante delle SDS-Rennen (Grindelwald, 4-7 gennaio)[17] e ai successivi VII Giochi olimpici invernali di Cortina d'Ampezzo 1956 (26 gennaio-5 febbraio), dopo esser stata la prima donna della storia olimpica ‒ sia invernale che estiva ‒ a leggere il giuramento degli atleti durante la cerimonia di apertura[3], si piazzò 4ª nella discesa libera, 13ª nello slalom gigante, 4ª nello slalom speciale e vinse la medaglia di bronzo nella combinata, disputata in sede olimpica ma valida solo ai fini dei Mondiali 1956.
Dopo le Olimpiadi cortinesi interruppe nuovamente la sua attività agonistica per maternità[1] e, allenata da Davide David[1], tornò alle gare per le SDS-Rennen 1958 (Grindelwald, 8-11 gennaio)[18], continuando però a gareggiare solo saltuariamente in ambito internazionale (non prese il via nemmeno ai Mondiali di Badgastein 1958[19]); agli VIII Giochi olimpici invernali di Squaw Valley 1960 (19-27 febbraio), sua ultima partecipazione olimpica, vinse tuttavia la medaglia di bronzo nello slalom gigante (valida anche ai fini dei Mondiali 1960) e fu 10ª nello slalom speciale.
Nella stagione 1960-1961 vinse nuovamente lo slalom speciale delle SDS-Rennen (Grindelwald, 10-13 gennaio)[20]; si aggiudicò quindi lo slalom gigante delle Silberkrugrennen (Badgastein, 3-5 febbraio)[21] e disputò le sue ultima gare internazionali al trofeo Arlberg-Kandahar (Mürren, 10-12 marzo)[22]. In ambito nazionale continuò a gareggiare fino ai Campionati italiani 1963, dove vinse il suo nono titolo nazionale[4].
Dopo il ritiro agonistico gestì a lungo un negozio di articoli sportivi a Cervinia[1]; cinquant'anni dopo il giuramento olimpico di Cortina, in occasione della cerimonia d'apertura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006, consegnò la bandiera olimpica ai rappresentanti degli atleti e dei giudici di gara e ne resse un lembo durante la lettura dei rispettivi giuramenti[23].
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