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compositore italiano (1892-1965) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giorgio Federico Ghedini (Cuneo, 11 luglio 1892 – Genova, 25 marzo 1965) è stato un compositore e didatta italiano, vincitore del Premio Feltrinelli per la Musica nel 1963.[1]
Dopo aver studiato organo, pianoforte e violoncello a Torino, si diplomò in composizione a Bologna con Marco Enrico Bossi nel 1911. Iniziò una carriera di direttore d'orchestra, anche se ben presto si dedicò principalmente alla composizione ed alla didattica. Fu docente di composizione al Conservatorio di Torino dal 1918 al 1937, al Conservatorio Arrigo Boito dal 1937 al 1941, in seguito si trasferì al Conservatorio Verdi di Milano, di cui fu anche direttore dal 1951 al 1962. A testimonianza di questa lunga attività didattica vanno ricordati gli allievi Marcello e Claudio Abbado, Luciano Berio, Alberto Bruni Tedeschi, Niccolò Castiglioni, Fiorenzo Carpi, Carlo Pinelli e Liliana Renzi.
Autore estremamente prolifico, Ghedini lavorò assiduamente fino alla sua morte, avvenuta a Nervi nel 1965. Al suo nome è stato dedicato il Conservatorio di Cuneo ed intitolata una via a Torino, nel quartiere Barriera di Milano.
Appassionato di musica antica, trascrisse e rielaborò composizioni di numerosi autori del Rinascimento e del Barocco, tra cui Claudio Monteverdi, Girolamo Frescobaldi, Andrea e Giovanni Gabrieli. Alla musica antica si ispirò anche per le sue composizioni originali, tentando di combinarne gli stilemi con il linguaggio novecentesco. Il suo stile è unico nel panorama musicale a lui contemporaneo e si esprime tramite l'eccelso magistero contrappuntistico e formale/costruttivo. Lo stesso Ghedini annotava al riguardo: "La struttura della composizione nasce dallo spontaneo organizzarsi di valori puramente musicali, in una serie di edifici sonori a loro volta cementati l'un all'altro da una chiara logica tematica e costruttiva".
Nella sua sterminata produzione cameristica e sinfonica vanno menzionati il Concerto per orchestra (dedicato alla memoria del direttore d'orchestra prematuramente scomparso Guido Cantelli), i concerti per violino Il Belprato e Concentus Basiliensis, concerto per due violoncelli L'Olmeneta, la Musica Notturna, che spicca per la cura timbrica quasi ossessiva, e il Concerto dell'Albatro per violino, violoncello, pianoforte, voce recitante e orchestra, sul testo "Moby Dick" di Herman Melville la cui traduzione in lingua italiana è opera dello scrittore Salvatore Quasimodo (prima esecuzione assoluta a Torino nel dicembre del 1945; prima esecuzione ad opera dello storico Trio di Trieste è del 1951 con l'Orchestra da Camera di Basilea diretta da Paul Sacher) ed il Divertimento in Re maggiore per violino e orchestra (1959/60) dedicado alla violinista Wanda Luzzato (prima esecuzione assoluta, Torino 28 ottobre 1960 con l'Orchestra RAI diretta da Hilmar Schatz, ripreso il 28 febbraio 1962, alla RAI di Milano, da Franco Gulli sotto la direzione di Lovro von Matacic).
I sette Ricercari per violino, violoncello e pianoforte sono stati invece espressamente dedicati da Giorgio Federico Ghedini al Trio di Trieste: il tema dell'ultimo dei Ricercari è formato con le lettere, secondo la nomenclatura tedesca, dei nomi e cognomi dei componenti del Trio di Trieste e cioè:
Dario De Rosa = D, A, D, E, A (Re, La, Re, Mi, La)
Renato Zanettovich = E, A, E, C, H (Mi, La, Mi, Do, Si)
Libero Lana = B, E, A (Sib, Mi, La)
Notevolissima, e pure quella sterminata, la sua produzione di musica vocale da camera, in particolare di liriche per voce e pianoforte.
Si dedicò anche all'elaborazione di canti popolari provenienti dalla tradizione arcaica, dedicando alcune sue composizioni al coro della SAT di Trento, e alla realizzazione di colonne sonore per film, documentari e cortometraggi (soprattutto per la Lux Film).
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