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Geograficamente, l'Alto Mantovano è grosso modo limitato a est e a ovest rispettivamente dai fiumi Chiese e Mincio, a nord dalle colline moreniche del lago di Garda, mentre i suoi confini meridionali sono segnati dalla pianura medio mantovana attraversata dalla Via Postumia.
Questo territorio presenta aspetti unici e molto particolari, dovuti in parte alla sua vicinanza con gli ambienti umidi del lago di Garda, in parte agli eventi geologici che l'hanno originato[1]. Le colline moreniche che appaiono oggi disposte in ampi semicerchi concentrici che si dischiudono verso la pianura risalgono, infatti, all'epoca delle due ultime glaciazioni, quando il ghiacciaio del Garda trascinò verso valle grandi quantità di detriti. Questi depositi, con il passare dei millenni, divennero vere e proprie colline che il tempo e le acque modellarono e rivestirono di una ricca e rigogliosa flora donando loro buona parte dell'aspetto che ancora adesso si può ammirare. Poi l'uomo fece il resto assecondando la natura, bonificando gli acquitrini, convogliando l'acqua[2].
I comuni dell'Alto Mantovano rappresentano un ambito territoriale riconoscibile, anche sul piano percettivo, per la peculiarità del sistema ambientale sotto il profilo della configurazione geomorfologica, delle forme e delle modalità di strutturazione degli insediamenti storici, nonché degli assetti idrografici, vegetazionali e paesaggistici. L'ambito territoriale presenta nella parte settentrionale ondulazioni collinari che conferiscono particolarità, donando al territorio una sorta di micro-spazio unitario, concentrico, per quanto perfettamente integrato agli spazi esterni ad esso. Al tempo stesso, l'area morenica e la zona ai suoi piedi rappresentano un ambito di collegamento con il bacino del lago di Garda verso nord, nella direzione dei territori bresciano e veronese, e possiedono importanti relazioni su scala interprovinciale, che definiscono un comprensorio dalle forti dinamiche economiche, sia sul versante produttivo che dei cospicui flussi turistici[3].
In sostanza il territorio si può suddividere, approssimativamente, con riguardo innanzitutto al punto di vista altimetrico e della conformazione territoriale, in due grandi aree, l'una collinare a nord e l'altra di pianura a sud-ovest, alle quali corrispondono diverse caratteristiche ambientali e vegetative.
Questa zona pianeggiante di alta e media pianura è percorsa dai fiumi Mincio, Oglio, Chiese, e da più brevi corsi d'acqua come i Tartari, l'Osone, il Solfero, il Caldone; è caratterizzata da sedimenti fluviali a granulometria fine – sabbie, limi, argille - , in lieve pendenza verso la parte assiale del corso del Po[5]. A sua volta il paesaggio dell'altopiano pianeggiante si divide in: media pianura idromorfa o fascia storica delle risorgive; bassa pianura e paesaggi delle valli fluviali, con la valle del Chiese, la valle dell'Oglio e la valle del Mincio[11].
L'assetto geologico è caratterizzato nella parte settentrionale dalle colline moreniche del Garda, costruite dai grandi ghiacciai alpini durante le ultime glaciazioni, nella parte meridionale dalla piana proglaciale würmiana, nota come livello fondamentale della pianura, formatasi al termine dell'ultima glaciazione quaternaria; in essa sono bene riconoscibili le incisioni vallive, a tratti fortemente incassate, dei corsi d'acqua principali – Oglio e Mincio - ritenute di età olocenica.
L'Alto Mantovano è delimitato su tre lati da tre importanti fiumi: ad ovest il Chiese, in prossimità del confine con Brescia, ad est il Mincio – che per un tratto segna il limite con la provincia di Verona -, a sud-ovest l'Oglio – che marca il confine con la provincia di Cremona -[12]. Tra l'Oglio e il Mincio sono ubicati diversi corsi d'acqua minori, la cui origine si deve al confluire delle acque di risorgiva, che contribuiscono con i loro depositi al paesaggio delle valli fluviali. Nella zona corrispondente all'abitato di Castel Goffredo sono presenti numerose risorgive.
Il clima dell'Alto Mantovano è quello tipico della pianura padana: le estati sono lunghe e umide ciò aumenta ancor più la sensazione di calore venendosi a creare l'afa, mentre l'inverno è freddo, con frequenti nebbie. Le precipitazioni si concentrano nei mesi dell'autunno-inverno, periodo nel quale possono essere anche a carattere nevoso.
L'Alto Mantovano è interessato da alcuni parchi, riserve e oasi d'interesse naturalistico:
Dal punto di vista della conformazione territoriale, si può operare una prima e approssimativa ripartizione del territorio in due zone:
A sua volta il paesaggio dell'altopiano pianeggiante si divide in: media pianura idromorfa o fascia storica delle risorgive; bassa pianura e paesaggi delle valli fluviali, con la valle del Chiese, la valle dell'Oglio e la valle del Mincio[11].
Il settore agricolo ha una forte rilevanza economica in tutto il territorio, con le grosse aziende ad indirizzo cerealicolo-zootecnico e gli allevamenti di suini, tipici della pianura lombarda, ma anche con i vigneti e frutteti dell'area collinare[22].
L'Alto Mantovano si caratterizza per l'uso a seminativo preponderante rispetto alle altre forme di utilizzo del territorio. Questa presenza contraddistingue l'intera zona, ad esclusione delle aree lungo i principali corsi d'acqua dove pioppeti, boschi e aree a vegetazione naturale hanno una diffusione significativa. Tra le colture presenti riconducibili alla componente seminativa troviamo cereali autunno-vernini, colture industriali, colture foraggere. Le legnose agrarie (pioppeti, vigneti e frutteti) si localizzano lungo i principali corsi d'acqua (pioppeti) e le colline moreniche (frutteti e vigneti).
Nelle aree più prettamente agricole è presente una fitta ragnatela di siepi e filari, omogeneamente distribuita. Tale rete, attraverso i corridoi ecologici tra differenti aree naturali in cui si concentrano la fauna e la flora spontanea, si comporta come una riserva di biodiversità. Per questo motivo, e per il suo valore come elemento del paesaggio agrario, la sua importanza è stata rivalutata enormemente negli ultimi anni [23].
Il territorio dell'Alto Mantovano ha avuto origine dalle complesse vicende intervenute durante l'era quaternaria; la sua genesi si deve, infatti, prima alla dinamica glaciale e fluvioglaciale durante il Pleistocene (1,7 - 0,01 milioni di anni), poi a quella fluviale durante l'Olocene (a partire da 0,01 milioni di anni).
L'assetto geologico è pertanto caratterizzato nella parte settentrionale dalle colline moreniche del Garda, costruite dai grandi ghiacciai alpini durante le ultime glaciazioni, nella parte centrale dalla piana proglaciale würmiana, nota come livello fondamentale della pianura, formatasi al termine dell'ultima glaciazione quaternaria; in essa sono bene riconoscibili le incisioni vallive, a tratti fortemente incassate, dei corsi d'acqua principali – Oglio e Mincio - ritenute di età olocenica[24].
Gran parte del territorio altomantovano è costituito dai sedimenti dapprima ghiaiosi – a nord - e poi sabbiosi – a sud -, fuoriusciti durante il Pleistocene superiore dal fronte del ghiacciaio gardesano, le cui morene più esterne si affacciano a settentrione dell'area. Tali sedimenti vennero depositati dai corsi d'acqua a canali intrecciati prima, meandreggianti poi, che costruirono una piana fluvioglaciale (sandur), in origine omogeneamente digradante dagli apparati morenici al Po.
Oggi questa piana, che costituisce il livello principale della pianura, è, nel tratto compreso fra Oglio e Mincio, fortemente incisa da corsi d'acqua attivi o fossili. La particolare forma dell'antica pianura fluvioglaciale, come anche l'andamento dei corsi d'acqua che la incidono, è stata determinata dall'evolversi, anche durante l'Olocene, di strutture tettoniche profonde.
La sedimentazione del livello principale della pianura cessa probabilmente tra la fine del Pleniglaciale e il Tardiglaciale. In questa fase i numerosi corsi d'acqua, prendenti origine dalle morene frontali del Garda, iniziano ad incidere e terrazzare la sommità fino ad allora pianeggiante del sandur che da questo momento sarà sede soprattutto di processi pedogenetici. Tali mutamenti pedogenetici hanno cause complesse, indotte sia dalle variazioni climatiche intervenute nell'Olocene sia dal diverso rapporto instaurato con il suolo da ciascuna delle culture succedutesi dal neolitico al presente.
Le più antiche tracce di pedogenesi olocenica risalgono al periodo Boreale-Atlantico, quando l'alta pianura mantovana era ricoperta prevalentemente da specie arboree pertinenti al querceto misto[25].
Il territorio alto mantovano dal punto di vista geomorfologico può essere suddiviso in tre grandi ambiti: l'anfiteatro morenico del Garda, il livello fondamentale della pianura e le valli fluviali dei corsi d'acqua olocenici.
Nella parte nord si estende la propaggine meridionale dell'anfiteatro morenico würmiano del Garda, edificato sulla morena frontale abbandonata durante il ritiro conseguente la massima avanzata glaciale. Ciò è ben visibile nella forma di questi rilievi morenici, che presentano una caratteristica curvatura, con la convessità rivolta verso la pianura.
Si tratta di un paesaggio composito, costituito dall'alternanza, in una successione articolata, di forme eterogenee. I cordoni morenici, connotati da una morfologia più o meno aspra e acclive, sono alternati a piane intermoreniche.[26] L'aspetto morfologico del territorio in esame è tipicamente collinare ed è caratterizzato da una topografia estremamente variabile; le superfici si trovano a quote comprese tra 50 e 350 m s.l.m. e i cordoni hanno pendii fortemente inclinati e scoscesi (valori medi di pendenza 6-20%, con massimi di 45%).
Nelle incisioni si trovano sedimenti fluvioglaciali e fluviali con granulometria ghiaiosa, talvolta con uno strato pedogenizzato argilloso e di colore rossastro. Le piane intermoreniche, tuttora influenzate da fenomeni di ristagno idrico nelle parti più depresse del paesaggio, erano sede di antiche paludi in cui avveniva la decantazione dei sedimenti a granulometria più fine (argille), talora con torbe.[27] Alla eterogeneità del paesaggio corrisponde un'elevata variabilità pedologica, con suoli da poco a moderatamente profondi, a volte pietrosi, con tessitura media o moderatamente grossolana. I suoli sono calcarei o molto calcarei, da subalcalini a molto alcalini, con elevata saturazione basica e capacità di scambio medio-bassa.[26]
Questo ambito fisiografico, esteso nella parte centrale del territorio, è compreso tra le quote di circa 100–110 m s.l.m. nella sua porzione più settentrionale e circa 40 m s.l.m. al limite meridionale. Al suo interno è possibile distinguere tre diverse porzioni, ascrivibili a quelle che sono definite come alta, media e bassa pianura.
Il livello fondamentale della pianura è costituito da sedimenti di origine fluvioglaciale e fluviale, la cui granulometria passa dalla dominanza ghiaioso-sabbiosa nell'area prospiciente le colline moreniche del Garda a quella limoso-sabbiosa verso sud[28]. Tale granulometria variabile dei sedimenti, decrescente man mano che si procede in direzione sud, è in relazione alla riduzione della velocità e competenza delle acque.
Il livello fondamentale descrive la pianura formata nella fase finale della glaciazione würmiana, all'esterno della cerchia morenica, tramite deposizione e accumulo del carico grossolano trasportato dai corsi d'acqua alimentati dalle acque di fusione dei ghiacciai.
I tre principali ambienti che vengono individuati entro il livello fondamentale della pianura da nord verso sud sono:[29]
Il paesaggio delle valli fluviali dei corsi d'acqua olocenici descrive i piani di divagazione dei principali corsi d'acqua - Oglio col suo affluente Chiese e Mincio -, attivi o fossili, e le loro superfici terrazzate, situate a quote maggiori rispetto al fiume e affrancate dalle acque.
L'origine delle valli è dovuta all'incisione dei corsi d'acqua del reticolo idrografico attuale o recente; molti di essi, attivi già nel Pleistocene, continuano a incidere o a sovralluvionare i propri depositi[32].
I principali corsi d'acqua - Oglio, Mincio e Chiese - hanno provenienza alpina ed hanno inciso nei territori attraversati valli fluviali di varia profondità:
Nelle valli oloceniche si distinguono il sottosistema delle superfici terrazzate e quello delle piane alluvionali inondabili:[32]
Nell'Alto Mantovano, la diffusione di sedimenti di diversa natura e di diversa permeabilità comporta differenti tipi di circolazione idrica nel sottosuolo. Nella parte settentrionale l'alta permeabilità dei terreni e l'abbondanza di flussi idrici determinano la presenza di una considerevole circolazione idrica sotterranea.
Dal punto di vista idrogeologico è possibile descrivere la presenza di acqua secondo due tipologie: l'acqua nel suolo e l'acqua di falda:
La presenza di acqua nel suolo o, comunque, entro 2-3 metri di profondità dalla superficie del terreno, può essere dovuta alla presenza di orizzonti poco permeabili, oppure alla influenza di una vera falda freatica a profondità ridotta.
Nel primo caso si formano orizzonti di suolo sovente saturi d'acqua, per ristagno interno, come avviene in suoli soggetti a forte interferenza idrica (vicinanza di canali irrigui, fontanili, aree morfologicamente depresse).
Ma nel territorio si riscontra anche una falda idrica a profondità ridotta, in prossimità delle aree di media pianura con fontanili in attività. In tutti questi casi, il drenaggio è molto rallentato, con sensibili influenze sui caratteri podologici.
Riguardo al drenaggio interno del suolo si verificano situazioni molto diverse: si va da deflussi delle acque estremamente veloci, come avviene sui cordoni morenici o sull'alta pianura, a deflussi lenti o impediti per eccessi di materiali argillosi nella bassa pianura.
Il sottosuolo dell'Alto Mantovano è caratterizzato dalla presenza di un acquifero complesso, multistrato, rappresentabile schematicamente con una falda principale, quella freatica, semiconfinata.
L'acquifero viene alimentato da un consistente flusso sotterraneo proveniente dai settori centro-settentrionali del territorio lombardo e maggiormente concentrato lungo i cordoni morenici, l'alta pianura ghiaiosa e i canali più permeabili corrispondenti ad alvei fluviali attuali o abbandonati o a paleoalvei sepolti.
La profondità della falda dal piano campagna varia da alcune decine di metri nella zona morenica, ai circa 10 metri dell'alta pianura per arrivare a circa 3-5 metri nella bassa pianura[35].
L'Alto Mantovano è delimitato su tre lati da tre importanti fiumi: ad ovest il Chiese, in prossimità del confine con Brescia, ad est il Mincio – che per un tratto segna il limite con la provincia di Verona -, a sud-ovest l'Oglio – che marca il confine con la provincia di Cremona -.
Tra l'Oglio e il Mincio sono ubicati diversi corsi d'acqua del reticolo minore, la cui origine si deve al confluire delle acque di risorgiva, che contribuiscono con i loro depositi al paesaggio delle valli fluviali[32].
Il territorio è inoltre solcato da innumerevoli fiumi minori e vasi artificiali per l'irrigazione agricola. Nella zona più a nord, corrispondente all'abitato di Castel Goffredo, sono presenti numerose risorgive.[36]
I corsi d'acqua minori e i torrenti, alcuni di rilevante valore naturalistico-ambientale, che percorrono il territorio sono:
L'Alto Mantovano è solcato nella parte nord anche dal Canale Virgilio, artificiale, utilizzato a scopi irrigui in agricoltura.
Il territorio fa parte del Consorzio di Bonifica Alta e Media Pianura Mantovana.[51]
Sono presenti sul territorio numerose cave per l'estrazione di inerti ghiaioso-sabbiosi.
Il rischio sismico del territorio è mediamente basso (zona 4), malgrado altri territori della zona, come i comuni nelle vicinanza del lago di Garda, sono classificati a medio rischio sismico (zona 3).[52]
Il clima dell'Alto Mantovano è quello tipico della pianura padana: le estati sono lunghe e umide ciò aumenta ancor più la sensazione di calore venendosi a creare l'afa, mentre l'inverno è freddo, con frequenti nebbie. Le precipitazioni si concentrano nei mesi dell'autunno-inverno, periodo nel quale possono essere anche a carattere nevoso. Le mezze stagioni sono quasi del tutto inesistenti.
Dall'analisi dei dati di temperatura e piovosità si può notare una relativa uniformità delle temperature, dovuta all'assenza di elementi morfologici di rilievo.
Il mese più freddo è gennaio, quello più caldo luglio. Con queste temperature l'Alto Mantovano si caratterizza per essere una delle zone più calde della Lombardia.
Quanto alle precipitazioni medie annue – pioggia e neve fusa - si può osservare una maggiore piovosità mano a mano che ci si sposta nella parte nord-occidentale, con un incremento dai 700 mm nel settore meridionale della media e bassa pianura ai 900 mm in prossimità del lago di Garda (Castiglione delle Stiviere). L'Alto Mantovano risulta così la parte più piovosa della provincia mantovana, che rimane comunque una delle aree meno piovose della Lombardia[53].
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