Nel maggio del 1860 furono 45 i Garibaldini siciliani nei Mille. Siciliani che si trovavano fuori dall'isola, e si arruolarono volontariamente per partecipare alla campagna nell'Italia meridionale comandata da Giuseppe Garibaldi, la cosiddetta spedizione dei Mille, volta alla conquista del Regno delle Due Sicilie al fine dell'annessione di quest'ultimo al Regno d'Italia dei Savoia. La maggioranza erano esuli dal Regno delle Due Sicilie, a seguito degli avvenimenti del 1848-49.
Antonio Vian (Palermo, 5 marzo 1836), già luogotenente di piazza in aspettativa.
Bartolomeo Vitale (Palermo, 7 luglio 1840), capitano marittimo.
Subito dopo lo sbarco a Marsala alla colonna dei Mille si aggregarono subito quasi 200 volontari siciliani, e quando in seguito Garibaldi si proclamò Dittatore a Salemi, ancora altri siciliani si arruolarono, guidati dai fratelli Sant'Anna.
Il 14 maggio arrivarono 500 volontari siciliani, dalle campagne di Erice, al comando di Giuseppe Coppola e del medico Rocco La Russa e combatterono già nella battaglia di Calatafimi[3].
Il 27 maggio attaccarono Palermo da un lato i garibaldini provenienti da Calatafimi, dall'altro un migliaio di volontari palermitani guidati da Corrao e da Pilo, che cadde in combattimento[4]. Quando arrivarono a Palermo i picciotti erano 3.000 e al termine della battaglia erano arrivati a 6.602[5].
Fu creata poi una brigata Sicula, dipendente dalla divisione Turr, comandata dal generale Giuseppe La Masa e dopo le sue dimissioni, dal 18 ottobre dal colonnello brigadiere Giovanni Corrao.[6]