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militare italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gaetano Tavoni (Vignola, 6 febbraio 1889 – Roma, 16 marzo 1941) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Gaetano Tavoni | |
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Nascita | Vignola, 6 febbraio 1889 |
Morte | Roma, 16 marzo 1941 |
Cause della morte | Ferite riportate in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Corpo | Bersaglieri Alpini |
Unità | 6º Reggimento bersaglieri 10º Reggimento bersaglieri 9º Reggimento alpini |
Anni di servizio | 1906-1941 |
Grado | Colonnello |
Guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna italiana di Grecia |
Comandante di | 9º Reggimento alpini |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena |
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1] | |
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Nacque a Vignola il 6 febbraio 1889, figlio di Carlo e Silvice Trenti.[2] Nel 1906 entrò volontario nel 6º Reggimento bersaglieri e, divenuto sergente maggiore, venne ammesso a frequentare i corsi della Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, da cui uscì nel 1911 con il grado di sottotenente assegnato all'arma di fanteria.[3] Entrato nel 10º Reggimento bersaglieri ciclisti, partecipò sin dal maggio 1915 alla prima guerra mondiale comandante della Sezione mitragliatrici del reggimento distinguendosi sul Podgora, a Plava e sul Sabotino.[4] Promosso capitano nel settembre 1915, rimase ferito in combattimento nel marzo 1916 sul Pal Piccolo, venendo decorato con una medaglia d'argento al valor militare.[3] Ricoverato in ospedale, una volta dimesso, rinunziò al servizio sedentario a cui aveva diritto per raggiungere nel luglio 1916 il reggimento in Albania.[4] Prese parte con la sua compagnia ai combattimenti sul Monte Trubes e Drizar Fratari, distinguendosi come ottimo comandante di truppe e prezioso collaboratore dei comandanti superiori.[4] Promosso maggiore a scelta ebbe varie citazioni all'ordine del giorno del Reggimento.[4] Nel novembre 1917 assunse il comando del Battaglione complementare della Brigata Tanaro[3] quindi venne trasferito al 204º Reggimento fanteria "Tanaro", distinguendosi nell'occupazione di Elbasan, dove dimostrò notevole capacità professionale.[4] Dall'agosto al novembre 1919 fu a disposizione del 137º Reggimento fanteria; rientrato in Patria fu destinato in servizio al 1º Reggimento alpini, e nell'aprile 1921 passò al 9º Reggimento alpini come comandante di battaglione.[4]
Nel 1927 divenne tenente colonnello e assunse il comando della 3ª Brigata alpina.[3] Nel 1932 ritornava in servizio presso il 9º Reggimento. Promosso a colonnello nel 1939, assunse il comando del reggimento stesso e nel mese di aprile partì per l'Albania.[3] Il reggimento, inquadrato nella 3ª Divisione alpina "Julia" partecipò alle operazioni belliche sul fronte greco.[3] L'8 gennaio 1941 sulla cima del Topojanit, in un combattimento corpo a corpo cade a terra gravemente ferito il tenente colonnello Umberto Tinivella comandante del II Battaglione alpini "Val Tagliamento" del 1º Gruppo Valle, mentre lui rimase gravemente ferito alle gambe ed alla testa durante i combattimenti del 9 gennaio.[5] Portato in salvo nelle immediate retrovie, percorrendo sentieri quasi impraticabili, dove si affondava nel fango fino al ginocchio, con una barella di fortuna formata da teli da tenda e paletti di ornello fu poi accompagnato quasi morente presso l'ospedale di Berat.[5] Trasferito successivamente presso l'ospedale militare del Celio a Roma qui si spense il 16 marzo.[3]
Il comune di Savignano sul Panaro gli ha dedicato una via, e gli e stata intitolata la Caserma militare delle Piane di Mocogno (Lama Mocogno) (MO), base logistica e di addestramento dell'Esercito Italiano usata anche per l'Accademia Militare di Modena.[N 1]
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