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Arma di fanteria
arma dell'Esercito Italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'Arma di fanteria è un'Arma dell'Esercito Italiano che impiega combattenti appiedati, detti appunto i fanti.
«Questa è la Scuola della Fanteria, Regina delle battaglie»

Viene considerata come l'ossatura della forza armata in quanto la maggioranza dei suoi reparti di manovra appartengono proprio all'arma.
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Storia
Le radici vengono fatte risalire all'istituzione dell'Esercito Italiano (avvenuta il 4 maggio 1861). Complessivamente, dalle guerre d'indipendenza ai giorni nostri la Fanteria ha avuto circa 900.000 Caduti. La formazione d'arma è curata dalla Scuola di Fanteria (Cesano di Roma) il cui comandante assume il titolo di Ispettore per l'Arma di Fanteria.
Caratteristiche
La caratteristica principale delle unità dell'Arma è il costo relativamente economico dell'armamento e dei suoi mezzi. Sin dalla prima guerra mondiale essa ha costituito la massa d'urto delle Forze Armate ed il nucleo fondamentale dell'Esercito. Durante e dopo tale conflitto essa è divenuta più mobile, più efficiente e più tecnica.
Il santo patrono è Martino di Tours. L'Associazione Nazionale del Fante è la depositaria del Medagliere nazionale.[1]
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Specialità

Attive
Non attive
- Fanteria d'Arresto (soppressa)
- Alpini d'Arresto (soppressa)
- Fanteria per gruppo missili (soppressa)
- Carristi (dal 1927 al 1999 hanno fatto parte dell'arma di fanteria, oggi sono inquadrati nell'Arma di cavalleria)
- Arditi (dal 1917 al 1920 e dal 1942 al 1945)
Reggimenti e reparti di Fanteria attualmente in vita
Riepilogo
Prospettiva
- Comandi di fanteria
- Reparti di Fanteria e dei Corpi derivati operativi
- Granatieri
1º Reggimento "Granatieri di Sardegna" con sede a Roma
- 2º Reggimento "Granatieri di Sardegna" con sede a Spoleto.
- Fanteria
5º Reggimento fanteria "Aosta" con sede a Messina
9º Reggimento fanteria "Bari" con sede a Trani
62º Reggimento fanteria "Sicilia" con sede a Catania
66º Reggimento fanteria Aeromobile "Trieste" con sede a Forlì
82º Reggimento fanteria "Torino" con sede a Barletta
151º Reggimento fanteria "Sassari" con sede a Cagliari
152º Reggimento fanteria "Sassari" con sede a Sassari
- Bersaglieri
- Alpini
- Paracadutisti
- Lagunari
- Reggimenti di Fanteria addestrativi
- Fanteria
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Reggimenti e reparti storici
Onorificenze alla Bandiera di Guerra dell'Arma di Fanteria
Riepilogo
Prospettiva
La Bandiera di Guerra dell'Arma di Fanteria, custodita dal 23 maggio 1982 presso la Scuola di Fanteria, è decorata delle seguenti onorificenze[2]:
2 Croci di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia (già dell'Ordine militare di Savoia)
1 Medaglia d'oro al valore dell'Esercito
1 Medaglia d'oro al valore civile
Motivazioni
«Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia. Guerra italo-austriaca 1915 - 1918
(all'Arma di Fanteria del Regio Esercito e per duplicazione a tutti i Reggimenti combattenti)»
— Roma, regio decreto 5 giugno 1920
— Roma, regio decreto 5 giugno 1920
«Pari alla sua fama millenaria, espressione purissima delle alte virtù guerriere della stirpe si prodigava eroica, generosa, tenace in tutte le battaglie, dando prezioso contributo di valore e di sangue alla vittoria. Guerra Italo-etiopica, 3 ottobre 1935 - 5 maggio 1936
(all'Arma di Fanteria del Regio Esercito)»
— Roma, regio decreto 27 gennaio 1937
— Roma, regio decreto 27 gennaio 1937
«L'Arma di Fanteria con le sue Specialità, depositarie ed eredi di antica tradizione, di silenzioso sacrificio e di incondizionata dedizione al dovere, ha sempre rappresentato la principale componente nell'ambito delle operazioni che l'Esercito italiano ha condotto nel corso della sua storia ultracentenaria. L'abnegazione, la tenacia, l'elevatissima motivazione e il valore militare, dai quali sono scaturiti atti di eroismo entrati nella tradizione, hanno costantemente caratterizzato i suoi soldati che si sono contraddistinti per professionalità, spirito di servizio ed esemplare amor di patria. Moderno ed articolato strumento operativo ovunque impiegato – in soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali, nel concorso al controllo del territorio ed al mantenimento dell'ordine pubblico - la fanteria ha continuato a prodigarsi con assoluta dedizione ed encomiabile slancio anche fuori dal territorio nazionale, offrendo sempre un contributo di altissimo rilievo per l'assolvimento delle delicate e complesse operazioni svolte a favore delle popolazioni travagliate da gravissime crisi interne o ambientali. Lo spirito di sacrificio ed il tributo di vite umane, per i quali i suoi gloriosi reggimenti sono stati insigniti delle più alte decorazioni al valor militare, sono il simbolo dell'assoluto ed incondizionato senso del dovere da parte dell'Arma di fanteria che con il suo operato ha contribuito ad accrescere il prestigio dell'esercito e dell'Italia nel contesto nazionale ed internazionale”. In patria, Somalia, Bosnia Herzegovina, Albania, Kosovo, Iraq, Afghanistan, 1992-2007»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 24 aprile 2008[3]
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 24 aprile 2008[3]
«In occasione di gravi eventi alluvionali, interveniva prontamente con uomini e mezzi nelle aree sinistrate e con encomiabile slancio di solidarietà e spirito di sacrificio approntava una preziosa opera di soccorso delle popolazioni civili, prodigandosi incessantemente sin dalle prime ore per il salvataggio di molte vite umane. Con ininterrotta e immane fatica, in condizioni meteorologiche particolarmente avverse e in condizioni di estrema difficoltà, allestiva tendopoli per i senzatetto e consentiva il ripristino della viabilità e delle comunicazioni. Dando prova, ancora una volta, di altissima professionalità, di eccezionale abnegazione e di elevate capacità tecniche, contribuiva al graduale ritorno alla normalità, riuscendo così a dare conforto e fiducia ai cittadini, duramente colpiti negli affetti e nei beni. Val Padana, novembre 1994»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 25 settembre 1996[4]
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 25 settembre 1996[4]
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Note
Voci correlate
Collegamenti esterni
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