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Il 185º Reggimento paracadutisti Ricognizione ed Acquisizione Obiettivi "Folgore" (abbreviato in 185º RRAO) è un reparto dell'Esercito Italiano, dal 2018 inserito nelle forze speciali, composto da personale specificatamente selezionato e formato, particolarmente addestrato ed equipaggiato per condurre l’intero spettro dei compiti tipici delle “Operazioni Speciali”, particolarmente specializzato nella condotta di Ricognizioni speciali e Operazioni di guida terminale del fuoco.[2].
185º Reggimento paracadutisti Ricognizione ed Acquisizione Obiettivi "Folgore" | |
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Stemma del 185º reggimento paracadutisti RAO | |
Descrizione generale | |
Attiva | 1941 - 1945 2000 - oggi |
Nazione | Italia |
Servizio | Esercito Italiano |
Tipo | Forze speciali |
Ruolo | Ricognizione Speciale, Azione Dirette in Stand Off e Assistenza Militare |
Dimensione | Reggimento |
Guarnigione/QG | Bracciano, Livorno |
Soprannome | 185° RRAO |
Motto | "Videre nec videri" |
Anniversari | 20 aprile[1] |
Parte di | |
Comando delle forze speciali dell'Esercito | |
Comandanti | |
Comandante attuale | Col. Marco Margutti |
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Inoltre il 185º reggimento ha una “vocazione” spiccatamente intelligence ed è specializzato nelle azioni dirette che prevedono l’ingaggio di obiettivi “a distanza” (ovvero con modalità “stand-off”) sfruttando l’armamento in dotazione e tutte le piattaforme di fuoco terrestri, aeree e navali. Il “RRAO” opera normalmente infiltrando distaccamenti operativi equipaggiati e addestrati per operare “oltre le linee nemiche”, a grande distanza dalle forze amiche ed in completo isolamento tattico.[3]
La componente operativa del reggimento è costituita da ufficiali, sottufficiali, graduati e volontari in servizio permanente o in ferma prefissata, addestrati e selezionati mediante un iter formativo della durata di circa due anni, che culmina nell’attribuzione del brevetto di "Acquisitore Obiettivi"[4] (COM.FO.S.E), con dipendenza operativa dal Comando interforze per le operazioni delle forze speciali, ed è di stanza a Livorno.[5]
Il 185º Reggimento paracadutisti RAO “Folgore”, trae le sue origini dal 1º Reggimento fanteria paracadutisti, inserito nella 1ª Divisione paracadutisti “Folgore”, che alla fine del luglio 1942 nell’ambito di una riorganizzazione delle unità, cedette il III battaglione che unito all'XI, costituì il 185º Reggimento fanteria paracadutisti “Folgore”. Allorquando la divisione fu aerotrasportata in Nord Africa, il 185º rgt. fu trattenuto in Italia quale nucleo iniziale per costituire in novembre la 184ª Divisione paracadutisti "Nembo".
Nell'aprile 1943, il 185º reggimento fu distaccato dalla divisione “Nembo” per essere prima inviato sul Carso e in agosto in Sicilia, per fronteggiare lo sbarco degli alleati sull’isola. Successivamente, ricevette l’ordine di ripiegare in Calabria, dove dal 3 settembre fu impiegato in combattimenti contro i britannici.
L’armistizio dell’8 settembre 1943 generò un disorientamento generale che si ripercosse anche sul reggimento e in particolare sui tre battaglioni che operavano in maniera autonoma. Una parte del III Battaglione, guidata dal capitano Sala, si unì alle forze tedesche. Invece il Cap. Carlo Francesco Gay, comandante della 9ª compagnia del III battaglione e altri paracadutisti, decisero di staccarsi dal grosso del battaglione per rispettare le clausole armistiziali. Mentre il grosso dell'XI Battaglione costituì il 185º Reparto autonomo arditi paracadutisti "Nembo", confluendo nell'Esercito cobelligerante, l’aliquota di paracadutisti guidati dal Capitano Gay entrò a far parte nel XIII corpo d’armata britannico, costituendo il nucleo iniziale nel cosiddetto 1º Reparto speciale autonomo. Nel gennaio 1944, il reparto al comando del Cap. Gay, si trasformò in 1º Squadrone da ricognizione "Folgore", meglio conosciuto come “Squadrone F” oppure “F Recce Squadron”. Lo Squadrone F fu impiegato in ruoli d’avanguardia, svolgendo attività di pattuglia oltre le linee nemiche, con compiti di ricognizione, osservazione e raccolta d’informazioni nonché colpi di mano contro obiettivi sensibili, allo scopo di favorire l’avanzata delle forze alleate da sud a nord, per la liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca. Il primo teatro operativo, furono le montagne abruzzesi della Majella. seguirono impieghi nel centro Italia e in Toscana. Il 2 settembre 1944, in uno scontro in località Monte Pomponi (AR), caddero eroicamente il Ten. Eldo Capanna ed il Serg. Otello Boccherini, entrambi decorati di medaglia d’oro al valore militare alla memoria. Nel mese di marzo del 1945, lo Squadrone F, fu chiamato ad assolvere un ultimo impegnativo compito, che ne determinò il passaggio alla storia del paracadutismo militare italiano: l’Operazione Herring.
Lo Squadrone F, rinforzato con circa 100 paracadutisti volontari scelti del reggimento paracadutisti “Nembo”, il 20 aprile 1945, dall’aeroporto di Rosignano (LI), 226 paracadutisti italiani s’imbarcò su velivoli statunitensi mod. C47 Douglas. L’aviolancio, già ad elevato rischio, risultò oltremodo arduo in considerazione della forte contraerea nemica. Dopo l’aviolancio gli scontri furono intensi ed aspri, con diversi caduti. Il lancio di guerra rappresentò l’apice e nello stesso tempo la conclusione dell’epopea dello Squadrone che fu sciolto qualche mese più tardi.
Nel dopoguerra le tradizioni del reggimento furono mantenute dal 1957 dal Battaglione addestramento paracadutisti della Scuola Militare di Paracadutismo, dal 1975 denominato 3º Battaglione paracadutisti "Poggio Rusco", sempre inquadrato fino al 1996 nella SMIPAR con sede a Pisa, da quella data a Scandicci e quindi disciolto nel 1998.
Il 3 aprile del 2000, nel quadro della riorganizzazione delle unità dell’Esercito, fu costituito il 185º Reggimento Artiglieria Terrestre (Paracadutisti Acquisizione Obiettivi) "Folgore" dalla riconfigurazione del 185º Reggimento artiglieria paracadutisti “Folgore”, della Brigata Folgore (Livorno), raccogliendo anche l’eredità del disciolto 13º Gruppo Acquisizione Obiettivi "Aquileia" (GRACO) di cui assunse il motto “Videre nec videri” (vedere senza essere visti). Nel 2002 il reggimento venne inserito nel bacino delle forze per operazioni speciali (FOS) dell’Esercito e nel 2004 assunse la denominazione di 185º Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi “Folgore” (RAO).
Il 21 giugno 2013, nell’ambito del programma di potenziamento della Brigata paracadutisti, fu ricostituito il 185º Reggimento artiglieria paracadutisti "Folgore", con sede a Bracciano (RM), riprendendo la bandiera di guerra fino ad allora custodita dal 185º rgt. RAO. Contestualmente al 185º Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi "Folgore" viene assegnata la Bandiera di Guerra un tempo appartenuta al 185º Reggimento fanteria paracadutisti "Folgore".
Con la ristrutturazione delle Forze Armate italiane, nel 2014 il 185° RRAO, così come il 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin", è uscito dalla Brigata paracadutisti "Folgore" per entrare nel nuovo COM.FO.S.E ,comando a livello Brigata, responsabile di garantire la necessaria unitarietà all'addestramento, all'approntamento, allo sviluppo procedurale nonché all'acquisizione dei materiali per il comparto Forze Speciali dell'Esercito.[6]
Il 21 giugno 2015 il Reggimento ha ricevuto come fregio da basco, lo stemma dello Squadrone da ricognizione Folgore (Squadrone F)[7].
L'inserimento nelle forze speciali italiane viene validato nell'ottobre 2018 con l'esercitazione "Notte scura 2018"[8], con dipendenza operativa dal Comando interforze per le operazioni delle forze speciali.
Uno dei simboli del reggimento è lo stemma[9]:
«Inquartato. Al 1º di cielo al leone illeopardito d'oro coronato dello stesso attraversante fusto di palma al naturale fruttata di rosso e sostenente con la branca destra un'asta di verde di un orifiamma svolazzante di rosso, alla croce d'argento accantonata da quattro chiavi poste in palo con ingegni all'insù dello stesso (Viterbo); al 2º d'azzurro alla folgore d'oro in sbarra con punta all'ingiù; al 3º d'azzurro alla nebulosa d'argento in sbarra; al 4º partito, nel primo d'argento alla croce di rosso col braccio superiore accantonato a destra dal busto di Virgilio al naturale posto di fronte (Mantova), nel secondo; b) di rosso alla croce patente rintrinciata e pomellata d'argento (Pisa). Lista bifida d'oro svolazzante, riportante il motto: Come folgore»
Il fregio del copricapo è stato assegnato al reparto il 19 giugno 2015[7]. Gli acquisitori cambiarono il fregio metallico da basco che riproduce quello appartenuto, durante il secondo conflitto mondiale, allo squadrone da ricognizione folgore (Squadrone F).
Il distintivo[10], in metallo brunito su pendente in cuoio, è di forma ovale con bordo in rilievo riportante la denominazione del reparto. Rappresenta una calotta di paracadute con fascio funicolare parzialmente visibile (simbolo di specialità); caricato da un gladio posto in palo con la punta all’ingiù al pipistrello dal volo abbassato (presupposto operativo in ambiente notturno); a sua volta caricato da una rosa dei venti, al globo terrestre poggiante sulla diramazione, delle marre dell’ancora (impiego in qualsiasi regione terrestre e scenario operativo, compreso quello anfibio). Sulla punta dell’ovale una lista bifida svolazzante con la scritta in lettere maiuscole VIDERE NEC VIDERI (vedere senza essere visti).
Le mostrine metalliche da bavero dell’arma di fanteria con il gladio, il paracadute e l’ala delle aviotruppe. Il colore azzurro richiama la specialità paracadutista.
Il pugnale storico del reggimento, che il personale indossa in occasione delle cerimonie principali, riproduce il pugnale fornito in dotazione ai paracadutisti dello Squadrone F, da parte dei militari inglesi durante la seconda guerra mondiale. In considerazione dell’impiego a cui era destinato lo squadrone, il personale ricevette da parte dei commando britannici specifico addestramento all’aviolancio, all’uso degli esplosivi, alle tecniche di combattimento non convenzionali. I paracadutisti ricevettero equipaggiamento, materiali e armamento, tra cui il “commando dagger” (modello Fairbairn), già in dotazione ai reparti speciali inglesi dell’epoca.
La bandiera di guerra del 185° RRAO è appartenuta originariamente al 1º Reggimento fanteria paracadutisti costituito a Tarquinia nel 1941 e subito dopo rinumerato come 185º Reggimento paracadutisti. Al termine del secondo conflitto mondiale il reggimento fu sciolto e la bandiera riposta presso il sacrario delle bandiere del Vittoriano in Roma.
Tuttavia, alcuni anni dopo, precisamente nel 1963, allorquando fu costituita la Brigata paracadutisti Folgore, fu ricostituito il 1º Reggimento paracadutisti erede dell’omonimo reggimento costituito a Tarquinia e ne ricevette la relativa bandiera di guerra. Per effetto delle successive riorganizzazioni delle unità dell’Esercito, il reggimento venne nuovamente sciolto nel 1975 cedendo la bandiera di guerra al 3º Battaglione paracadutisti "Poggio Rusco" inquadrato in seno all’allora Scuola militare di paracadutismo (SMIPAR), con sede a Pisa. Trasferito a Scandicci (FI) nel 1996, il “Poggio Rusco” fu poi sciolto nel 1998 e la bandiera di guerra venne nuovamente riposta presso il sacrario delle bandiere.
Nel 2013, la bandiera di guerra del 185º Reggimento fanteria paracadutisti "Folgore" venne assegnata al 185º Rgt. RAO che cedette la propria al ricostituito 185º Reggimento artiglieria paracadutisti della Brigata Folgore con sede in Bracciano (RM). Nel 2018 il Capo dello Stato ha conferito la decorazione di cavaliere dell’ordine militare d’Italia. alla bandiera di guerra del 185° RRAO per il coraggio e la professionalità dimostrata in oltre un decennio di operazioni militari all’estero.
Nel febbraio 2020 lo SME ha autorizzato un nuovo brevetto per gli operatori del RAO, Acquisitore obiettivi[4]: il nuovo brevetto contiene i simboli stilizzati della specializzazione: le ali di pipistrello, che da sempre evocano la capacità di vedere e operare di notte, la lettera F che richiama il fregio dei paracadutisti dello Squadrone F, quello dell'operazione Herring, inserita nei punti cardinali. In alto, gladio e paracadute ad ala stilizzati.
La struttura organizzativa del 185º reggimento Ricognizione ed Acquisizione Obiettivi (RRAO) è composta da:
Di seguito alcune delle Operazioni fuori area note che hanno interessato o continuano ad interessare il personale appartenente al 185° RRAO.
Sono attività di ricognizione e sorveglianza condotte principalmente (ma non sono limitate a) in ambienti ostili, negati, diplomaticamente e/o politicamente sensibili al fine di raccogliere o verificare informazioni di importanza strategica o operativa, utilizzando tecniche e metodi non convenzionali. Per questo tipo di missioni, occorre avere le capacità di infiltrarsi in maniera occulta in un'area ed esfiltrare dalla stessa per via terrestre, aerea o anfibia e statica, permanere in area operativa fino a 3-5 giorni senza rifornimenti esterni, sopravvivere, sottrarsi alla cattura, evadere e fuggire da un'area potenzialmente ostile. In questi tipi di missione, l'attività degli Acquisitori Obiettivi. si svolge principalmente nel territorio occupato dal nemico, in piccoli nuclei autosufficienti che agiscono isolatamente. Per la peculiarità dell'addestramento questi militari sono richiesti per particolari operazioni d'intelligence in supporto all'AISE.
Come tutti i reparti di Forze Speciali, anche il 185º RRAO viene addestrato ed utilizzato per Azioni Dirette con un particolare focus rivolto alle Terminal Guidance Operations (TGO). Si tratta di operazioni condotte per individuare, identificare e determinare la posizione precisa di target di alta rilevanza operativo-strategica (HVT) e per consentire alle piattaforme di tipo stand-off non organiche (aeree, navali e terrestri) di utilizzare i loro sistemi d'arma per ingaggiarli efficacemente.
Negli ultimi anni gli uomini del 185° RRAO hanno svolto e continuano a svolgere attività di assistenza militare in favore delle Forze Speciali di diversi paesi stranieri. Si tratta di una vasta gamma di attività che supportano e influenzano le risorse e gli assetti critici di Stati amici attraverso la formazione, la consulenza, l'addestramento o la conduzione di operazioni combinate.
L'iter selettivo e formativo per Operatori FS (c.d. “Iter FS”) è l’insieme delle attività di selezione (fisica e psico-attitudinale) e di formazione di base del personale dell’Esercito, appartenente ad ogni categoria (U./SU./Grd./Mil. di Tr.) che, a seguito di istanza di adesione scritta, esprime l’intenzione a voler prestare servizio nella componente operativa dei reparti FS dell’Esercito in qualità di “Incursore”, “Acquisitore Obiettivi” o “Ranger”. L’Iter FS consta delle seguenti fasi:
Questa fase qualifica gli aspiranti come Acquisitori Obiettivi., e dal 2011 ha una durata di 50 settimane. La specializzazione prevede una serie di corsi ognuno dei quali composti da svariati moduli e organizzati come segue:
Secondo il grado, il ruolo all'interno del reparto e le necessità di organico dello stesso, l'acquisitore potrà seguire ulteriori corsi per migliorare le proprie capacità professionali.
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