Francesco di Valdambrino
scultore e pittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Francesco di Valdambrino Domenico (1363 – Siena, 1435) è stato uno scultore italiano.
È stato un pre-rinascimentale, in attività tra Trecento e Quattrocento, un amico e allievo di Jacopo della Quercia.
L'artista si formò a Siena presso lo scultore Piero d'Angelo, padre di Jacopo della Quercia. Intorno al 1395 realizzò la sua prima opera, la statua di san Savino. A cavallo del 1400 l'artista lavorò in Toscana e ne sono la dimostrazione l’Annunciazione e la statua della Madonna con il Bambino per la chiesa di San Andrea entrambe nel pisano. Nel 1401 partecipò con Filippo Brunelleschi, Jacopo della Quercia, Simone da Colle di Val d'Elsa, Niccolò di Piero Lamberti e Niccolò di Luca Spinelli al concorso organizzato dall'Arte di Calimala per i rilievi della seconda porta del Battistero di San Giovanni di Firenze, vinto poi da Lorenzo Ghiberti.
Dal 1408 Francesco di Valdambrino ricoprì varie cariche pubbliche a Siena, come quella di vessillifero, di gonfaloniere, consigliere del Comune, priore del Comune, revisore e castellano, mentre dal punto di vista artistico le sue opere assunsero caratteri classicheggianti abbandonando così la sua fase precedente definibile come giovanile. Questa transizione artistica è ben attestata dagli Angeli con candelabro nella chiesa di San Martino e nell'Annunciazione, entrambe a Siena.
Dal 1414 al 1420 l'artista sviluppò una seconda fase creativa, caratterizzata da una solida armonia delle forme, dalla bellezza dei drappeggi e dalla serenità del movimento. Una terza fase creativa è rintracciabile dopo il 1420 ed è rilevabile nel sant'Antonio abate a Siena e nel san Pietro in trono a Montalcino. Questa fase si distinse per un manierismo tardogotico e una plasticità delle forme.[1] ll suo nome è salito alla ribalta quando nel 1930 P.Bacci scoprì in un armadio dell'Opera del duomo di Siena tre busti di san Crescenzio, san Savino e san Vittore e li identificò con le statuette commissionate all'artista nel 1408.[2] Da quel momento varie opere gli sono state attribuite, a partire dal periodo giovanile, come abbiamo visto, che ha come punto di partenza lo stile di Jacopo della Quercia, dal quale attingerà l'amore delle figure, per arrivare alla fase più matura, caratterizzata complessivamente dalla serenità dei volti, dalla bellezza del modellato, dalla trasparenza delle superfici, che trattengono le sue opere in un mondo di bellezza astratta.
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