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scultore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesco Barzaghi (Milano, 10 febbraio 1839 – Precotto, 21 agosto 1892[1][2]) è stato uno scultore italiano.
Nato a Milano nel 1839 da Carlo e da Giuseppina Gioli, frequenta gli studi di Tantardini e di Alessandro Puttinati. S'iscrive poi all'Accademia di Brera dove segue i corsi di Cacciatori. È compagno di studi di Vincenzo Vela a cui è stilisticamente vicino nei modi del Realismo.
Tra le sue opere spiccano quella che viene considerata il suo capolavoro, la statua equestre di Napoleone III, oggi al Parco Sempione; Frine, del 1867, presentata a Parigi nello stesso anno e oggi alla Galleria d'Arte Moderna di Milano; Dea dei fiori (1878), anch'essa nella stessa Galleria.
Esegue opere di carattere sacro per il Duomo di Milano: i santi Ilario, Venceslao (1865) e Adelaide e per quello di Bergamo: santi Bartolomeo e Tommaso (1870).
Sue opere celebrative risorgimentali sono il Verdi per l'atrio del Teatro alla Scala, il Monumento ad Alessandro Manzoni in piazza San Fedele a Milano (1883), il monumento a Luciano Manara ai giardini pubblici di Porta Venezia e a Francesco Hayez (1890) in piazza Brera. Presso il palazzo dell'Accademia di Brera scolpì nel 1874 il monumento al conte Pompeo Litta Biumi, inaugurato in occasione della commemorazione dello storico milanese.[3]
Altre sue statue sono dedicate a Vittorio Emanuele II a Bergamo (1884), Lodi (1883) e Genova (1886) e a Garibaldi a Crema e a Soresina, entrambi del 1885[4]. Per Venezia esegue il monumento a Niccolò Tommaseo (1882).
Nel 1880 riceve l'incarico di insegnamento di scultura a Brera, incarico che conserva fino al 1892, anno della sua morte.
Elenco incompleto.[5]
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