Questa sezione sull'argomento centri abitati della Svizzera è ancora vuota. Aiutaci a scriverla!
Già comune autonomo che estendeva per 76,1km²; il 22 ottobre 2006 è stato accorpato agli altri comuni soppressi di Aquila, Campo, Ghirone e Torre per formare il nuovo comune di Blenio, del quale Olivone è il capoluogo.
Nell'inverno 1950-1951, una valanga si fermò a ridosso dell'abitato.[2]
Centralone, villa neoclassica situata in un ampio parco fatta erigere da Carlo Poglia nel 1839[senzafonte];
Villa nel parco del Centralone, residenza edificata per Giovanni Piazza nel 1913[senzafonte];
Casa Piazza, all'entrata sud del borgo, palazzo tardo-neoclassico edificato nel 1868 circa dall'architetto milanese Luigi Savoia per Vincenzo Piazza[senzafonte];
Ca' da Rivöi, edificio del XV secolo che ospita arredi e paramenti provenienti dalla chiesa parrocchiale di San Martino[1]; è l'antica casa del beneficio priorile[senzafonte];
Casa Cerboni in località Solario, con affreschi votivi raffiguranti la Madonna in trono con il committente, lo stemma dei Visconti della seconda metà del XV secolo e Sant'Anna Metterza[senzafonte];
Casa Dalberti, grande casa borghese di stampo neoclassico costruita nel 1776 e forse trasformata nel 1803, che conserva la pregiata e ricca biblioteca[senzafonte];
Casa Bolla, costruzione in pietra e legno di origine forse medievale, ampliata all'inizio del XVII secolo e parzialmente trasformata nel XIX secolo[senzafonte];
Albergo Olivone e Posta, costruito nel 1880 in concomitanza con l'apertura della strada del passo del Lucomagno per iniziativa di Giacomo e Vincenzo Bolla e Paolina Poglia, riattato nel 1987[senzafonte];
Casa seicentesca in legno con basamento in pietra e tetto in beole[senzafonte];
Palazzo Martinali, palazzo signorile a pianta rettangolare fatto erigere nel 1748-1749 da Luigi Barera[senzafonte].
Aree naturali
Capanna Dötra, sulle falde del Pizzo Cadreghe, posta a 1748m s.l.m.[3];
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione.
Siro Borrani, Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone, Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, Lugano 1896.
Piero Bianconi, Arte in Blenio. Guida della valle, S.A. Grassi & Co. Bellinzona-Lugano 1944; Idem, Inventario delle cose d'arte e di antichità, I, S. A. Grassi & Co, Bellinzona 1948, 134-154.
Fiorentino Galliciotti (a cura di), Il flagello bianco nel Ticino, Bellinzona, Arti grafiche Arturo Salvioni & co., 1953.
Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 22, 38, 41, 44, 91, 179, 263, 299, 330, 407, 463-470, 482, 483, 501, 509.
Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 6, 69-84.
Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003, 8, 11, 12, 38, 41, 113, 149, 232, 289, 314, 339, 406.
Marina Bernasconi Reusser, Monumenti storici e documenti d'archivio. I «Materiali e Documenti Ticinesi» (MDT) quali fonti per la storia e le ricerche sull'architettura e l'arte medievale delle Tre Valli, in Archivio Storico Ticinese, seconda serie, 148, Casagrande, Bellinzona 2010, 216 nota 67, 229, 231, 233, 241.