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Inula fetida (nome scientifico Dittrichia graveolens (L.) Greuter, 1973) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Inuleae e sottotribù Inulinae).[1][2]
Dittrichia graveolens | |
---|---|
Inula fetida | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Inuleae |
Sottotribù | Inulinae |
Genere | Dittrichia |
Specie | D. graveolens |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Inuleae |
Genere | Dittrichia |
Specie | D. graveolens |
Nomenclatura binomiale | |
Dittrichia graveolens (L.) Greuter, 1973 | |
Nomi comuni | |
Fulichi - Cicutaja - Bistomo |
Il nome del genere (Dittrichia) è stato dato in onore di Manfred Dittrich (1934-), botanico germanico.[3] L'epiteto specifico (graveolens) deriva da due parole latine "gravis" (= forte, pesante) e "olens" (= che puzza).[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Carl Linnaeus (1707-1778) e Werner Rodolfo Greuter (1938-) nella pubblicazione " Exsiccatorum Genavensium e Conservatorio Botanico Distributorum Fasciculus. Geneva" ( Exsicc. Genav. Conserv. Bot. Distrib. Fasc. 4: 71) del 1973.[5]
Portamento. La specie di questa voce è una erbacea con un ciclo biologico annuale o perenne. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Hanno un odore sgradevole.[6][7][8][9][10][11]
Fusto. La parte sotterranea del fusto consiste prevalentemente in rizomi. Generalmente il floema è privo di strati fibrosi; inoltre sono assenti i tessuti latticiferi. La parte aerea del fusto è eretta, pubescente e molto ramosa. Altezza media: 2-6 dm. (massimo 130 cm)
Foglie. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alternato e sessile. La lamina è semplice con forme lineari e con bordi più o meno interi o dentellati e apici acuti. Quelle basali sono lineari-spatolate con larghezza di 1 cm. La superficie è ghiandolosa, viscida e pubescente. Dimensione delle foglie: 1-2 x 20-33 mm.
Infiorescenza. Le infiorescenze sono formate da capolini sia solitari che in formazioni racemose. I capolini sono di tipo radiato eterogamo. I capolini sono formati da un involucro composto da brattee disposte in modo embricato al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati periferici o fiori del raggio e ai fiori tubulosi quelli centrali o del disco. L'involucro ha delle forme coniche. Le brattee, di tipo lesiniforme, sono disposte generalmente su 3-4 righe; hanno consistenza erbacea o cartilaginea, ma senza margini ialini; gli stereomi non sono divisi. Il ricettacolo, crestato, liscio o alveolato, è sprovvisto di pagliette (a protezione della base dei fiori). Dimensione dei capolini: 1 cm o meno.
Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni in genere sono provvisti di 5 fasci vascolari; la forma è ellissoide apicalmente contratta. Talvolta sono presenti dei condotti o delle cavità resinose. La superficie è glabra o ricoperta da peli ghiandolari. L'epidermide dell'achenio è provvista di grandi cristalli di ossalato di calcio, oppure di cristalli simili alla sabbia, oppure ne è priva.[8] Il pappo, giallastro, è formato setole o squame connate alla base. Dimensione degli acheni: 1-2 mm.
Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Mediterraneo - Turanico.
Distribuzione: in Italia questa specie si trova su tutto il territorio comprese le Alpi. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nel Massiccio del Giura, Massiccio Centrale e Pirenei.[14] Altrove sono presenti dall'areale del Mediterraneo fino al Pakistan.[2][2]
Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono gli incolti aridi, le aree ruderali e i bordi delle vie. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 800 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare (oltre a quello planiziale).
Dal punto di vista fitosociologico alpino Dittrichia graveolens appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]
La tribù Inuleae (comprendente le Inulinae) è una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). Da un punto di vista filogenetico, la tribù Inuleae, all'interno della sottofamiglia, fa parte del gruppo "Helianthodae".[18][19] La sottotribù Inulinae è caratterizzata dalla particolare pubescenza dello stilo e dagli acheni con cristalli di ossalato di calcio. Il genere Dittrichia è caratterizzato da acheni contratti e dal pappo formato da alcune setole connate in una cupola.
I caratteri distintivi della specie Dittrichia graveolens sono:[11]
Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 18.[11]
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
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