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La sede suburbicaria di Frascati (in latino Tusculana) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea della diocesi di Roma appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2021 contava 121.890 battezzati su 123.940 abitanti. È retta dal vescovo Stefano Russo, mentre il titolo è del cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B.
Sede suburbicaria di Frascati Tusculana Chiesa latina | |||
---|---|---|---|
Suffraganea della | Diocesi di Roma | ||
Regione ecclesiastica | Lazio | ||
Vescovo | Stefano Russo | ||
Vescovi emeriti | Raffaello Martinelli | ||
Presbiteri | 81, di cui 24 secolari e 57 regolari 1.504 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 111 uomini, 411 donne | ||
Diaconi | 3 permanenti | ||
Abitanti | 123.940 | ||
Battezzati | 121.890 (98,3% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 220 km² | ||
Parrocchie | 24 (5 vicariati) | ||
Erezione | III secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Pietro apostolo | ||
Indirizzo | Piazza Paolo III, 10, 00044 Frascati, Roma, Italia | ||
Sito web | www.diocesifrascati.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
Frascati | |
---|---|
Sede suburbicaria | |
Titolare | Tarcisio Bertone |
Istituzione | III secolo |
Dati dall'Annuario pontificio | |
La diocesi comprende i comuni di Frascati, Monte Porzio Catone, Colonna, Monte Compatri, Rocca Priora, Rocca di Papa e Grottaferrata (eccetto l'abbazia di Santa Maria), e parte della periferia sud-orientale di Roma, tra cui Morena, Vermicino e parti di Torrenova e Tor Vergata.
Sede vescovile è la città di Frascati, dove si trova la cattedrale di San Pietro apostolo, decorata del titolo di basilica minore il 1º marzo 1975 con il breve Venerabilis frater di papa Paolo VI.[1]
Il territorio si estende su 220 km² ed è suddiviso in 24 parrocchie, raggruppate in 5 zone pastorali:
L'odierna diocesi di Frascati, che nelle fonti ecclesiastiche è sempre chiamata con il titolo Tusculanesis, trae origine dall'antica diocesi di Labico, che fu la primitiva sede dei vescovi tuscolani. Questa è la conclusione degli studi di Louis Duchesne alla fine dell'Ottocento, condivisa da altri autori tra cui Francesco Lanzoni e Paul Kehr.[2] Secondo Duchesne, la sede di Labico fu trasferita verso il X o XI secolo a Tusculum, città fortificata dai conti tuscolani; quando questa venne distrutta dai Romani nel 1191, la sede vescovile fu traslata a Frascati.[3]
La tradizione e gli studi eruditi del passato hanno ipotizzato l'esistenza di due sedi distinte, Labico e Tuscolo, ognuna con una propria serie di vescovi[4]; in realtà, secondo Duchesne, Tuscolo non ebbe mai vescovi distinti da quelli di Labico; i vescovi attribuiti a Tuscolo nel corso del primo millennio o non hanno fondamenti storici, o erano vescovi della stessa Labico, oppure erano vescovi di sedi episcopali che, per una certa omonimia o per un'errata trasmissione testuale, sono stati identificati come vescovi tuscolani.[5]
Data la sua vicinanza a Roma, l'agro tuscolano, di cui faceva parte anche Labicum, attraversato dalle vie Labicana e Latina, dovette ricevere la fede cristiana molto presto, forse già in epoca apostolica. «I due grandi cimiteri catacombali di san Zotico al X miglio della Labicana e quello di santa Faustina al X miglio della Latina sono le prime documentazioni di quanto già nel IV secolo la nuova religione avesse trovato adepti. Da queste catacombe siamo a conoscenza dell'organizzazione della Chiesa tuscolana, imporporata sotto il governo dell'imperatore Diocleziano (284-305) dai santi martiri Zotico, Giacinto, Castulo, Ireneo, Amanzio e Faustina, con i suoi preti, diaconi esorcisti e lettori.»[6]
Quando i vescovi di Labico si trasferirono a Tusculum, continuarono per un certo periodo a mantenere il nome di "vescovi di Labico", fino alla fine dell'XI secolo, quando si trovano entrambi i titoli. Giovanni III di Labico è indicato come vescovo Tusculanensis in occasione della consacrazione della chiesa di Montecassino (1071), ma in alcune bolle pontificie come vescovo labicano; Bovo, che secondo il racconto del Liber pontificalis, fu tra i consacratori di papa Pasquale II nel mese di agosto del 1099, è qualificato dalla stessa fonte come "vescovo labicano"; infine Giovanni Marsicanus, che è sempre documentato dalle fonti come vescovo di Tuscolo, viene indicato ancora come vescovo labicano nel Liber pontificalis.[7] Secondo Duchesne, questa è anche l'ultima volta che appare il titolo di "vescovi labicani", da questo momento definitivamente sostituito da quello di "vescovi tuscolani".[8]
Quando la città di Tusculum fu distrutta dai Romani (1191), la sede tuscolana rimase per alcuni anni priva del suo vescovo fino alla nomina di Nicola de Romanis, verso il dicembre del 1204. Nel 1219 papa Onorio III concesse al vescovo Nicola Chiaromonte la chiesa di Santa Maria in Monasterio come residenza romana dei vescovi tuscolani[9] Non è chiaro quando Frascati divenne effettivamente la sede della diocesi. Il toponimo Frascata è menzionato per la prima volta nel Liber pontificalis nella biografia di papa Leone IV (847-855), dove si fa menzione della basilica di San Sebastiano, che corrisponde all'odierna chiesa di San Rocco.[10] L'atto ufficiale di trasferimento della sede vescovile risale solamente al XVI secolo, con papa Paolo III, che era stato vescovo tuscolano (1519-1523), e che nel 1537 designò Frascati come residenza vescovile e scelse come cattedrale l'antica chiesa di Santa Maria in Vivario; questa decisione fu confermata da papa Sisto V il 15 maggio 1586 con la bolla Dudum felicis.[11] Nel 1598 venne posta la prima pietra per la costruzione di una nuova cattedrale dedicata a san Pietro, aperta al culto nel 1610, ma consacrata solamente al tempo del cardinale Alderano Cybo-Malaspina (1680-1683).[12]
Oltre 130 furono i cardinali "vescovi tuscolani"; di questi, 3 divennero papi mentre occupavano la sede di Frascati: Giovanni XXI nel 1276, Clemente XII nel 1730, e Pio VIII nel 1826. Fra i vescovi di Tusculum si possono ricordare: il dotto Jacques de Vitry (1228-1240), che predicò contro gli albigesi; Pietro di Lisbona (1273-1276), primo medico di papa Gregorio IX, e poi eletto papa con il nome di Giovanni XXI; Berengario di Frédol (1309-1323), che collaborò al "Liber Sextus Decretalium" di papa Bonifacio VIII; Baldassare Cossa (1419), già antipapa Giovanni XXIII, dopo la sua sottomissione a papa Martino V; Giuliano Cesarini (1444); Basilio Bessarione (1449-1468), che scelse come patroni della diocesi i santi Filippo e Giacomo apostoli; Alessandro Farnese seniore (1519-1523) e Giovanni Pietro Carafa (1550-1553), che dopo essere stati trasferiti alle sedi suburbicarie di Palestrina e di Porto e Santa Rufina, furono eletti papi; Giovanni Antonio Serbelloni (1583-1587); Tolomeo Gallio (1591-1600), a cui si deve la celebrazione del primo sinodo diocesano in ottemperanza alle decisioni del concilio di Trento; Giulio Cesare Sacchetti (1652-1655), che istituì il seminario diocesano;[13] Enrico Benedetto Stuart (1761-1803), duca di York, figlio di Giacomo III, che lasciò la sua ricca raccolta di libri alla biblioteca del seminario, e che oggi costituisce la «Biblioteca diocesana Eboracense»; Bartolomeo Pacca (1818-1821); Ludovico Micara (1837-1844), originario di Frascati, che diede nuova vita al seminario vescovile; Jean-Baptiste-François Pitra (1879-1884); Francesco Satolli (1903-1910), per molti anni primo delegato apostolico a Washington; Francesco Marchetti Selvaggiani (1936-1951), che fu per molti anni cardinale vicario di Roma.
Con la riforma delle sedi suburbicarie voluta da papa Giovanni XXIII l'11 aprile 1962 in forza del motu proprio Suburbicariis sedibus, ai cardinali di Frascati rimase solo il titolo della sede suburbicaria, mentre il governo pastorale della diocesi venne affidato ad un vescovo residenziale pleno iure. Questa disposizione entrò in vigore con la nomina, il 23 maggio 1962, di Luigi Liverzani, il primo vescovo, non cardinale, di Frascati.
Dal 12 settembre 2023 è unita in persona episcopi alla sede suburbicaria di Velletri-Segni.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 123.940 persone contava 121.890 battezzati, corrispondenti al 98,3% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 41.800 | 42.230 | 99,0 | 32 | 29 | 3 | 1.306 | 138 | 410 | 15 | |
1970 | 74.660 | 75.000 | 99,5 | 185 | 50 | 135 | 403 | 209 | 854 | 16 | |
1980 | 89.504 | 90.843 | 98,5 | 200 | 40 | 160 | 447 | 272 | 1.012 | 19 | |
1990 | 97.200 | 97.850 | 99,3 | 160 | 45 | 115 | 607 | 3 | 236 | 614 | 20 |
1999 | 115.400 | 119.000 | 97,0 | 216 | 64 | 152 | 534 | 5 | 306 | 598 | 22 |
2000 | 116.000 | 120.000 | 96,7 | 218 | 68 | 150 | 532 | 4 | 316 | 592 | 23 |
2001 | 116.800 | 121.000 | 96,5 | 186 | 53 | 133 | 627 | 9 | 208 | 547 | 23 |
2002 | 116.000 | 121.000 | 95,9 | 191 | 59 | 132 | 607 | 10 | 207 | 541 | 23 |
2003 | 116.000 | 121.000 | 95,9 | 191 | 59 | 132 | 607 | 4 | 148 | 541 | 23 |
2004 | 116.000 | 121.000 | 95,9 | 174 | 42 | 132 | 666 | 4 | 186 | 541 | 23 |
2006 | 116.200 | 121.500 | 95,6 | 162 | 30 | 132 | 717 | 3 | 188 | 547 | 23 |
2007 | 118.000 | 122.000 | 96,7 | 162 | 30 | 132 | 728 | 1 | 188 | 542 | 23 |
2013 | 117.700 | 124.500 | 94,5 | 47 | 27 | 20 | 2.504 | 2 | 62 | 438 | 24 |
2016 | 117.685 | 140.000 | 84,1 | 50 | 28 | 22 | 2.353 | 3 | 71 | 393 | 24 |
2019 | 120.850 | 164.755 | 73,4 | 83 | 26 | 57 | 1.456 | 3 | 113 | 421 | 24 |
2021 | 121.890 | 123.940 | 98,3 | 81 | 24 | 57 | 1.504 | 3 | 111 | 411 | 24 |
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