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diocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La diocesi di Civitavecchia-Tarquinia (in latino: Dioecesis Centumcellarum-Tarquiniensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2021 contava 103.660 battezzati su 106.660 abitanti. È retta dal vescovo Gianrico Ruzza.
Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia Dioecesis Centumcellarum-Tarquiniensis Chiesa latina | |||
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Regione ecclesiastica | Lazio | ||
Vescovo | Gianrico Ruzza | ||
Vicario generale | Rinaldo Copponi | ||
Provicario generale | Diego Pierucci | ||
Presbiteri | 68, di cui 45 secolari e 23 regolari 1.524 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 25 uomini, 103 donne | ||
Diaconi | 19 permanenti | ||
Abitanti | 106.660 | ||
Battezzati | 103.660 (97,2% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 876 km² | ||
Parrocchie | 27 (2 vicariati) | ||
Erezione | IV secolo (Civitavecchia) V secolo (Tarquinia) in plena unione dal 30 settembre 1986 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Francesco d'Assisi | ||
Concattedrale | Santa Margherita | ||
Indirizzo | Piazza Calamatta 1, 00053 Civitavecchia [Roma], Italia; Via Roma 11, 01016 Tarquinia [Viterbo], Italia | ||
Sito web | www.chiesadicivitavecchia.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi comprende sei comuni del Lazio a cavallo di due province: in provincia di Viterbo i comuni di Tarquinia, Monte Romano e Montalto di Castro; in provincia di Roma i comuni di Civitavecchia, Allumiere e Tolfa (eccetto la frazione di Santa Severa Nord che appartiene alla sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina).[1]
Sede vescovile è la città di Civitavecchia, dove si trova la cattedrale di San Francesco d'Assisi. A Tarquinia sorge la concattedrale di Santa Margherita.
Il territorio si estende su 876 km² ed è suddiviso in 27 parrocchie, raggruppate in 2 zone pastorali:
L'odierna diocesi è frutto dell'unione, stabilita nel 1986, di due antiche sedi episcopali: Civitavecchia (Centumcellae), attestata nel IV secolo e restaurata nel 1825; e Tarquinia, nota a partire dal V secolo e restaurata, con il nome di Corneto, nel 1435.
Tarquinia fu un'antica sede episcopale risalente almeno al V secolo. Di essa si conoscono tre vescovi: Apuleio, che partecipò al sinodo romano del 465; Proiettizio, presente al concilio lateranense indetto da papa Felice III nel 487; e Luciano, che presenziò al sinodo romano indetto da papa Simmaco nel 499 e forse anche a quello celebrato da papa Gelasio I nel 495. In seguito la città cadde in rovina e con essa scomparve anche la diocesi.
Nel IX secolo Tarquinia era una semplice parrocchia di campagna, la plebs Sanctae Mariae in Tarquinio nel territorium Corgnetanense, dipendente dal vescovo di Toscanella, come documentato da un diploma di papa Leone IV al vescovo tuscanese Virbono II (852).[2] Il toponimo "Corneto" (Corgnetum o Cornietum), attestato a partire dall'VIII secolo, fa riferimento al nuovo abitato sorto nei pressi dell'antica Tarquinia. Nel suo territorio si trovava una cella Sanctae Mariae de Minione, documentata nell'857, mentre nel centro abitato sorgeva una ecclesia Sancti Fortunati de Corneto menzionata in un rescritto di papa Celestino III del 1196; l'unica chiesa con fonte battesimale era quella di Santa Maria de Castello, citata in una bolla di papa Onorio III del 1221.[3]
Dal 1192 il territorio di Corneto fu sottomesso ai vescovi di Viterbo dopo che la diocesi di Tuscania fu unita a quella di Viterbo da papa Celestino III.
La diocesi di Corneto fu eretta il 5 dicembre 1435 con la bolla In supremae dignitatis di papa Eugenio IV, ricavandone il territorio dalla diocesi di Viterbo e Tuscania. La diocesi, comprensiva della sola città di Corneto, fu unita alla diocesi di Montefiascone, benché i territori delle due diocesi non fossero contigui.
Primo vescovo delle sedi unite fu Pietro Dell'Orto (1435-1438), trasferito dalla sede di Nepi. Il suo successore, Bartolomeo Vitelleschi, era nipote del potente cardinale Giovanni Maria Vitelleschi «artefice della elevazione di Corneto al rango di civitas e diocesi»[4]; Bartolomeo portò a compimento la costruzione della cattedrale dei Santi Margherita e Martino, dove fece inumare le spoglie dello zio, e nel 1463 fece pubblicare le Constitutiones diocesanae, dalle quali «emergeva il magistero del Vescovo e la centralità della cattedrale, veniva definita con rigore la liturgia e anticipava, non soltanto nello spirito, la normalizzazione che un secolo più tardi darebbe uscita dal concilio di Trento».[5]
Con la peste del 1504 incominciò per Corneto un lungo periodo di declino e nei due secoli successivi la città ebbe un notevole calo demografico. Nel 1710 furono scoperte a Corneto le reliquie di Santa Ferma, protettrice di Civitavecchia; il 25 marzo 1713 vennero solennemente esposte alla pubblica venerazione e poi tumulate nella cattedrale cornetana. Nel Settecento Corneto vide la presenza di santa Lucia Filippini e di san Paolo della Croce, che vi fondo l'eremo ed il convento delle Passioniste (1759 e 1771).
La presenza di una comunità cristiana a Centumcellae risalirebbe almeno al III secolo. La città era il luogo d'esilio dei cristiani di alto rango; secondo la tradizione a Centocelle finì i suoi giorni in esilio papa Cornelio nel 253; ancora a Centocelle subirono il martirio i santi romani Secondiano, Veriano e Marcelliano ricordati nel martirologio geronimiano.[6]
La diocesi è attestata per la prima volta agli inizi del IV secolo con il vescovo Epitetto I, che prese parte al concilio di Arles del 314. Nella seconda metà del secolo, la sede di Centocelle fu occupata da un vescovo ariano, Epitetto II, "eretico e servo dell'imperatore Costanzo II", secondo le parole di Lucifero di Cagliari, definito istrione da sant'Atanasio; fu tra i consacranti dell'antipapa Felice II e partecipò al concilio di Rimini del 359.[7]
Sono noti vescovi di Centocelle fino all'XI secolo, con il vescovo Azzo, presente ai concili romani indetti da papa Benedetto IX nel 1036 e da papa Leone IX nel 1050. In seguito la diocesi, assieme a quella di Blera, fu unita alla diocesi di Tuscania; nella chiesa di san Pietro di Tuscania si fa menzione di Richardus, praesul Tuscanus, Centumcellicus atque Bledanus, chiaro segno che a quell'epoca (1093) le tre diocesi erano unite. È l'ultima menzione della diocesi di Centocelle. Quando nel 1192 la diocesi di Tuscania fu a sua volta unita a quella di Viterbo, il territorio di Centocelle, chiamato oramai Civitas vetula, entrò a far parte dei possedimenti dei vescovi viterbesi e tale rimase per i successivi sei secoli e mezzo.
La scoperta dell'allume, fondamentale nel campo della tintoria, nei monti della Tolfa a metà del XV secolo, diede una svolta nello sviluppo di Civitavecchia, con un considerevole aumento demografico; il suo porto, da cui partivano le navi cariche di allume per tutta l'Europa, divenne il porto privilegiato della marina da guerra pontificia e poi porto principale per merci, pellegrini e viaggiatori diretti a Roma; inoltre la città divenne sede di un governatore pontificio, mettendola dunque sullo stesso piano di Viterbo.[4] Dal punto di vista religioso, la città comprendeva una sola parrocchia, la chiesa di Santa Maria, officiata dai Domenicani, a cui si aggiunse, all'inizio dell'Ottocento, la parrocchia di San Francesco, retta dai Conventuali.
Il 10 dicembre 1825, con la bolla De Dominici gregis, papa Leone XII istituì la diocesi di Civitavecchia, ricavandone il territorio dalla diocesi di Viterbo e Tuscania, e contestualmente la unì alla diocesi di Porto e Santa Rufina. A ricordo dell'antica sede di Centocelle, alla nuova diocesi fu assegnato il titolo ecclesiastico di dioecesis Centumcellarum.
Fu eretta a cattedrale la chiesa di San Francesco. Primo vescovo della diocesi di Civitavecchia fu il cardinale Bartolomeo Pacca, già titolare della chiesa di Porto e Santa Rufina.
Il 5 settembre 1850, in forza del decreto concistoriale Omnium Ecclesiarum sollicitudo, gli abitati di Tolfa e di Allumiere furono separati dalla diocesi di Sutri e annessi a quella di Civitavecchia.[8]
Il 14 giugno 1854, con la bolla Romani Pontificis[8], papa Pio IX soppresse le precedenti unioni con Montefiascone e con Porto e Santa Rufina, ed unì tra loro aeque principaliter le diocesi di Corneto e di Civitavecchia. In ossequio all'antica successione dei vescovi di Corneto, a questa era concesso il privilegio del primo posto nella nuova denominazione di diocesi di Corneto e Civitavecchia e la precedenza nella cerimonia della presa di possesso.
Nel 1872 la città di Corneto assunse l'antico nome di Tarquinia e la diocesi di Corneto cambiò la denominazione in diocesi di Tarquinia.
Il 30 settembre 1986, in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i vescovi, è stata stabilita la piena unione delle sedi di Tarquinia e di Civitavecchia, che ha portato alla nascita dell'odierna diocesi di Civitavecchia-Tarquinia.
La chiesa di Sant'Agostino, alla periferia di Civitavecchia, è meta di continui pellegrinaggi da quando ospita la Madonnina di Civitavecchia, statua che dal 2 febbraio al 15 marzo 1995, avrebbe per quattordici volte stillato lacrime di sangue; su questo presunto miracolo finora gli organi competenti della Santa Sede non si sono ancora pronunciati.
Nel 2001 è stato inaugurato a Tarquinia il "Museo diocesano Carlo Chenis", dedicato al vescovo Carlo Chenis e ospitato nei locali dell'ex palazzo vescovile tarquiniese, fatto edificare da Pompeo Aldrovandi tra il 1734 e il 1752.
Dal 12 febbraio 2022 è unita in persona episcopi alla sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 106.660 persone contava 103.660 battezzati, corrispondenti al 97,2% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1949 | 66.949 | 66.949 | 100,0 | 23 | 22 | 1 | 2.910 | 30 | 206 | 12 | |
1969 | 76.098 | 77.008 | 98,8 | 76 | 41 | 35 | 1.001 | 39 | 280 | 23 | |
1980 | 78.000 | 78.700 | 99,1 | 77 | 36 | 41 | 1.012 | 46 | 235 | 28 | |
1990 | 85.000 | 88.000 | 96,6 | 62 | 35 | 27 | 1.370 | 4 | 28 | 187 | 25 |
1999 | 136.000 | 151.100 | 90,0 | 78 | 49 | 29 | 1.743 | 5 | 35 | 190 | 25 |
2000 | 136.000 | 151.100 | 90,0 | 76 | 46 | 30 | 1.789 | 6 | 35 | 170 | 25 |
2001 | 130.000 | 140.000 | 92,9 | 66 | 44 | 22 | 1.969 | 7 | 26 | 167 | 25 |
2002 | 82.000 | 85.000 | 96,5 | 70 | 44 | 26 | 1.171 | 7 | 31 | 170 | 26 |
2003 | 82.000 | 85.000 | 96,5 | 77 | 49 | 28 | 1.064 | 10 | 40 | 158 | 26 |
2004 | 82.000 | 85.000 | 96,5 | 68 | 48 | 20 | 1.205 | 10 | 22 | 163 | 26 |
2006 | 82.752 | 85.746 | 96,5 | 68 | 47 | 21 | 1.216 | 9 | 23 | 157 | 26 |
2013 | 103.870 | 106.870 | 97,2 | 72 | 47 | 25 | 1.442 | 15 | 27 | 112 | 27 |
2016 | 106.200 | 109.100 | 97,3 | 73 | 50 | 23 | 1.454 | 16 | 25 | 103 | 27 |
2019 | 103.800 | 106.700 | 97,3 | 71 | 48 | 23 | 1.461 | 19 | 25 | 103 | 27 |
2021 | 103.660 | 106.660 | 97,2 | 68 | 45 | 23 | 1.524 | 19 | 25 | 103 | 27 |
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