De viris illustribus (Petrarca)
opera in latino di Francesco Petrarca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il De viris illustribus (Vite degli uomini illustri) è un'opera in prosa latina composta da Francesco Petrarca, contenente le biografie di uomini illustri.
Le vite degli uomini illustri | |
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Titolo originale | De viris illustribus |
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Autore | Francesco Petrarca |
1ª ed. originale | 1337-1343 (libro I) 1351-1353 (libro II) |
Genere | saggio |
Sottogenere | biografico, storiografico |
Lingua originale | latino |
Composizione
Riepilogo
Prospettiva
Petrarca cominciò a lavorarvi a partire dall'estate del 1337, durante il suo soggiorno a Valchiusa. La redazione fu però rallentata già nel 1338 a causa del sopraggiungere di un nuovo progetto letterario, comunque correlato:[1] un poema epico in latino sulla seconda guerra punica, intitolato Africa.
Il progetto originario contemplava una serie di biografie di antichi eroi romani, a partire da Romolo, verosimilmente fino a includere i primi imperatori romani, in un primo momento fino a Tito.[2] Le vite si presentano di lunghezza disuguale: alcune piuttosto brevi, altre più lunghe; quella di Scipione l'Africano, personaggio caro a Petrarca ed eroe dell'Africa, è considerevolmente ampia. Entro il 1343, quando l'autore ne interruppe la scrittura, erano state composte le prime 23 biografie, fino a Catone il Censore.
Petrarca ricominciò a scrivere nell'estate del 1351, di nuovo a Valchiusa: ma invece di continuare con la successione cronologica dei personaggi, ampliò il piano dell'opera includendo figure anteriori a Romolo: perciò ripartì scrivendo dodici nuove biografie, da Adamo ad Ercole.
Agli anni 1360[3] risalirebbe la versione definitiva della biografia dedicata a Giulio Cesare, che finì però per essere molto più ampia e quindi costituire un'opera in parte distinta (De gestis Cesaris), salvo poi essere accostata da Petrarca stesso al De viris illustribus.[3][4]

Infine, l'autore si rimise al lavoro nei primi anni 1370, quando dimorava ad Arquà, su richiesta di Francesco I da Carrara signore di Padova. L'opera fu ripresa, esclusivamente per la sezione sui personaggi romani, in una nuova veste nota come Epithoma,[5] affiancata da una versione abbreviata nota come Compendium. Sia l'Epithoma sia il Compendium erano stati compiuti solo in piccola parte quando Petrarca morì nel 1374, a settant'anni; furono portati a termine dal suo segretario Lombardo della Seta tra il 1379 e il 1380.
Contenuto
Riepilogo
Prospettiva
Il De viris illustribus attuale si apre con un proemio,[6] contenente una dedica a Francesco I da Carrara e quindi risalente all'epoca del rifacimento chiesto al poeta dal signore di Padova.
L'opera è divisa in due libri, ciascuno dei quali corrisponde a una diversa fase nella composizione.
Libro I
Il I libro contiene le biografie di uomini illustri dell'antichità classica, per la maggior parte romani.[N 1] Sulla scorta di vari repertori compilati da Petrarca, si ritiene che nella sua versione più completa il libro avrebbe dovuto contenere 36 biografie, arrivando fino a Tito[7] o, seguendo i repertori più tardi e anche più completi, fino a Traiano;[7] inoltre tutti e 36 i personaggi in questione o compaiono come personaggi, o sono citati almeno una volta, anche nell'Africa. Nei fatti, però, il libro petrarchesco si arresta alla ventitreesima biografia, quella di Catone il Censore, per un totale di ventidue capitoli.[N 2]
Petrarca compose le vite:
- De Romulo primo Romanorum rege
- De Numa Pompilio secundo Romanorum rege
- De Tullo Hostilio tertio Romanorum rege
- De Anco Martio quarto Romanorum rege
- De Iunio Bruto primo Romanorum consule
- De Horatio Cocle
- De Lucio Quintio Cincinnato
- De Marco Furio Camillo
- De Tito Manlio Torquato
- De Marco Valerio Corvo
- De Publio Decio
- De Lucio Papirio Cursore
- De Marco Curio Dentato
- De Fabritio Lucinio
- De Alexandro Macedone
- De Pyrro Epyrotarum rege
- De Hanibale Carthaginensium duce
- De Quinto Fabio Maximo cuntatore
- De Marco Claudio Marcello
- -21. De Claudio Nerone et Livio Salinatore
- 22. De Publio Cornelio Scipione Africano maiore
- 23. De Marco Portio Catone censorio[8]
A queste si può accostare, come 24ª biografia, quella di:[9]
Petrarca non scrisse le progettate vite di:[N 3]
Libro II
Rimettendosi all'opera anni dopo, Petrarca non continuò in ordine cronologico la precedente serie interrotta, anzi prese a scrivere biografie di personaggi ancora più antichi, tratti dall'Antico Testamento e dalla mitologia classica,[10] che andarono quindi a comporre il Libro II.
Fonti
Fonte privilegiata di Petrarca furono gli Ab Urbe condita libri di Tito Livio e la Farsaglia di Lucano.
Per il De gestis Cesaris si avvalse del De bello Gallico e del De bello civili.
Fortuna
Fortemente colpito da Petrarca dopo averne fatto la conoscenza, nel corso degli anni 1350 Giovanni Boccaccio compose due opere chiaramente influenzate dal De viribus illustribus, ossia il De casibus virorum illustrium e il De mulieribus claris.
Sul finire del '300, Donato Albanzani produsse un volgarizzamento della sezione romana del De viris illustribus (incluse le biografie completate da Lombardo della Seta), intitolandolo Libro degli huomini famosi. La versione di Donato ebbe la sua editio princeps nel 1476 e riscosse notevole diffusione e successo,[11] come il suo volgarizzamento del De mulieribus claris di Boccaccio.
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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