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Costa San Giorgio

Via di Firenze Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Costa San Giorgio è una strada collinare di Firenze (le "coste" sono infatti le strade del centro in ripida pendenza), che si trova in Oltrarno, tra via San Leonardo, nel punto in cui questa è segnata dalla porta San Giorgio, e piazza dei Rossi, a lato della chiesa di Santa Felicita. Lungo il tracciato confluiscono nell'arteria via del Forte di San Giorgio, il vicolo della Cava, la costa Scarpuccia, la costa dei Magnoli, la rampa delle Coste, la rampa dei Canigiani e la rampa di Sotto.

Fatti in breve Altri nomi, Localizzazione ...
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Storia

Riepilogo
Prospettiva

La denominazione riferisce dell'antica chiesa parrocchiale di San Giorgio e Spirito Santo alla Costa (ugualmente nel tempo detta, da un vicino oratorio, di San Giorgio e San Mamiano). La strada, che si inerpicava dal centralissimo ponte Vecchio verso le fertili colline di San Miniato, di San Leonardo, di Arcetri e del Poggio Imperiale, nacque come popoloso borgo, che venne inglobato nelle mura al tempo della prima cerchia comunale (1172-1175), e faceva parte del borgo "Pidiglioso", o "Petecchioso", con cui si designavano le miserevoli abitazioni di via de' Bardi e delle strade limitrofe, caratterizzate dalla povertà e dalla sporcizia dei propri abitanti. Inizialmente la strada terminava di fatto alla biforcazione della costa Scarpuccia, e solo con la realizzazione della cerchia di Arnolfo, verso il 1324, fu lastricata e prolungata fino a una vera e propria porta, che venne chiamata appunto porta San Giorgio[1].

La Domenico dele Palme dell'anno 1284 una sciagura che si abbatté sulla strada, quando in seguito alle copiose piogge una vasta frana si staccò rovinando fino alla chiesa di Santa Lucia de' Magnoli, trascinando con sé cinquanta case e uccidendo una ventina di cittadini[2]. Dal 1343 la strada faceva parte della suddivisione del Gonfalone Scala del quartiere di Santo Spirito. A quei tempi sulla strada si allineavano già gli importanti complessi monastici di San Giorgio e di San Girolamo, intervallati da case residenziali per il popolo e laboratori. Qui più che in altre zone si è mantenuta la tipologia della casa con orti retrostanti, abitata da una o più famiglie[3].

Un'attività in auge fino al 1550 circa era quella dei cavatori di pietraforte, che permetteva alla città di avere un'ottima pietra da costruzione disponibile direttamente dentro le proprie mura. La cava fu chiusa quando venne realizzato il giardino di Boboli, ma è testimoniata dall'ancora esistente vicolo della Cava[4]. Pochi decenni dopo la via guadagnava tuttavia importanza come accesso al nuovo forte di Belvedere.

Nella pianta delineata da Ferdinando Ruggieri nel 1731 il tracciato è segnato - forse per errore - come costa de' Magnoli.

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Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

Si tratta di una via priva di emergenze architettoniche rilevanti, ad esclusione della porta urbica e di alcuni complessi religiosi, e comunque ricca di storia non fosse per la presenza della casa e di altri edifici legati alla memoria di Galileo Galilei; tuttavia è di grande suggestione per il suo rapido salire che nel volgere di breve tempo conduce dalla città alla campagna e viceversa.

Edifici

Ulteriori informazioni Immagine, N° ...

Lapidi

Al n. 9 si trova una piccola lapide presso l'ingresso:

NVLLIVS
IN
VERBA

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Il motto Nullius in verba allude alla determinazione di dimostrare i fatti scientifici secondo il metodo sperimentale, non "a parole", ed è in tutta probabilità da mettere in relazione con i luoghi di Galileo Galilei lungo questa via.

Sempre nei pressi del n. 9, sotto al tabernacolo della Madonna col Bambino, si legge la lapide:

IL POPOLO DI S.GIORGIO SULLA COSTA
QUI MI VOLLE
A SUA GUARDIANA NEI SECOLI
A. S. 1951

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Al n. 11 si trova la prima lapide su Galileo Galilei:


NELL’ANNO 1609
GALILEO GALILEI
PERFEZIONANDO L’USO
DEL CANNOCCHIALE
CONDUCEVA LE OSSERVAZIONI
ASTRONOMICHE
CHE LO AVREBBERO PORTATO
ALLA SCOPERTA
DEI “ SATELLITI MEDICEI ” DI GIOVE
NEL IV° CENTENARIO IL COMUNE DI FIRENZE POSE

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Al 19 si trova la seconda:

QUI OVE ABITÒ GALILEO
NON SDEGNÒ PIEGARSI ALLA POTENZA DEL GENIO
LA MAESTÀ DI FERDINANDO II°
DEI MEDICI

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Un'altra lapide si trova poi sulla casa di Giovanni Dupré al 70:

IL MUNICIPIO DI FIRENZE
NEL CUI CONSIGLIO SEDEVA
GIOVANNI DUPRÈ
POSE QUESTA MEMORIA SULLA CASA
OVE IL GRANDE SCULTORE
GLORIA D'ITALIA E DELL'ARTE DIMORÒ VENTI ANNI
E MORÌ IL DECIMO GIORNO DEL MDCCCLXXXII

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Nell'atrio della stessa casa invece si legge:

I PRESENTI AVANZI DELL'ORATORIO
DI SANTA MARIA MADDALENA FATTO
IN QUESTO ANTICHISSIMO SUOLO
COSTRUIRE SECENTO ANNI SONO DALLE
NOBILI RELIGIOSE DI SANTA FELICITA IN
MEMORIA DEL LORO PRIMO MONASTERO
CI RAMMENTANO CHE ESSE IN TEMPO
IMMEMORABILE EBBERO PRINCIPIO
SOTTO L'ISTESSO NOME DI SANTA MARIA
MADDALENA COME DALLE MEMORIE
E PITTURE STATE PIÙ SECOLI QUÌ
NASCOSTE E CASUALMENTE SCOPERTE
IL DI XXI.DEL MESE DI NOVEMBRE
L'ANNO MDCCLXXIV. NEL DAR LUOGO
A QUESTI PIÙ ANTICHI MARMI.

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Infine sulla casa di santa Caterina si legge presso il tabernacolo:

CASA
DI
S. CATERINA

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Tabernacoli

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Crocifissione e santi di Pier Francesco Fiorentino (1432-1448 circa)

Al n. 9 si trova un tabernacolo con una statuetta a tutto tondo Madonna col Bambino in marmo entro un'edicola in pietra serena. Come ricorda l'iscrizione alla base, fu collocata nel 1951, al termine dell'Anno Santo, grazie a una sottoscrizione degli abitanti della strada promossa dal parroco di San Giorgio alla Costa[26].

Al 36, sullo sprone della casa in angolo con la Costa dei Magnoli, un tabernacolo in pietra serena verosimilmente del XVIII secolo, proveniente da un edificio demolito di Mercato Vecchio, fu qui collocato nel 1955 su iniziativa del Comitato per l'Estetica Cittadina, con un'immagine moderna della Madonna col Bambino, costituita da una mattonella ceramica a rilievo dello scultore Fiorenzo Copertini. Nel cartiglio sul timpano Guarnieri riporta come si leggesse la parola "BENEFATTORI", oggi illeggibile per via del degrado della pietra[26].

Sulla parete del monastero di San Girolamo alla Costa si vede il più importante tabernacolo della strada, collocato entro una grande nicchia affrescata sopra un antico portale trecentesco tamponato. Raffigura la Crocifissione tra i santi Girolamo, Francesco e angeli (1432-1448 circa), opera riferita a Pier Francesco Fiorentino, realizzata per la Compagnia di San Giorgio e Sant'Antonio dei Fanciulli[26].

Al 48 si trova un tabernacolo rettangolare in marmo bianco, con timpano, lanterna e tettoia protettiva, che all'epoca del repertorio di Guarnieri (1987) conteneva una stampa della Madonna col Bambino[26][27], mentre oggi mostra una replica in terracotta, in scala, della Madonna Taddei di Michelangelo.

Al 50 una semplice nicchia cuspidata, incassata nella parete, contiene una Madonna col Bambino in terracotta policroma invetriata, opera databile tra XIX e XX secolo[26].

Al 59A una nicchia simile contiene una Madonnina orante in ceramica a una ghirlanda di fiori artificiali[26].

Al 77 infine, sulla casa di santa Caterina, si trova una statuetta della santa senese. Sotto l'archetto di coronamento di trovano a rilievo gli attributi della corona di spine e dei flagelli, che alludono alle piaghe di Cristo di cui la santa ebbe visioni estatiche[26].

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Vie limitrofe

Riepilogo
Prospettiva

Costa San Giorgio nell'attraversare la collina dei Magnoli incontra alcune strade secondarie, che ad essa afferiscono.

  • A monte si trova un bivio con la via del Forte di San Giorgio, nata come strada di servizio per i militari in servizio alla fortezza; oggi sbuca a un passaggio pedonale tramite un cancello e una scaletta che conduce all'ingresso del forte, e lo stesso nome è stato dato alla strada interna che circonda la fortificazione stessa, dalla Porta di San Giorgio all'ingresso del giardino di Boboli presso il contrafforte detto della Diamantina[28]. Sul primo tratto della via si trovano gli ingressi di alcune villette moderne.
  • Vicolo della Cava: deve il suo nome alla cava di pietraforte che si estraeva dalla collina di Boboli. Con la creazione del giardino mediceo la via venne chiusa e divenne senza sfondo. Sul lato sud, al due, si trova una casa satellite del monastero di San Giorgio alla Costa, che presenta sulla chiave d'arco del portale lo stemma della colomba dello Spirito Santo, al quale era dedicato l'ex-monastero[29].
  • Costa Scarpuccia: in ripida pendenza, si scosta sulla destra.
  • Costa dei Magnoli: si biforca sbucando in piazza di Santa Maria Soprarno.
  • Rampa delle Coste: è la prima di tre scalinate che scendono dalla collina verso l'Arno, tutte realizzate negli anni 1950; questa, che è la più lunga delle tre, venne realizzata demolendo una casa annessa a palazzo Tempi durante la riscostruzione post-bellica[30].
  • Rampa dei Canigiani: la scalinata fu decisa nel 1951, con riferimento alla famiglia Canigiani che visse in Oltrarno ed aveva la propria cappella in Santa Felicita
  • Costa del Pozzo: la breve strada in salita che prosegue dalla rampa dei Canigiani fu decisa nel 1951, come prolungamento carrabile tracciato per costeggiare gli edifici che sarebbero risorti tra il vicolo del Canneto e via de' Bardi, dopo le distruzioni del 1944[31]. Il nome sembra essere stato scelto a ricordare un pozzo che si trovava anticamente in piazza di Santa Maria Soprarno.
  • Rampa di Sotto: detta così perché più a valle delle altre rampe, porta dopo un breve tragitto in via Stracciatella[32].
  • Vicolo del Canneto: parallelo a via de' Bardi, deve il suo nome alle canne che crescevano lungo il vicino fiume; anticamente era più lungo e costeggiava il retro degli edifici di via dei Bardi fino quasi via Guicciardini; la metà nord oggi presenta edifici di origine antica, sebbene privi di elementi di spicco, quella sud mostra un grande casamento sorto dopo la seconda guerra mondiale; a metà del vicolo si trova una croce devozionale in legno, incassata in un muro e dipinta di bianco.
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Note

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Bibliografia

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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