Corso Sempione

strada di Milano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Corso Sempionemap

Corso Sempione è un'importante strada radiale di Milano.

Fatti in breve Nomi precedenti, Localizzazione ...
Corso Sempione
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Il tram 1 in corso Sempione
Nomi precedentistrada per il Sempione
Localizzazione
Stato Italia
CittàMilano
CircoscrizioneMunicipio 8
DistrettoSempione
QuartiereSempione, CityLife, Bullona
Codice postale20145 (Numeri dispari da 1 a 51), 20154 (Numeri pari da 2 a 104), 20149 (Numeri dispari da 55 a 95)
Informazioni generali
Tipostrada radiale di Milano
Lunghezza1,8 km
Pavimentazioneasfalto
IntitolazioneIn quanto in asse col Sempione
Costruzione1801
Collegamenti
InizioPiazza Sempione
FinePiazza Firenze
Luoghi d'interesseArco della Pace
Trasporti
Mappa
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Storia

Aperta nel 1801 come primo tronco della strada per il Sempione (realizzata in età napoleonica per collegare Milano a Parigi), si presenta come un largo viale alberato e rettilineo, prospetticamente puntato sull'Arco della Pace, secondo la moda neoclassica. Il progetto ha evidenti riferimenti agli Champs-Elysées di Parigi. Sfocia nell'attuale Piazza Firenze, originariamente rondò per le carrozze dei nobili.

Caratteristiche

Riepilogo
Prospettiva

Corso Sempione ha origine dall'omonima porta nelle mura, aperta per l'occasione, e si dirige verso nord-ovest.

La penetrazione urbana dell'asse, pur prevista, non fu mai realizzata: l'area adibita a piazza d'armi continuò infatti ad essere adibita a tale uso fino a fine Ottocento, sostituita quindi dal Parco Sempione[N 1], e il prolungamento del corso all'interno della città fu realizzato anch'esso a fine Ottocento, secondo un disegno più modesto[N 2].

Verso la campagna, il corso Sempione terminava al rondò Biraghi [N 3], l'attuale piazza Firenze, realizzato per consentire l'inversione delle carrozze dei nobili a passeggio, secondo gli usi del tempo. Più oltre, nella località Cagnola, l'attuale Piazzale Accursio, la strada si biforcava, confluendo con due brevi tronchi[N 4]sulle preesistenti strade Gallaratese e Varesina.

Con la restaurazione austriaca l'asse del Sempione perse importanza, sostituito dall'asse diretto verso nord-est, in direzione della Villa di Monza (attuali corso Venezia, corso Buenos Aires e viale Monza); dopo l'Unità d'Italia il corso Sempione venne addirittura tagliato a livello da due linee ferroviarie: nel 1870 quella per Vigevano (soppressa poi nel 1931) e nel 1879 quella per Saronno (portata in trincea nel 1929). In seguito all'elettrificazione delle tranvie urbane, avvenuta negli ultimi anni del XIX secolo, fu necessario costruire due cavalcaferrovia tranviari[1].

Attualmente il corso possiede una carreggiata centrale, percorsa da un intenso traffico automobilistico, e due controviali laterali, separati da due strisce di verde pubblico.

Un progetto dell'arch. Álvaro Siza prevedeva la soppressione della carreggiata centrale, da adibirsi anch'essa a giardino; tale intervento, mai realizzato, doveva essere compreso nel sistema di riqualificazione delle strade cittadine dirette all'area dell'Expo 2015 (la cosiddetta "via di terra")[2].

Qui ha sede il centro di produzione TV della RAI Radiotelevisione Italiana.

Edifici notevoli

Riepilogo
Prospettiva
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Edificio in Corso Sempione 33 costruito da Piero Bottoni nel 1955-1957. Foto di Paolo Monti.

Sul lato sinistro:

  • al n. 25 la sede del gruppo rionale fascista "P. E. Crespi", costruito dal 1938 al 1939 su progetto di Gianni Angelini, Giuseppe Calderara e Tito Varisco[3];
  • al n. 27 la sede RAI, già EIAR, costruita nel 1939 su progetto di Gio Ponti[4];
  • al n. 33 un edificio residenziale, costruito dal 1955 al 1957 su progetto di Piero Bottoni[5];
  • al n. 43 il grattacielo "Vespa", costruito nel 1955 su progetto di Luigi Vietti[4];
  • al n. 55 un complesso direzionale, costruito dal 1984 al 1988 su progetto di Fausto, Lucio e Vincenzo Passarelli[6];
  • al n. 75 un edificio per abitazioni, costruito nel 1965 su progetto di Mario Asnago e Claudio Vender[4];
  • al n. 81 un edificio per abitazioni, costruito nel 1953 su progetto di Gianemilio, Pietro e Anna Monti[7].

Sul lato destro:

Trasporti

Note

Bibliografia

Altri progetti

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