Remove ads
architetto italiano (1903-1973) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Piero Bottoni (Milano, 11 luglio 1903 – Milano, 9 aprile 1973[1]) è stato un architetto e politico italiano.
Piero Bottoni | |
---|---|
IX Triennale di Milano, cerimoniale - Ivan Matteo Lombardo, Piero Bottoni e Giangiacomo Galligo | |
Deputato della Consulta nazionale | |
Durata mandato | 25 settembre 1945 – 25 giugno 1946 |
Capo del governo | Ferruccio Parri Alcide De Gasperi |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista Italiano |
Titolo di studio | Laurea in architettura |
Professione | Architetto |
Si laureò in architettura a Milano nel 1926. Di formazione complessa (Brera e Politecnico), coltivò vasti interessi progettuali - architettura, urbanistica, restauro, allestimento, design e arredamento - in un intenso rapporto con le altre arti.
Interprete del Razionalismo italiano, dal 1929 al 1949 fu delegato italiano ai Congressi Internazionali di Architettura Moderna; nel 1933 prese parte alla redazione della Carta di Atene, il manifesto dell'urbanistica razionalista. Nello stesso anno fu tra i promotori della rivista Quadrante. Tra le due guerre partecipò a numerosi concorsi di urbanistica e disegno urbano riguardanti Genova, Verona, Milano, Piacenza, Como, Bologna e Roma. fu tra gli autori di due piani che hanno segnato la storia dell'urbanistica italiana: il Piano della Valle d'Aosta, promosso da Adriano Olivetti nel 1936, e il Piano A.R. (Architetti Riuniti) del 1944-45.
Nel dopoguerra fu membro della direzione di Metron e uno tra i fondatori del Movimento Studi Architettura. Dal 1949 al 1956 fece parte del comitato direttivo di Urbanistica.
Si impegnò anche in politica: nel maggio 1943 aderì al PCI e nel settembre 1945 fu nominato membro della Consulta Nazionale, conservando tale ruolo fino al giugno 1946[2]. Dal 1956 al 1964 diviene consigliere comunale a Milano, eletto nelle liste del Pci.
Già assistente di Giovanni Muzio al Politecnico di Milano, da cui era stato allontanato per motivi politici nel 1927 e nel 1937, solo nel 1951 poté tenervi un corso di Urbanistica come libero docente. Vi tornerà nel 1964 come incaricato di Allestimento e museografia. Nel frattempo, dal 1954 al 1965, insegnò Tecnica urbanistica alla facoltà di Ingegneria di Trieste. Dal 1967 fu ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano fino al 1971, quando venne sospeso, con tutto il Consiglio della facoltà di Architettura, dal Ministro della pubblica istruzione Riccardo Misasi, contrario alla sperimentazione didattica.
Come Commissario Straordinario della Triennale, promosse e progettò il Quartiere sperimentale QT8. Altri progetti urbanistici interessavano, oltre a Milano, Vignola, Pavullo nel Frignano, Modena, Mantova, Senigallia, S. Gimignano, Sesto S. Giovanni, Brescia, Siena, Breuil, Ferrara, Marina di Pisa, Verbania e Sanremo.
Morì nel 1973 senza aver potuto riprendere l'insegnamento.
Tra le opere di architettura realizzate prima del 1945 spiccano:
Nello stesso periodo realizza diverse decine di architetture d'interni progettando alcune centinaia di mobili, una parte dei quali destinati anche alla produzione di serie.
Non meno rilevante è l'attività di urbanista che lo vede protagonista di esperienze fondamentali come il piano della Valle d'Aosta promosso da Adriano Olivetti e il piano A.R. per Milano e la Lombardia.
In veste di Commissario straordinario della Triennale di Milano nel 1945 promuove la realizzazione del Quartiere Sperimentale QT8, di cui redige il piano generale e che arricchisce con l'invenzione del Monte Stella, intitolato a Stella Sas Korczynska, scultrice, sposata da Bottoni nel 1941.
Tra le realizzazioni architettoniche più rilevanti del dopoguerra:
Continua, anche se meno intensamente, la progettazione di interni e di mobili.
Di rilievo, per il peso che hanno assunto nella storia dei singoli contesti, oltre che della cultura urbanistica, sono i progetti di disegno urbano e i piani redatti per Como, Bologna, Siena, Mantova, S. Gimignano, Ferrara e Sesto S. Giovanni.
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.