Cogne
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Cogne (AFI: [ˈkɔɲːe], o [ˈkoɲːe], (in italiano)[5][6]; /kɔɲ/ (in francese)) è un comune italiano sparso di 1 356 abitanti[2] della Valle d'Aosta situato nella parte meridionale della regione, al cospetto del Massiccio del Gran Paradiso che dà il nome all'omonimo Parco nazionale.
Cogne comune | |
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(IT) Comune di Cogne (FR) Commune de Cogne | |
Vista del capoluogo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Valle d'Aosta |
Provincia | Non presente |
Amministrazione | |
Capoluogo | Veulla |
Sindaco | Franco Allera (lista civica Ensemble pour Cogne) dal 24-5-2010 |
Lingue ufficiali | italiano, francese |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 45°36′31.47″N 7°21′21.68″E |
Altitudine | 1 544[1] m s.l.m. |
Superficie | 213,04 km² |
Abitanti | 1 356[2] (31-12-2020) |
Densità | 6,37 ab./km² |
Frazioni | Boutillères, Champlong, Crétaz, Épinel, Gimillan, Lillaz, Valnontey, Moline, Montroz, Veulla (capoluogo) |
Comuni confinanti | Aymavilles, Brissogne, Champorcher, Charvensod, Fénis, Gressan, Locana (TO), Noasca (TO), Ronco Canavese (TO), Saint-Marcel, Valprato Soana (TO), Valsavarenche |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 11012 |
Prefisso | 0165 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 007021 |
Cod. catastale | C821 |
Targa | AO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona F, 4 533 GG[4] |
Nome abitanti | (IT) cognini (FR) Cogneins |
Patrono | sant'Orso |
Giorno festivo | 1º febbraio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Cogne all'interno della Valle d'Aosta | |
Sito istituzionale | |
Il comune di Cogne occupa l'alta valle omonima. È il comune più esteso della Valle d'Aosta[7] e il 19º in Italia per altitudine.
All'altezza capoluogo (Veulla), si diramano cinque valli:
Cogne dista 140 km da Torino, 160 da Ginevra e 26,5 km da Aosta.
Al centro del territorio comunale e ai margini dell'abitato di Veulla si trova l'ampia distesa detta Prati di Sant'Orso (fr., Prés de Saint-Ours),[8] insigniti del riconoscimento "Meraviglia d'Italia"[9][10] I prati ospitano la bataille de reines,[11] e sulla zona vige il divieto di edificare secondo lo statuto comunale.
La paleofrana di Champlong, nella località omonima, ricorda la presenza di un'antica morena glaciale. A seguito dello smottamento del terreno il letto del torrente Urtier si è spostato, i vulcanelli di fango testimoniano la presenza di acqua sotterranea sotto pressione. Un pannello informativo è stato posto sul ciglio della strada per Lillaz[12].
Il clima di Cogne è di tipo alpino con inverni lunghi ed estati corte. Dal punto di vista pluviometrico la Valle di Cogne, come del resto tutta la Valle d'Aosta ha un clima siccitoso, così come definito dall'abate Pierre-Louis Vescoz che parlava di un clima intramontano. Se la media pluviometrica nazionale è di circa 1.500 mm, a Cogne possiamo attestarci fra valori compresi fra i 700 e gli 800 mm.[senza fonte] Le aree più esposte alle correnti umide provenienti dal Mediterraneo e più in quota, localizzate a Sud-Est nell'area di Lillaz.
Fra gli eventi estremi più recenti, da citare l'alluvione del 2000, che colpì duramente Piemonte e Valle d'Aosta con particolare intensità proprio sulla valle di Cogne. Caduti 460 mm di pioggia fra il 13-16 ottobre[13], l'evento ebbe importanti ripercussioni sul territorio comunale. Nella notte del 29 giugno 2024, una violenta alluvione ha causato allagamenti e danni in tutte le località di Cogne, causando devastazione lungo la strada regionale 47 e isolando il paese dalla valle[14], ma anche dalle sue stesse frazioni (come nel caso di Valnontey[15]).
Di notevole impatto la frana di Champlong, vicino Lillaz, dove ci fu una profonda trasformazione dell'assetto della zona.
In latino Cunia'[16] (o Conia).
La popolazione di Cogne ha origini dalle valli arpitane piemontesi. In epoche passate le relazioni economiche, commerciali e le vie di comunicazione non erano dirette verso la Valle d'Aosta, ma verso le suddette valli, raggiunte passando per mulattiere e colli di alta montagna come il colle del Rancio o il colle dell'Arietta.
Fin dal Medioevo la località fu nota per il giacimento di magnetite, concesso in sfruttamento ai valligiani dai signori locali.[11]
Nel 1191 il conte di Savoia, Aosta e Moriana Tommaso I concesse al vescovo di Aosta di costruirsi un castello a Cogne, di cui era signore spirituale e temporale: «Pactum insuper fuit ut ipse episcopus si voluerit in valle de Conia castrum erigere valeat…». Il castello fu probabilmente terminato nel 1202, quando venne inaugurata la chiesa parrocchiale.
Nel 1865 il Corpo reale del Genio civile di Torino in val di Cogne realizzò una strada per unire Cogne con Aosta, e ben presto il ponte di Chevril diventò il simbolo del collegamento con il fondovalle.[17]
Nel corso della guerra gli abitanti vennero esentati dal prestare servizio militare per permettere la continuità dell'attività della miniera di ferro. Dal 7 luglio al 2 novembre 1944, complice l'isolamento della vallata e il ritiro del presidio tedesco ad Aosta ottenuto da Franz Elter direttore della miniera, il paese divenne una repubblica partigiana con un sindaco eletto, Francesco David, dotata di una propria radio libera e un giornale, formato da un unico foglio, intitolato prima Il Garibaldino e quindi Patriota, diretto da Giulio Einaudi arrivato a Cogne dalla Svizzera. Negli ultimi giorni della repubblica dalla Francia vi arrivò anche Sandro Pertini. La repubblica terminò il 2 novembre dopo un attacco tedesco, con l'appoggio di carri armati, al quale le brigate partigiane non poterono opporsi.[18][19]
Fino agli anni Settanta del secolo scorso, Cogne è stato un importante centro minerario per l'estrazione del minerale di ferro, i cui filoni minerari principali erano sfruttati nelle miniere di Colonna, Licony e Larsinaz.
Il minerale estratto (principalmente magnetite) veniva poi inviato all'acciaieria Cogne di Aosta per la lavorazione utilizzando una ferrovia a scartamento ridotto. La miniera venne definitivamente chiusa nel 1979.
Tra gli eventi recenti più catastrofici che hanno colpito il paese si ricordano l'alluvione del 1993 e quella del 15 ottobre 2000: in quell'occasione caddero oltre 400 mm di pioggia in due giorni provocando esondazioni e frane.
Nel villaggio di Montroz, verso il vallone di Gimillan, ebbe luogo il 30 gennaio 2002 l'omicidio di un bambino di 3 anni, Samuele Lorenzi. Il misfatto è passato alla storia giudiziaria come il "delitto di Cogne". Fin dall'inizio, principale indagata fu la madre, Anna Maria Franzoni, poi condannata, con sentenza definitiva il 21 maggio 2008 in Cassazione, a sedici anni di carcere.
Il caso attirò, per mesi, l'interesse di gran parte dell'opinione pubblica italiana, sollecitata in ciò dall'attenzione morbosa dei mezzi di comunicazione di massa e, in particolare, della televisione.
Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 13 giugno 1989.[20]
«Partito semitroncato: nel primo d'azzurro, al pastorale d'oro, posto in palo; nel secondo di rosso, alla testa di stambecco recisa verticalmente d'oro, allumata di rosso; nel terzo d'oro, al piccone di nero, posto in palo, con la parte appuntita del ferro posta a destra. Ornamenti esteriori di Comune»
Il pastorale si riferisce alla signoria che il vescovo di Aosta esercitò nel Medioevo e nell’età moderna sulla valle di Cogne. Lo stambecco, animale tipico del territorio, rimanda alle chasses royales, le battute di caccia tenute da re Vittorio Emanuele II nelle vallate del Gran Paradiso, che avevano a Cogne, nello château royal (antica casaforte vescovile), uno dei punti di ritrovo più frequenti. L'oro del campo e il piccone alludono alle ricchezze minerarie del paese: l'argento, estratto nel Medioevo, e il ferro, la cui estrazione raggiunse proporzioni industriali tra Seicento e Settecento.
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di azzurro.
Una leggenda attribuisce alla volontà divina la scelta del luogo sul quale venne edificata la chiesa di Cogne. Prima che fosse costruita, gli abitanti, per assistere alla messa domenicale, dovevano percorrere un lungo cammino per arrivare alla cappella del Crêt.
In inverno il sentiero era ancora più disagevole a causa del ghiaccio, così gli abitanti, stanchi della situazione, decisero di costruire una chiesa a Cogne. Il luogo scelto per tale costruzione era Lisardey, frazione che si trovava sulla riva destra del torrente. Successe un fatto strano quando sul posto vennero portate delle reliquie: queste scomparvero e furono ritrovate sulla riva opposta del torrente. Nonostante molti tentativi di riportarle al luogo prefissato esse tornavano sempre al di là del fiume. Gli abitanti di Cogne, comprendendo di aver assistito ad una manifestazione della volontà divina, ubicarono la chiesa nel luogo indicato dal Signore.
Abitanti censiti[24]
Secondo i dati Istat[25] al 31 dicembre 2019, a Cogne erano residenti 117 cittadini stranieri, pari all'8,5 % della popolazione.
Le nazioni di provenienza più rappresentative sono:
In Rue Bourgeois ha sede la biblioteca comunale.
Il mécoulin è pane dolce natalizio tipico di Cogne.
Il capoluogo, chiamato Veulla in patois cognein, ma comunemente indicato come Cogne, si divide in più parti:
Cogne è un'importante località turistica, sia estiva che invernale, e uno dei centri mondiali dello sci di fondo. Determinante attrattiva turistica è il Parco Nazionale del Gran Paradiso, primo parco nazionale italiano che tutela una notevole biodiversità sia floristica che faunistica.
Dal 1º gennaio 2011 Cogne è entrata a far parte dell'Associazione Perle delle Alpi per l'offerta turistica sostenibile e la mobilità dolce[29][30]. È la seconda località alpina valdostana a rientrare nei criteri dopo Chamois.[31]
Cogne è nota anche per i suoi pizzi a fuselli artigianali lavorati dalle donne al tombolo e detti les dentelles de Cogne; questa attività è praticata a Cogne fin dal XVI secolo e fa parte della tradizione che ancora oggi viene portata avanti dalla cooperativa "Les Dentellieres de Cogne"[32]. Ai pizzi di Cogne è dedicata l'esposizione permanente della Mèison di pitz. I pizzi così realizzati vengono utilizzati per impreziosire svariati oggetti, quali tovaglie, lenzuoli e i tipici costumi della valle.[33]
Come in molti comuni valdostani anche nel comune di Cogne si produce energia idroelettrica. La centrale idroelettrica di Lillaz, in gestione alla CVA, sfrutta le acque dell'Urtier.[34]
Cogne è collegata alla valle centrale e alla plaine tramite la SR 47 il cui imbocco è situato all'altezza dell'abitato di Aymavilles presso lo svincolo di Aosta Ovest dell'Autostrada A5 Torino-Monte Bianco.
Linea Cogne - Eaux-Froides (Gressan), l'antico trenino che trasportava la magnetite verso gli altiforni di Aosta. Linea attualmente utilizzabile solo in caso di emergenza.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
17 giugno 1985 | 22 maggio 1990 | Osvaldo Ruffier | - | Sindaco | [35] |
22 maggio 1990 | 29 maggio 1995 | Osvaldo Ruffier | Union Valdôtaine | Sindaco | [35] |
29 maggio 1995 | 8 maggio 2000 | Osvaldo Ruffier | lista civica | Sindaco | [35] |
8 maggio 2000 | 30 maggio 2003 | Osvaldo Ruffier | lista civica | Sindaco | [35] |
30 maggio 2003 | 9 maggio 2005 | Bruno Zanivan | lista civica | Sindaco | [35] |
9 maggio 2005 | 25 maggio 2010 | Bruno Zanivan | lista civica | Sindaco | [35] |
24 maggio 2010 | 11 maggio 2015 | Franco Allera | lista civica | Sindaco | [35] |
11 maggio 2015 | in carica | Franco Allera | Sindaco | [35] |
In questo comune si gioca a palet e a rebatta, caratteristici sport tradizionali valdostani.[36]
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