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architetto e urbanista francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Christian de Portzamparc (Casablanca, 5 maggio 1944) è un architetto e urbanista francese.
Ha trascorso la sua gioventù a Rennes. Nel 1994 è stato il primo francese a ricevere il premio Pritzker, il Nobel dell'architettura; nel 2004 ha ricevuto il Gran Premio dell'urbanistica. Portzamparc ha studiato presso la Scuola superiore di Belle Arti a Parigi, dal 1962 al 1969. La scoperta degli schizzi di Le Corbusier l'ha spinto ad orientarsi verso la specializzazione in architettura. Tuttavia già da questo periodo si è allontanato dall'architettura moderna, ispirata alle teorie di Le Corbusier, ritenendo che, a Parigi, non si potesse distruggere completamente il passato. È anche il primo titolare della cattedra di “creazione artistica” al Collège de France. La sua lezione inaugurale è del 2 febbraio 2006 con il titolo: “Architettura: figure del mondo, figure del tempo”.
Una delle prime illustrazioni delle sue idee è l'insieme degli alloggi popolari delle Hautes-Formes, nel XIII arrondissement di Parigi. Quando due torri dovevano essere costruite in questo luogo, l'abbandono della costruzione di edifici di grande altezza nella Parigi del 1974, modifica il progetto. Christian de Portzamparc decide di tracciare una strada attraverso il nuovo quartiere e lo dota di una piazza centrale. Crea una serie di immobili di dimensioni variabili, meno elevati a sud-ovest al fine di facilitarne l'esposizione solare. Le aperture sono ordinate e la pianta unica è respinta a favore dei modelli differenti di appartamenti, secondo la posizione in tutti gli edifici. Questo insieme di alloggi segnano la fine dell'architettura standardizzata dell'operazione urbanistica denominata Italia 13 a Parigi.
Dopo questa prima esperienza, Portzamparc, nel corso degli anni ottanta, formalizza a poco a poco il concetto dell'isolato aperto (ilot ouvert) e lo oppone ai due tipi che, hanno dominato l'architettura dal XIX secolo:
L'isolato aperto raggruppa delle costruzioni autonome attorno ad una via tradizionale, l'altezza degli immobili è limitata senza essere uguale tra un edificio e l'altro e le facciate sono generalmente sulla via ma senza continuità tra le diverse costruzioni. Portzamparc respinge la mitomania al fine di creare degli appartamenti dotati d'esposizione multipla e di creare delle fughe visive all'interno dell'isolato. La sua concezione dell'architettura mantiene dall'haussmannismo una gerarchizzazione tra gli spazi pubblici, semi-pubblici e privati, che l'architettura moderna delle torri e delle stecche ha perso rigettando la strada tradizionale multi-funzionale. Egli non riprende tuttavia il rigore e l'uniformità delle facciate haussmanniane tradizionali, alle quali preferisce un certo lirismo, caratterizzato dalla diversità delle costruzioni.
Attua il concetto dell'isolato aperto in grande scala, nel quadro dell'operazione Paris Rive Gauche. La realizzazione del plani-volumetrico e la concezione precisa degli edifici sono affidati ad altri architetti, nel quadro delle norme di costruzione concepite e fissate da Christian de Portzamparc. Il suo obbiettivo è quello di dare al quartiere un carattere basato sull'alternanza delle altezze, dei colori, dei materiali e degli stili architettonici. Utilizza la metafora della “natura morta”, che combina in modo armonioso oggetti differenti gli uni dagli altri.
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