Chiesa dei Santi Eusebio e Carlo

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La chiesa dei Santi Eusebio e Carlo, più comunemente conosciuta come chiesa di Sant'Eusebio,[1][2] è un edificio di culto cattolico del centro storico di Como.

Fatti in breve Stato, Regione ...
Chiesa dei Santi Eusebio e Carlo
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StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
LocalitàComo
IndirizzoVia Volta, 18, 22100 Como
Coordinate45°48′36.33″N 9°04′44.37″E
Religionecattolica di rito romano
TitolareEusebio di Vercelli e Carlo Borromeo
Diocesi Como
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Storia

Le più antiche attestazioni scritte dell'esistenza della chiesa di Sant'Eusebio risalgono all'ultimo quarto del XII secolo.[3] Stando a quanto riportato da Cesare Cantù, la chiesa sarebbe stata costruita dai comaschi in espiazione della violazione delle chiese dell'Isola Comacina, messa a ferro e fuoco dalle truppe dell'esercito cittadino durante la guerra decennale.[4] Nel secolo successivo, la chiesa di Sant'Eusebio risulta elencata tra le chiese facenti parte della pieve di Zezio.[5]

La chiesa Sant'Eusebio è attestata come parrocchiale già durante la visita pastorale di Feliciano Ninguarda,[5] al quale si deve la decisione di invertire l'orientamento della struttura dell'edificio.[3] Ulteriori rimaneggiamenti si registrarono nei secoli successivi.

Dal 1805 al 1931, la chiesa di Sant'Eusebio costituì una sussidiaria del Duomo di Como.[3][5]

Nel corso del XIX secolo, la facciata dell'edificio religioso fu dotata di un pronao con colonne ioniche, realizzato in stile neoclassico su progetto di Biagio Magistretti[6].[3]

Sul lato destro della chiesa, nel 1933[7] venne costruito il campanile, progettato dall'architetto Zanchetta.[3]

Nel 1934 la chiesa recuperò il rango di parrocchiale,[5] oltre a una nuova dedicazione che tenesse conto anche di San Carlo. Dal 2003 la chiesa dei Sant'Eusebio e Carlo è alle dipendenze della basilica di San Fedele.[3]

Descrizione

Esterni

Interni

La navata centrale è coperta da una volta a botte, ornata da una serie di affreschi neoclassici. Sempre sulla volta, i dipinti raffiguranti i santi Pietro e Paolo, Matteo, Marco, Luca e Giovanni vennero eseguiti da Mario Albertella nel corso del quarto decennio del Novecento[6]. La navata si conclude nel presbiterio, decorato nel corso del Seicento e dominato da una pala dell'altare di Carlo Innocenzo Carloni, opera raffigurante Sant'Eusebio in adorazione di un quadro della Madonna del Buon Consiglio[6].[8]

Il fonte battesimale, chiuso da una scultura in legno realizzata nel 1939, si trova nei pressi di un confessionale databile al XVII secolo.[6]

Lungo i fianchi della chiesa si aprono sei cappelle, tre per ogni lato.[9]

Cappelle del lato sinistro

Sul lato sinistro, che ancora conserva alcune finestre a feritoia appartenenti alla struttura originaria[3], la prima cappella è Novecentesca.[9] La seconda cappella - intitolata a san Giuseppe - è ornata da un quadro tardosettecentesco raffigurante san Camillo de Lellis, dipinto, la cui paternità è attribuita a Gian Pietro Romegialli;[6] quest'opera, unitamente al vicino dipinto della Compagnia dei Poveri, fino al 1764 si trovavava nella prospiciente cappella sul lato opposto,[9] dove era stata trasportata dalla chiesa di San Giovanni in Atrio[6]. Al Seicento risalirebbero invece gli affreschi che, sempre nella cappella di San Giuseppe, decorano la volta[9].

Al Seicento risalgono anche gli stucchi e gli affreschi che ornano l'ultima cappella del lato destro,[6] intitolata al Crocifisso, nella quale trovava posto un altare eseguito tra il 1620 e il 1624 da Remigio e Abbondio Vittani.[9] Coeva è la statua del Crocefisso conservata in questa cappella[6].

Cappelle del lato destro

Seicentesca (ma risistemata nel 1937[6]) è anche la cappella che, sul lato destro si trova più vicino al presbiterio. Già intitolata ai santi Crispino e Crispiniano, dal 1748 questa cappella conserva un quadro raffigurante la Madre del Buon Consiglio, opera proveniente da Roma[6]. In precedenza, la pala d'altare di questa cappella era costituita da un'Annunciazione dipinta poco oltre il 1668 dal mendrisiense Innocenzo Torriani .[9]

La seconda cappella di destra, intitolata a san Camillo de Lellis fino al XVIII secolo, venne successivamente ridedicata a san Carlo Borromeo, protagonista della Gloria e delle Scene della peste del 1630 affrescate nel 1934 da Eliseo Fumagalli[6] sulle pareti della cappella stessa. Lo stesso santo è il soggetto principale della pala d'altare che orna la cappella, opera Settecentesca nel quale il Borromeo è raffigurato nell'atto di dare la comunione a san Luigi Gonzaga[6].[9]

Novecentesca è invece la cappella di destra più prossima alla controfacciata, anch'essa decorata nel corso del XX secolo.[9]

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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