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una categoria in cui oggetti e morfismi possono essere sommati, e in cui esistono nuclei e conuclei, i quali soddisfano alcune proprietà desiderate Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
In matematica, una categoria abeliana è una categoria in cui oggetti e morfismi possono essere sommati, e in cui esistono nuclei e conuclei, i quali soddisfano alcune proprietà desiderate. Un esempio di categoria abeliana, che è motivazione della definizione, è la categoria dei gruppi abeliani, Ab. La teoria delle categorie abeliane nacque per il tentativo di unire diverse teorie coomologiche di Alexander Grothendieck, e indipendentemente nei lavori precedenti di David Buchsbaum. Le categorie abeliane sono piuttosto stabili, ad esempio sono regolari e soddisfano il lemma del serpente. La classe delle categorie abeliane è chiusa sotto diverse costruzioni categoriali: ad esempio la categoria dei complessi di catene di una categoria abeliana e la categoria dei funtori da una categoria piccola ad una abeliana sono ancora abeliane. Queste proprietà di stabilità le rendono onnipresenti in algebra omologica; la teoria ha importanti applicazioni in geometria algebrica, coomologia, e teoria delle categorie pure. Le categorie abeliane prendono il nome da Niels Henrik Abel.
Una categoria è abeliana se
Questa definizione è equivalente[1] alla seguente:
Si noti che la struttura arricchita sugli insiemi Hom è una conseguenza dei tre assiomi della prima definizione. Questo evidenzia la fondamentale importanza della categoria dei gruppi abeliani nella teoria e la sua natura di modello canonico.
Il concetto di successione esatta appare naturalmente in questo ambito, e si ottiene il risultato che i funtori esatti (quelli cioè che preservano l'esattezza delle successioni esatte in ambo i lati) sono i funtori rilevanti fra categorie abeliane. Questo concetto di esattezza è stato assiomatizzato nella teoria delle categorie esatte, costituendo un caso molto speciale di categoria regolare.
Nel suo Tōhoku article, Grothendieck elencò quattro assiomi aggiuntivi (e i rispettivi duali) che una categoria abeliana soddisferebbe. Questi assiomi sono ancora utilizzati comunemente ai giorni nostri. Sono i seguenti:
con i rispettivi duali:
Sono dati anche gli assiomi AB1) e AB2), i quali sono ciò che rende una categoria additiva abeliana:
Grothendieck formulò anche gli assiomi AB6) e AB6*):
Data una coppia A, B di oggetti in una categoria abeliana, esiste un morfismo speciale (il morfismo nullo) da A in B. Può essere definito come lo zero dell'insieme Hom(A,B), essendo quest'ultimo un gruppo abeliano. In alternativa, può essere definito come l'unica composizione A → 0 → B, ove 0 è l'oggetto nullo della categoria abeliana.
In una categoria abeliana, ogni morfismo f può essere scritto come la composizione di un epimorfismo seguito da un monomorfismo. L'epimorfismo è detto coimmagine di f, mentre il monomorfismo è detto immagine di f.
Sottoggetti e oggetti quoziente sono ben definiti nelle categorie abeliane. Ad esempio, l'insieme parzialmente ordinato dei sottoggetti di un oggetto A è un reticolo limitato.
Ogni categoria abeliana A è un modulo sulla categoria monoidale dei gruppi abeliani finitamente generati; ossia possiamo costruire un prodotto tensoriale di un gruppo abeliano finitamente generato G e un qualunque oggetto A di A. La categoria abeliana è anche un comodulo; Hom(G,A) può essere visto come oggetto di A. Se A è completa, possiamo tralasciare la richiesta che G sia finitamente generato.
Le categorie abeliane sono l'ambiente più generale per l'algebra omologica. Tutte le costruzioni utilizzante in quel campo sono rilevanti, come le successioni esatte, e specialmente le successioni esatte corte, e i funtori derivati.Importanti teoremi che si applicano in tutte le categorie abeliane sono il lemma dei cinque, come anche il lemma del serpente (e il lemma dei nove come caso speciale).
Ci sono numerosi esempi di sottocategorie (piene, additive) di categorie abeliane che si incontrano nello studio della teoria, così come della terminologia a volte contraddittoria.
Sia A una categoria abeliana, C una sottocategoria piena e additiva, e I il funtore d'inclusione.
Qui di seguito si dà un esempio esplicito di categoria abeliana che è essa stessa abeliana ma in cui il funtore inclusione non è esatto. Sia k un campo, l'algebra delle matrici triangolari superiori su k, e la categoria dei -moduli di dimensione finita. Allora ogni è una categoria abeliana e abbiamo un funtore che identifica i moduli semplici proiettivi, semplici iniettivi e iniettivo-proiettivi indecomponibili. L'immagine essenziale di I è una sottocategoria piena e additiva, ma I non è esatto.
Le categorie abeliane furono introdotte da Buchsbaum (1955) (sotto il nome di "categorie esatte") e Grothendieck (1957) allo scopo di unificare varie teorie coomologiche. All'epoca esistevano una teoria coomologica per i fasci e una teoria coomologica per i gruppi. Esse erano definite in modo diverso, ma avevano proprietà molto simili. In effetti, molto della teoria delle categorie fu sviluppato come linguaggio per studiare queste somiglianze. Grothendieck unificò le due teorie: entrambe emergono come funtori derivati su categorie abeliane; la categoria abeliana dei fasci di gruppi abeliani su uno spazio topologico, e la categoria dei G-moduli per un gruppo dato G.
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