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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Castrolibero è un comune italiano di 9 141 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria.
Castrolibero comune | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Calabria |
Provincia | Cosenza |
Amministrazione | |
Sindaco | Orlandino Greco (lista civica Rinascita civica) dal 15-5-2023 |
Territorio | |
Coordinate | 39°19′N 16°12′E |
Altitudine | 559 m s.l.m. |
Superficie | 11,56 km² |
Abitanti | 9 141[1] (31-10-2023) |
Densità | 790,74 ab./km² |
Frazioni | Andreotta, Serra Miceli, Santa Lucia, Ortomatera, Rusoli, Garofalo, Fontanesi, Motta, Marchesato, Cavalcanti, Atera, Leandro, Barbaro, Crocevia, Palombelle, Fontana che Piove |
Comuni confinanti | Cerisano, Cosenza, Marano Marchesato, Marano Principato, Mendicino, Rende |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 87040 |
Prefisso | 0984 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 078031 |
Cod. catastale | C108 |
Targa | CS |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Nome abitanti | castroliberesi |
Patrono | san Raffaele Arcangelo |
Giorno festivo | 24 ottobre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Castrolibero all'interno della provincia di Cosenza | |
Sito istituzionale | |
Lo sviluppo edilizio degli ultimi trent'anni, e la conseguente conurbazione con il capoluogo, ha reso la località calabrese un moderno centro prettamente residenziale dell'area urbana cosentina.[3] Il centro storico, a ovest di Cosenza, è posto in cima a un colle che appartiene al versante più orientale della Catena Costiera. Il territorio comunale è compreso tra 224 e 559 metri di altitudine.
Si chiamò Castelfranco (in dialetto Castrufrancu) fino al 1863, in quanto nel IX secolo d.C. vi si accampò un esercito di Franchi guidati dal conte Ottone di Bergamo, venuto in Calabria a contrastare i Saraceni di Amantea. Dopo l'unità d'Italia, per la presenza di molti paesi che portavano lo stesso nome - su sollecitazione del Governo - si decise di modificare la denominazione. In un primo momento si scelse il nome "Castelvenere", in memoria di un antico tempio pagano e di una roccaforte esistente a pochi chilometri dalla collina, località detta "Castieddrivenneri", poi - siccome esisteva già un comune nel beneventano che recava quella denominazione - si scelse il nome "Castro-libero". La motivazione di quel nome data dal Decurionato fu la seguente: per l'orizzonte "libero" che si gode dal monte (panorama) e per le libere istituzioni del Re galantuomo Vittorio Emanuele II. Queste le motivazioni riportate nella delibera del 1863. Castrolibero sorge alla sinistra del fiume Crati, a ovest del capoluogo, poco sopra Cosenza.
Dopo una serie di infeudazioni minori, Castelfranco finì nel patrimonio della potente famiglia Sanseverino di Bisignano (XV secolo). Nel 1487, a seguito di quella che sarebbe passata alla storia come la congiura dei baroni, cui parteciparono anche i Sanseverino, re Ferdinando ordinò che venissero abbattute le mura di cinta e le case di Castelfranco, poiché quella fortezza aveva creato notevoli problemi agli Aragonesi di Cosenza.
Correva l'anno 1550 quando Pietro Antonio Sanseverino concesse in dote alla figlia Eleonora, convolata a nozze col marchese della vicina Rende, le cittadine di Castelfranco e Cerisano, compresi, ovviamente, i diritti e addirittura i vassalli di ogni rango. Tra il 1562 e il 1566 il feudo di Castelfranco (Castrolibero) venne acquistato da Valerio Telesio, fratello del celebre filosofo Bernardino.
Vessati in vario modo dal nuovo feudatario, i vassalli castelfranchesi non sopportarono a lungo il "giogo" del barone. Dopo un tentativo contro il figlio Roberto, il 10 agosto del 1579, in circostanze ancora misteriose, gli abitanti di Castelfranco diedero luogo a una rivolta popolare che si concluse con l'uccisione del Telesio nella chiesa di San Giovanni. Castelfranco passò successivamente ai Sersale, discendenti di un vecchio proprietario del feudo, che lo possedettero sino alla fine del XIX secolo.
Sede di una "vendita" carbonara capeggiata dai fratelli Parise, Castelfranco partecipò attivamente ai moti rivoluzionari della prima metà dell'Ottocento. Nel 1844 un suo cittadino, Santo Cesario, nato a San Fili ma residente a Castelfranco, venne fucilato nel vallone di Rovito per aver partecipato al moto rivoluzionario del 15 marzo 1844. Nello stesso posto più tardi furono passati per le armi i fratelli Bandiera.
Dopo l'Unità d'Italia, re Vittorio Emanuele II, con proprio decreto del 26 marzo 1863, recepì la variazione della denominazione da Castelfranco a Castrolibero, deliberata dal Decurionato locale (Consiglio comunale).
Colpito nel corso dei secoli da vari terremoti (1638, 1783, 1835, 1854), Castrolibero subì un ulteriore disastro nel corso del sisma dell'8 settembre 1905.
In quell'occasione, un Comitato, costituitosi a Napoli, venne a costruire 17 nuove case nel Centro Storico di Castrolibero. Al sindaco di Napoli, intervenuto il 1º dicembre 1907 alla cerimonia di inaugurazione, l'oratore locale, dopo aver magnificato l'opera e la generosità dei napoletani, volle ricordare le antiche origini di Castrolibero: "…dite a Napoli signor Sindaco, dite a Napoli signori del Comitato che la voce della riconoscenza e del saluto non è quella di un umile e oscuro villaggio, ma è quella di una città illustre che Pandosia un tempo fu detta. Qui si coniarono monete, qui un Foro, qui un Senato, qui una doppia cinta di mura che rendeva la città formidabile ai nemici, qui quando altrove vi era la barbarie rifulgeva il sole della civiltà, della scienza e dell'arte. Rendete grazie a Napoli in nome di Pandosia".
Famosa già nel XV secolo per le numerose fornaci di mattoni, Castrolibero fu sempre apprezzata nell'antichità per l'ottima produzione serica (seta). A cavallo delle due guerre mondiali divenne estremamente diffuso l'artigianato calzaturiero. Ciò valse a Castrolibero il noto appellativo di paese degli "scarpari".
Lo stemma è stato riconosciuto con D.P.C.M. dell'11 settembre 1958[4] e rappresenta un grifone con ali spiegate ed in bocca un piccolo volatile.[5]
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 29 settembre 1958, è un drappo di azzurro.[4]
Di notevole interesse storico è la cosiddetta "Guardiola", torre rotonda in località "Palazzotto" che, unitamente alle vestigia di una cinta muraria, potrebbe essere un residuo dell'accampamento dei Franchi, guidati da Ottone di Bergamo, venuti in Calabria a combattere i Saraceni di Amantea (868 d.C. circa), che valse a Castrolibero il nome di Castel Franco (Castra Francorum).[8]
La Torre dell'Orologio venne, invece, costruita tra il 1908 e il 1912 nei pressi della località "Chiesa Vecchia", per volontà dell'allora sindaco Achille Parise con il contributo degli emigrati d'America.
Altro luogo d'interesse è Palazzo Aiello, sito in via XX Settembre, costruito nel 1910. Il Palazzo fu fino agli anni 2000 di proprietà dell'omonima famiglia nobile.
Abitanti censiti[9]
Castrolibero è una località prettamente residenziale, caratterizzata da ampi spazi verdi, con una discreta attività agricola (produzione di cereali, olive, uva e fichi). Esistono ancora gli scheletri di alcune fabbriche che operavano in diversi settori, dalla produzione di mattoni a quella di liquirizie. Queste strutture ormai sono in stato di degrado e di abbandono.
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