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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Castelleone di Suasa è un comune italiano di 1 548 abitanti[1] nella provincia di Ancona nelle Marche.
Castelleone di Suasa comune | |
---|---|
Piazza Vittorio Emanuele II | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Ancona |
Amministrazione | |
Sindaco | Carlo Manfredi (lista civica) dal 26-5-2014 (3º mandato dal 9-6-2024) |
Territorio | |
Coordinate | 43°36′26.6″N 12°58′34.93″E |
Altitudine | 206 m s.l.m. |
Superficie | 15,92 km² |
Abitanti | 1 548[1] (30-4-2023) |
Densità | 97,24 ab./km² |
Frazioni | Bozzo, Casalta, Case Nuove, Farneto, Pian Volpello, Santa Lucia, Ville |
Comuni confinanti | Arcevia, Barbara, Corinaldo, Ostra Vetere, San Lorenzo in Campo (PU) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 60010 |
Prefisso | 071 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 042011 |
Cod. catastale | C152 |
Targa | AN |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 966 GG[3] |
Nome abitanti | castelleonesi |
Patrono | Titolare: Pietro da Verona Compatrono: Francesco da Paola |
Giorno festivo | 29 aprile |
Cartografia | |
Posizione del comune di Castelleone di Suasa nella provincia di Ancona | |
Sito istituzionale | |
Castelleone di Suasa sorge su un colle alla destra del fiume Cesano. L'antico toponimo medievale "Conocla" (cioè conucula, conocchia, ad indicare una forma conica) ci rivela l'aspetto precedente all'urbanizzazione del colle su cui poggia il paese.
Il territorio comunale confina a nord-ovest con San Lorenzo in Campo (in provincia di Pesaro e Urbino), a nord-est con Corinaldo, ad est con Ostra Vetere a sud est con Barbara e a sud-ovest con Arcevia.
Il paesaggio è prevalentemente collinare e pianeggiante solo in corrispondenza del fiume Cesano a nord e del torrente Nevola a sud. Il rilievo collinare più alto è in località "Croce del Termine" (271 m s.l.m.) da cui si domina visivamente tutta la media valle del Cesano.
A valle del castello medievale si trovano i resti del municipio romano di Suasa. Suasa fu fondata dai romani dopo la battaglia di Sentino agli inizi del III secolo a.C. su un terrazzamento alla destra del fiume Cesano, lungo la diramazione della via Flaminia arcaica che passando per Sentinum (Sassoferrato) conduceva a Sena Gallica, (Senigallia). Inizialmente l'abitato si configura come una praefectura, piccolo centro di riferimento per questioni giuridiche che non aveva però autonomia politica.
Nel 220 a.C. la costruzione della via Flaminia sposta a nord, nella valle del Metauro, il baricentro della viabilità regionale. Nel periodo tardo repubblicano la città si estende e si afferma come centro di riferimento per gli abitanti di tutta la vallata. A metà del I secolo a.C. assume dignità municipale, il che comportava un'autonomia politica. Il I secolo d.C. vede la costruzione dei monumenti principali: l'anfiteatro, il teatro e il foro commerciale, mentre ai primi decenni del II secolo risale l'ampliamento della principale abitazione privata: la Domus dei Coiedii. Nel III secolo d.C. la crisi economica e demografica che riguarda tutta la penisola italiana, interessa anche Suasa e segna l'inizio di un lento ma inesorabile declino.
Nel 409 d.C. Alarico, re dei Goti, nel percorso di avvicinamento a Roma, in occasione del celebre sacco, attraversa questa vallata, ma la vita a Suasa continua fino al VI secolo, quando la guerra greco-gotica del 535-553 d.C. interessa queste zone in maniera molto cruenta. La popolazione abbandona la città romana che essendo situata a fondo valle era militarmente poco difendibile. A questo punto la città diventa una cava di materiali disponibili per l'edificazione e la fortificazione dei nuovi insediamenti sulla cima delle colline. I materiali lapidei vengono cotti per ottenere calce, e tutto quanto asportabile viene prelevato. Sebbene la strada sia stata sempre utilizzata fino ai nostri giorni la città ormai deserta crolla e viene nell'arco di pochi anni sommersa da uno strato di fango che le piogge portano dalle vicine colline.
Della città in età tardo-antico e alto-medievale si perdono le tracce ma non la memoria storica che ritrovamenti sporadici di materiale romano aiutano a rinfrescare. Solo il poderoso anfiteatro rimane in vista con i suoi alti muri perimetrali, sebbene semisommerso dall'argilla. È in questo periodo che vengono costruiti molti piccoli insediamenti attorno alla città romana, alcuni dei quali si espanderanno mentre altri, abbandonati o distrutti, scompariranno. Attorno al XII secolo nel territorio di Castelleone di Suasa alcuni insediamenti sono ricordati dai seguenti toponimi: Farneto, Cerqua Cupa, Cartecosa, Casalta, Calcinaria, Monte Scolcolo, la Serra del Pavone e Conocla (il nome originario del paese attestato su fonti scritte per la prima volta il 9 gennaio 1186).
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 giugno 1990.[4]
«D'azzurro, alla torre d'argento, murata di nero, merlata di tre alla guelfa, fondata sulla pianura erbosa di verde, chiusa di nero, munita di cordolo marcapiano con la parte centrale in scaglione, esso cordolo sormontato dalla finestra di nero e dalle due aperture circolari dello stesso, poste una, due, la torre cimata dal leone illeopardito d'oro, allumato di rosso, rivoltato, con la zampa posteriore destra posta sul primo merlo, la zampa posteriore sinistra posta sul secondo merlo, la zampa anteriore destra posta sul terzo merlo, la zampa anteriore sinistra alzata. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e d'azzurro.
Fuori dell'abitato si trovano alcune cappelle rurali:
Numerose sono le edicole dedicate ai santi protettori di contrade che nei secoli sono state costruite a testimonianza della devozione popolare.
Il palazzo Compiano-Della Rovere è situato nel centro storico e possiede un portale del Cinquecento e una corte. Il palazzo venne costruito da Ippolito Della Rovere, marchese di San Lorenzo in Campo e si ricorda per essere stato scelto come dimora per gli ultimi anni dall'ultima duchessa di Urbino Livia della Rovere. La piazzetta antistante il palazzo è stata intitolata, negli scorsi anni, alla di lei memoria. In seguito all'estinzione della famiglia Della Rovere il palazzo cambiò molte volte proprietari fino a che le ultime eredi della famiglia Compiano vendettero al comune l'edificio al fine di ospitare, dopo un adeguato restauro, il museo civico archeologico della città romana di Suasa.
A valle del castello medievale in località Pian Volpello, si trovano i resti del municipio romano di Suasa.
Dal 1987 il dipartimento di archeologia dell'Università di Bologna, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici delle Marche, ha avviato un programma di scavi che ha permesso di rinvenire l'antica strada basolata, il foro commerciale, due aree sepolcrali, l'anfiteatro e soprattutto la Domus dei Coiedii ricca abitazione patrizia.
La domus dei Coiedii, musealizzata all'aperto, di grande interesse per la vastità e la complessità architettonica, è al momento la principale attrazione del parco. La domus fu abitata a lungo, raggiungendo il massimo splendore nel II secolo d.C. Nei mosaici si possono vedere scene mitologiche, floreali e geometriche, il pavimento marmoreo è realizzato con oltre sedici tipi diversi di pietra. Una copertura e delle passerelle sopraelevate consentono il percorso di visita.
Adagiato ai piedi della collina si trova il anfiteatro. Durante la stagione estiva vi si svolgono spettacoli teatrali.
Abitanti censiti[5]
Questi sono i numeri riguardanti la presenza di cittadini stranieri a Castelleone di Suasa al 31 dicembre 2022, divisi per nazionalità:[6]
Il museo, inaugurato nel giugno 2000, è stato allestito per accogliere gli oggetti di maggior rilevanza ritrovati negli scavi del parco archeologico. Collocato nel palazzo Della Rovere, espone preziose statue, epigrafi e i materiali provenienti dalle ultime campagne di scavo. Accanto agli oggetti di vita quotidiana accuratamente restaurati, pezzi forti del percorso espositivo sono una testa dell'imperatore Augusto in marmo greco e gli affreschi della domus dei Coiedii. Le pitture di Suasa, ricche di motivi figurativi e rappresentazioni architettoniche, costituiscono uno dei rari esempi superstiti di decorazione pittorica romana eseguita dopo Pompei.
L'economia è caratterizzata da imprese di piccole dimensioni nel settore del legno e della meccanica. La presenza di una fiorente attività floro-vivaistica ha guadagnato al paese l'appellativo di "Paese verde".
La squadra di calcio è la Castelleonese che gioca in Prima Categoria marchigiana.
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