Museo civico archeologico della città romana di Suasa
museo a Castelleone di Suasa (AN) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Museo civico archeologico della città romana di Suasa - Alvaro Casagrande è stato inaugurato il 24 giugno 2000 ed è ospitato nelle stanze del palazzo ducale Della Rovere di Castelleone di Suasa (AN). In esso sono esposti i reperti archeologici di maggior rilevanza scoperti durante gli scavi archeologici dell'antica città romana di Suasa che si svolgono regolarmente ogni estate dal 1987 fino ad oggi.
Museo civico archeologico della città romana di Suasa | |
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Palazzo Della Rovere, sede del museo | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Palazzo Della Rovere |
Indirizzo | c/o Palazzo Della Rovere - Piazza della Rovere 2, 60010 Castelleone di Suasa |
Coordinate | 43°36′32.89″N 12°58′37.97″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Museo archeologico |
Collezioni | Archeologia |
Periodo storico collezioni | Civiltà preistoriche Civiltà picena Civiltà romana (Derivanti esclusivamente da scavi archeologici nelle Marche) |
Intitolato a | Alvaro Casagrande |
Fondatori | Comune di Castelleone di Suasa |
Apertura | 24 giugno 2000 |
Proprietà | Comune di Castelleone di Suasa |
Gestione | Comune di Castelleone di Suasa - Abaco Società Cooperativa |
Direttore | Assessorato alla cultura del Comune di Castelleone di Suasa |
Visitatori | 210 (2022) |
Sito web | |
Il museo è stato dedicato alla memoria del sindaco Alvaro Casagrande che diede il primo impulso all'indagine archeologica di Suasa.
Il museo è strettamente collegato con il Parco archeologico della città romana di Suasa e con il Museo archeologico del territorio di Suasa di San Lorenzo in Campo (PU) con i quali condivide orario di apertura e gestione.
Il museo ha aderito all'Associazione sistema museale della provincia di Ancona fino al suo scioglimento nel 2018.
L’edificio fu costruito all’ inizio del 1600 per volontà del Marchese Ippolito Della Rovere lasciandolo poi in eredità alla figlia Duchessa Livia Della Rovere che vi morì nel 1641.
Attualmente sono state allestite quattro sale tematiche e il lapidario.
La corte del palazzo Della Rovere ospita i materiali lapidei. Si ricordano la stele di Safinia Prima, una statua acefala, l'iscrizione di dedica a Lucius Coiedius Candidus con il suo cursus honorum ritrovata nella Domus dei Coiedii.
In questa sala sono conservati ed esposti gli affreschi recuperati in strati di crollo nella domus dei Coiedii e nell'adiacente domus repubblicana e ricomposti durante i lavori di restauro.
Queste opere d'arte ci offrono un'ampia panoramica della pittura parietale romana spaziando dal II secolo a.C. fino al III secolo d.C. e mostrando esempi di tutti i diversi stili pompeiani.
In questa sala sono esposti i reperi provenienti dalla domus dei Coiedii: un ritratto scultoreo dell'imperatore Augusto di cui si conservano la testa e la gamba sinistra, le oreficerie (anelli e pietre preziose), le anfore sigillate (che permettono di ricostruire i traffici commerciali della città nel periodo imperiale), le ceramiche (terre sigillate italiche e africane), le monete di età imperiale, gli oggetti in osso e bronzo.
In questa sala sono esposti i reperti provenienti dalla domus repubblicana adiacente alla domus dei Coiedii. La domus repubblicana era stata sepolta e interrata anticamente al momento della ristrutturazione e ampliamento della domus dei Coiedii, questo ha permesso la conservazione in ottimo stato dei reperti dell'età tardo repubblicana che testimoniano le prime fasi insediative di questa città romana. Tra i reperti di particolar pregio si ricordano una vera di pozzo, le anfore sigillate (che permettono di ricostruire i traffici commerciali della città nel periodo repubblicana), le monete di età repubblicana, le ceramiche a vernice nera.
In questa sala sono esposti i reperti provenienti dalle aree pubbliche che sono state oggetto di scavo: il foro, le necropoli settentrionale e meridionale, l'anfiteatro e il teatro. Oltre ai numerosi corredi funerari si ricorda un ritratto scultoreo imperiale (identificato con Caligola) a cui è stato asportato il volto forse per una damnatio memoriae.
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