Casal de' Pazzi
zona urbanistica di Roma Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Casal de' Pazzi è la zona urbanistica 5H del Municipio Roma IV di Roma Capitale.
Casal de' Pazzi | |
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Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Città | Roma Capitale |
Circoscrizione | Municipio Roma IV |
Data istituzione | 30 luglio 1977 |
Codice | 05H |
Superficie | 4,95 km² |
Abitanti | 26 389 ab. |
Densità | 5 331,11 ab./km² |
Collocato nella parte nord-orientale della città, si estende principalmente nel quartiere Q. XXIX Ponte Mammolo e, in misura minore, nel quartiere XXI Pietralata.
La zona confina:
Deve il suo nome al casale che fu restaurato dalla famiglia fiorentina dei Pazzi nel XV secolo.
Presso la zona del parco regionale urbano di Aguzzano vi era il fondo di Aguzzano (che pare dare il nome al parco) della gens Acutia.[1] In epoca rinascimentale la tenuta ai due lati di via Nomentana è di proprietà dei Cecchini.[2]
L'edilizia intorno al casale sorse tra la seconda metà degli anni settanta e i primi anni ottanta ed è composta da edifici in stile moderno.
Casal de' Pazzi è citato in entrambi i cosiddetti "romanzi romani" di Pier Paolo Pasolini, Ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959).
Da Ragazzi di vita:
«Voltarono fuori dalla Tiburtina su per via Casal dei Pazzi che puntava tra le grandi spianate dei campi coltivati, coi solchi a zig zag, e i piccoli fabbricati bianchi di calce, i cantieri, i mozziconi di case. Non c'era un'anima, e sotto il sole che cuoceva l'asfalto della strada e l'agro si sentiva solo la voce del Riccetto che cantava.»
Da Una vita violenta:
«Passato il ponte sull’Aniene, si andava avanti ancora un pochetto fino a una pizzeria, e poi si voltava a sinistra per Via Casal dei Pazzi. Lí ancora non c’era l’illuminazione, come in tutta la borgata, ch’era di casette piccole e bianche di calce, mezze costruite e mezze no, con qualche grattacieletto sparso qua e là. A metà di Via Casal dei Pazzi, tutta bianca, c’era la chiesa, e lí accanto, la casa del prete. Dall’altra parte della strada, tutti prati e orti, con in fondo le luci di Montesacro.»
A menzionare Casal de' Pazzi è anche lo scrittore Ugo Moretti nel suo racconto La strada insieme, fratello, contenuto nella raccolta Nuda ogni giorno, pubblicata nel 1961 dall'editore milanese Canesi.
«Hanno fregato Filiberto... Io li ho visti arrivare dalla Tiburtina e ho dato il segnale... Filiberto e Pitto Pallone stavano smontando le ruote a un millenove e hanno tagliato verso il raccordo. Ma c'era almeno un plotone, scaglionato tra Casal de' Pazzi e Tiburtino. Manco fosse stato il mostro di Latina...»
Biblioteca
Fabrizio Giovenale[11]
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