Cartosio
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Cartosio (Cartòs in piemontese) è un comune italiano di 575 abitanti[1] della provincia di Alessandria in Piemonte.
Cartosio comune | |
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Cartosio in primavera | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Provincia | Alessandria |
Amministrazione | |
Sindaco | Mario Morena (lista civica) dal 26-5-2014 (3º mandato dal 9-6-2024) |
Territorio | |
Coordinate | 44°35′28″N 8°25′18″E |
Altitudine | 230 m s.l.m. |
Superficie | 16,34 km² |
Abitanti | 575[1] (30-6-2024) |
Densità | 35,19 ab./km² |
Frazioni | Rivere, Saquana |
Comuni confinanti | Castelletto d'Erro, Cavatore, Malvicino, Melazzo, Montechiaro d'Acqui, Pareto, Ponzone |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 15015 |
Prefisso | 0144 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 006036 |
Cod. catastale | B847 |
Targa | AL |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 504 GG[3] |
Nome abitanti | cartosiani |
Patrono | sant'Andrea |
Giorno festivo | 30 novembre |
Cartografia | |
Mappa del comune di Cartosio all'interno della provincia di Alessandria | |
Sito istituzionale | |
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 17 maggio 1983.[5]
«Stemma di rosso al toro furioso d'oro, volto in profilo a destra, nascente dalla campagna di verde, seminata di pannocchie di granturco d'oro, fogliate d'argento, accompagnato in capo dal grappolo d'uva d'oro, fogliato di due pampini di verde, a destra, e dalla torre d'argento murata di nero, a sinistra. Ornamenti esteriori da Comune.[6]»
Il gonfalone è un drappo troncato di verde e di giallo.
La chiesa parrocchiale di Sant'Andrea apostolo fu edificata sicuramente prima del 1600 anche se se ne ignora la data esatta. Fu modificata più volte nel corso dei secoli: secondo Goffredo Casalis la chiesa è stata riedificata nel 1619, il Padre Gabriele Roffredo nel 1701 costruì l'altare maggiore, don Carlo Giuseppe Scazzola ampliò e restaurò l'edificio nella seconda metà dell'Ottocento dotandolo di un protiro e di una porta barocca.
La chiesa è divisa in tre navate a volta separate da due file di colonne, è lunga circa 14 metri compreso il presbiterio ed è larga circa 11 metri. Ha un campanile alto circa 35 metri con 6 campane. Secondo la Relazione dello stato della Parrocchia di Sant'Andrea nel luogo di Cartosio, scritta da don Carlo Giuseppe Scazzola intorno agli anni trenta dell'Ottocento, esistevano cinque altari: nel presbiterio l'altare maggiore, nella navata destra l'altare di Sant'Anna e quello del Santo Rosario, nella navata sinistra quello di San Concesso (del 1705) e quello di San Sebastiano. Attualmente, oltre all'altare principale, esistono solo due altari.
L'interno della chiesa è stato in gran parte affrescato da Lorenzo Lajolo (1877-1947) nel primo Novecento. Ai lati dell'altare maggiore si trovano due dei suoi affreschi che rappresentano l'Annunciazione e l'Orazione nell'orto degli ulivi realizzati con la tecnica del fresco secco. Illuminano l'ambiente dieci vetrate istoriate prodotte dalla ditta Gibo.
Negli anni venti erano ancora visibili i ruderi di un castello feudale collocabile tra il XIII e il XIV secolo, costruito a sua volta su ruderi preesistenti che non sono databili. Oggi al suo posto sorgono due abitazioni private.
Il paese è caratterizzato da una torre medievale che spicca nel centro della piazza principale che fu edificata tra il XII e il XIII secolo da costruttori anonimi, ma probabilmente provenienti da Casale Monferrato.
La torre è stata costruita con l'arenaria locale cementata con conci. È alta 22,4 metri e ha una pianta rettangolare che si restringe fino all'inizio della verticale posta a 4,3 metri dal suolo: i lati alla base misurano 10,0 e 8,2 metri e si accorciano a 9,6 e 7,8 metri. In origine la torre raggiungeva i 25 metri di altezza perché presentava un parapetto merlato, distrutto il 2 dicembre 1296 dalle milizie Astigiane.
È formata da sette piani di un unico vano: il primo (interrato per quattro metri), il secondo, il quarto e settimo sono a volta e gli altri tre piani erano coperti da un tavolato in legno, asportabile, ora demolito. I piani non erano collegati tramite una scala girante attorno al muro, ma con botole quadrilatere poste agli angoli nord-ovest e sud-est. Il primo piano era adibito a cisterna ed alimentato da acqua sorgiva ancora oggi attiva, il secondo era una prigione, il quarto era un magazzino delle scorte alimentari, il quinto era destinato a cucina e mensa, il sesto era un dormitorio mentre il settimo serviva per l'avvistamento e da qui si poteva raggiungere una terrazza per la vedetta.
Particolarità di questa torre, unica nel Monferrato, è la presenza di un'apertura detta "pustella" nella parete esterna ovest a 11,5 metri dal suolo. A questa apertura si accedeva tramite un ponte levatoio che poggiava su un muro del castello limitrofo oggi non più esistente.
Sulla strada che dal paese conduce alla Regione di Pallareto si trova un monumento dedicato ai caduti di un incidente aereo avvenuto in loco la mattina del 7 dicembre 1940. In quel giorno un Savoia-Marchetti S.M.79 precipitò a causa di un'avaria al motore oppure per le cattive condizioni meteorologiche causando la morte del Generale Pietro Pintor, capo della Commissione Italiana d'Armistizio con la Francia (CIAF), e dei suoi sei subordinati: Generale di squadra aerea Aldo Pellegrini, Col. Pil. Attilio Corti, Magg. Cesare Quinto, Cap. Pil. Giuseppe Cadel, M.llo 2º cl. Ettore Alberi, Serg. Magg. Paolo Cinti. Il monumento si compone di una base a gradoni semicircolare sulla quale è posto un cumulo di pietre bianche che sorregge una lapide di marmo e un'elica spezzata dell'aereo.[7]
Vicino alla torre si trova un monumento dedicato ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale composto da due lastre in marmo su cui sono scritti i vari nomi.
Venne inaugurato il 19 settembre 1920 e consisteva solamente della lastra dedicata ai morti nella Grande Guerra attaccata al lato sud della torre ad un'altezza di circa due metri dal suolo. Negli anni seguenti fu scavata una fontanella e fu costruito un giardinetto al di sotto di essa.
Durante il restauro della torre, avvenuto nei primi anni novanta, le lastre furono spostate nel luogo attuale e poste su un nuovo basamento con una fontanina nel centro.
Abitanti censiti[8]
Nel 1804 a Cartosio abitavano 650 persone[9] mentre nel 1836, secondo Goffredo Casalis, erano scese a un centinaio[10].
Al 31 dicembre 2010 a Cartosio risultano residenti 83 cittadini stranieri, rappresentanti il 10,23% della popolazione. La comunità nazionale più numerosa è quella marocchina con 36 persone, seguita da quella rumena con 15.[11]
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
28 giugno 1985 | 21 maggio 1990 | Desiderio Morena | lista civica | Sindaco | [12] |
21 maggio 1990 | 24 aprile 1995 | Francesco Gaino | lista civica | Sindaco | [12] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Desiderio Morena | centro | Sindaco | [12] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Gianlorenzo Pettinati | lista civica | Sindaco | [12] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Gianlorenzo Pettinati | lista civica | Sindaco | [12] |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Francesco Mongella | lista civica | Sindaco | [12] |
26 maggio 2014 | 26 maggio 2019 | Mario Morena | lista civica Fare comunità | Sindaco | [12] |
26 maggio 2019 | 9 giugno 2024 | Mario Morena | lista civica Fare comunità | Sindaco | [12] |
9 giugno 2024 | in carica | Mario Morena | lista civica Fare comunità | Sindaco | [12] |
Il comune faceva parte della Comunità Montana Suol d'Aleramo.
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