Carolina Maria Margarita Invernizio[1] nacque a Voghera nel 1851, da Anna Tattoni e Ferdinando Invernizio, funzionario delle Imposte. A lungo le fonti riportarono come sua data di nascita - da lei stessa accreditata - il 1858[2]. Nel 1865 la famiglia si trasferì a Firenze, divenuta la nuova capitale del Regno d'Italia. Qui Carolina frequentò l'Istituto Tecnico Magistrale, rischiando l'espulsione dopo la pubblicazione di un suo racconto sul giornale della scuola.
Nel 1881 sposò Marcello Quinterno, ufficiale dei bersaglieri, dal quale ebbe Marcella (1886-1971). Con il ritorno del marito nel 1896 dalla guerra di Abissinia, la scrittrice si trasferì prima a Torino e poi, nel 1914, a Cuneo, dove Carolina aprì il suo salotto di via Barbaroux a intellettuali e a personaggi della cultura e dove abiterà fino alla fine della sua vita, come recita la targa commemorativa posta sulla sua casa:[3]
«In questa casa Carolina Invernizio il 27 novembre 1916 chiuse l'operosa esistenza fra il signorile salotto e i romanzeschi fantasmi»
Altre fonti la danno deceduta a Torino,[2] nel cui cimitero è sepolta.
L'esordio letterario di Carolina Invernizio avvenne nel 1876 con la novella Un autore drammatico, pubblicata dall'editore Barbini di Milano. Nel 1877 uscì il primo romanzo, Rina o L'angelo delle Alpi, pubblicato dall'editore fiorentino Salani e nel 1879, ancora per Barbini, Pia de' Tolomei. Ne seguirono molti altri, pubblicati a puntate su giornali quotidiani come l'Opinione Nazionale di Firenze o La Gazzetta di Torino[2]. Nel 1907 si legò in esclusiva all'editore Salani, per il quale scrisse, in una carriera durata quarant'anni, 123 libri, molti dei quali col sottotitolo "romanzo storico sociale", che furono pubblicati in una collana a lei intitolata: "I Romanzi di Carolina Invernizio" [senzafonte].
Fra i suoi innumerevoli romanzi si ricorda La fidanzata del bersagliere, scritto alla vigilia della morte, nel corso della prima guerra mondiale, ispirandosi alla vicenda di Luigia Ciappi[4].
I romanzi di Carolina Invernizio, con le loro trame intricate dai colori forti e le loro improbabili - o quantomeno non sempre verosimili - storie di amore e odio, si collocano nella tradizione del romanzo d'appendice o feuilleton. Mostrano infatti tutte le tematiche consuete del genere e la tipica contrapposizione netta fra eroi positivi e personaggi diabolici. Un gusto per il mistero e l'horror è evidente nei titoli di molti suoi romanzi, come Il bacio d'una morta (1886), La sepolta viva (1896), L'albergo del delitto (1905), Il cadavere accusatore (1912), e non mancano le ambientazioni che in qualche modo precorrono il genere poliziesco.
I suoi libri furono apprezzati più dal pubblico che dalla critica: Antonio Gramsci la definì "onesta gallina della letteratura popolare"[5]. Tra gli epiteti che le furono affibbiati, oltre a "la Carolina di servizio", va ricordato "la casalinga di Voghera", da un'espressione giornalistica coniata in altro contesto negli anni '60[6].
Molti dei suoi volumi sono stati tradotti con successo all'estero, specie in America Latina.[7]
Le ultime edizioni complete sono: quella Salani degli anni settanta, ristampa editoriale conforme a quella messa in commercio da questo editore fiorentino durante gli anni trenta[8]; e quella Lucchi (Milano) degli anni settanta e ottanta[9]; si può anche registrare un'edizione Quartara, Torino, degli anni cinquanta[10] e l'edizione, parziale, "consigliata da Alberto Lupo" e pubblicata nel 1972 dalle romane Edizioni del Gattopardo[11]. Tra le antologie, da segnalare quella edita, negli anni '80, dal drammaturgo Riccardo Reim, cultore dell'opera di Carolina, e intitolata 'Nero Per Signora'.
Rina, o l'angelo delle Alpi, Firenze, Salani, 1877[2][12]
Pia de' Tolomei. Romanzo storico, Milano, Carlo Barbini, 1879[2][13]
L'impiccato delle Cascine [nell'ed. 1918: (seguito e fine al romanzo della stessa autrice, Raffaella, o I misteri del vecchio mercato)], Firenze, Salani, 1906[21]
Il primo amore, Firenze, Salani, 1906
La resurrezione di un angelo, Firenze, Salani, 1906
Da alcuni suoi racconti furono tratti numerosi film ascrivibili al cinema protogiallo italiano, sin dall'epoca del cinema muto, e più tardi, fino anni Cinquanta:
Nel 1969 l'attore Paolo Poli realizzò nel 1969 uno spettacolo sulla figura di Carolina Invernizio.[25].
Nel 1975, Ugo Gregoretti ha realizzato uno sceneggiato televisivo ispirato a I ladri dell'onore, intitolato Romanzo popolare. I ladri dell'onore, con Gigi Proietti quale interprete principale.[26]
Liberamente ispirata alla narrativa della Invernizio (in particolare a Il bacio d'una morta) è la serie televisiva La dama velata, trasmessa da Rai 1 nel 2015.
Il catalogo di La peccatrice, Salani, 1937 coincide con quello di La danzatrice di tango, Salani, 1977 e sostanzialmente anche con i testi presenti nel Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale
La Madonna della neve, stampata il 30 settembre 1954, riporta come pubblicati: Il bacio di una morta, La vendetta d'una pazza, La sepolta viva, Cuore di madre, I disperati, L'albergo del delitto, La figlia della portinaia, Il cadavere accusatore, I drammi degli emigrati, Il delitto della contessa, La figlia del mendicante e, in preparazione, La peccatrice
Antonia Arslan, Dame, droga e galline: romanzo popolare e romanzo di consumo fra 800 e 900, Padova, Cleup, 1977
Antonia Arslan, Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra '800 e '900, Milano, Guerini e Associati, 1999, ISBN 8878029238
Angela Bianchini, Il romanzo d'appendice, Torino, ERI, 1969
Angela Bianchini, La luce a gas e il feuilleton: due invenzioni dell'Ottocento, Napoli, Liguori, 1988
Vittorio Brunori, La grande impostura: indagine sul romanzo popolare; introduzione di Giorgio Luti, Venezia, Marsilio, 1978
Andrea Cantelmo, Carolina Invernizio e il romanzo d'appendice, Firenze, Atheneum, 1992
Guido Davico Bonino (a cura di), Carolina Invernizio: il romanzo d'appendice. Atti del convegno "Omaggio a Carolina Invernizio", Cuneo 25-26 febbraio 1983. Torino, Gruppo editoriale Forma, 1983
Umberto Eco, Marina Federzoni, Isabella Pezzini e Maria Pia Pozzato: Carolina Invernizio, Matilde Serao, Liala, Firenze, La nuova Italia, 1979
Umberto Eco, Superuomo di massa: studi sul romanzo popolare, Milano, Cooperativa Scrittori, 1976
Umberto Eco e Cesare Sughi (a cura di), Cent'anni dopo: il ritorno dell'intreccio, Milano, Bompiani, 1971
Massimo Giandebiaggi, Bibliografia ed iconografia del romanzo popolare illustrato in Italia: 1840-1899, Viterbo, Agnesotti, 1987
Riccardo Reim (a cura di), Nero per signora, Roma, Editori Riuniti, 1986
Riccardo Reim, L'angelo e la sirena: il doppio ruolo della donna nel romanzo d'appendice italiano, Roma, Armando, 1998
Riccardo Reim, I vili godimenti, Roma, Robin Edizioni, 2000
Riccardo Reim (a vita di), Carolina dei misteri. Omaggio a Carolina Invernizio, Siracusa, Associazione Culturale Babele, 2001
Riccardo Reim, Il cuore oscuro dell'Ottocento, Roma, Avagliano, 2008
Massimo Romano, Mitologia romantica e letteratura popolare: struttura e sociologia del romanzo d'appendice; in appendice: Per una storia del feuilletton dialettale in Piemonte, Ravenna, Longo, 1977
Giuseppe Zaccaria (a cura di), Il romanzo d'appendice: aspetti della narrativa "popolare" nei secoli XIX e XX, Torino, Paravia, 1977
Giuseppe Zaccaria, La fabbrica del romanzo: (1861-1914), Genève-Paris, Slatkine, 1984
Anna Levi, "Si pecca ad ogni pagina: le due vite di Carolina Invernizio" (biografia), Pontedera, Bibliografia e Informazione, 2013
Ornella Ponchione e Antonella Saracco (a cura di), Carolina Invernizio il gusto del proibito? Atti del convegno, Govone 13-14 ottobre 2006-Torino Daniela Piazza Editore 2011