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vescovo cattolico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carlo Maranta (Napoli, 17 febbraio 1583 – Tropea, 26 gennaio 1664) è stato un vescovo cattolico italiano.
Carlo Maranta vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 17 febbraio 1583 a Napoli |
Ordinato presbitero | 9 dicembre 1611 |
Nominato vescovo | 7 settembre 1637 da papa Urbano VIII |
Consacrato vescovo | 20 settembre 1637 dal cardinale Francesco Maria Brancaccio |
Deceduto | 26 gennaio 1664 (80 anni) a Tropea |
Nacque a Napoli[1] il 17 febbraio 1583[2], figlio di Roberto Maranta e Olimpia Lanza,[3] nipote di Fabio Maranta[3] . Riceve il battesimo il 25 novembre dello stesso anno nella chiesa di Santa Maria della Rotonda in Napoli, è ordinato presbitero il 9 dicembre 1611 e nominato vescovo di Giovinazzo il 7 settembre 1637 da papa Urbano VIII. Ricevette la consacrazione episcopale il 20 settembre dello stesso anno nella basilica di Santa Maria in Aracoeli dal cardinale Francesco Maria Brancaccio. Nel medesimo anno fu nominato cappellano maggiore del Regno di Napoli da Filippo IV di Spagna. In questo periodo scrisse le opere: Apologeticus pro iuribus Ecclesiae [4], Medulla Decreti[5] e Controversiae iuris utriusque[6]. Il 24 settembre 1657 fu nominato vescovo di Tropea. Insignito del titolo di conte palatino, fu protonotario apostolico, consultore del tribunale d'Inquisizione e superiore dell'Oratorio della Compagnia dei Bianchi della Giustizia in Napoli[1][7].
La genealogia episcopale è:
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