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cardinale italiano (1542-1593) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Scipione Gonzaga (Mantova, 11 novembre 1542 – San Martino dall'Argine, 11 gennaio 1593) è stato un cardinale e patriarca cattolico italiano.
Scipione Gonzaga cardinale di Santa Romana Chiesa | |
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Ritratto del cardinale Gonzaga | |
Potius mori quam fidem fallere | |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 11 novembre 1542 a Mantova |
Ordinato diacono | maggio 1575 dal vescovo Thomas Goldwell, C.R. |
Ordinato presbitero | 1º novembre 1579 dal vescovo Thomas Goldwell, C.R. |
Nominato patriarca | 23 settembre 1585 da papa Sisto V |
Consacrato patriarca | 4 ottobre 1585 dal cardinale Innico d'Avalos d'Aragona, O.S.Iacobi |
Creato cardinale | 18 dicembre 1587 da papa Sisto V |
Deceduto | 11 gennaio 1593 (50 anni) a San Martino dall'Argine |
Scipione Gonzaga | |
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Signore di San Martino dall'Argine | |
In carica | 1592-1593 |
Nascita | Mantova, 11 novembre 1542 |
Morte | San Martino dall'Argine, 11 gennaio 1593 |
Sepoltura | Chiesa di San Sebastiano |
Luogo di sepoltura | San Martino dall'Argine |
Dinastia | Gonzaga |
Padre | Carlo Gonzaga |
Madre | Emilia Cauzzi |
Era figlio secondogenito di Carlo Gonzaga ed Emilia Cauzzi.[1]
Fu destinato alla carriera ecclesiastica e nel 1550 venne affidato al cardinale Ercole Gonzaga che lo accolse in casa propria. Vestì l'abito ecclesiastico nel 1559 e a Padova prese il dottorato in filosofia e teologia tre anni prima.
Fu principe di Bozzolo dal 1568.
Nel 1585 divenne principe dell'Impero e patriarca di Gerusalemme.
Nel 1587 fu nominato cardinale e governò il Monferrato dal 1590; nello stesso anno scrisse i Commentarî della sua vita in elegante latino.
Uomo di profonda fede religiosa, intrattenne rapporti di amicizia con Carlo Borromeo, il cugino Luigi Gonzaga e Filippo Neri. Fu anche grande amico e protettore di Torquato Tasso, del quale curò l'edizione più corretta della Gerusalemme liberata (1584).
Nel 1563 fondò l'Accademia degli Eterei e fece parte dell'Accademia degli Oziosi. Nel 1565 si recò alla corte di Massimiliano II per dirimere una controversia con Vespasiano Gonzaga sul possesso di Commessaggio.
Morì a San Martino dall'Argine nel 1593 e fu sepolto nella chiesa di San Sebastiano, nella cappella di Santa Croce.
Scipione Gonzaga fu anche un dotto letterato ed aveva una fornitissima biblioteca. Fu legato da amicizia a personaggi famosi del tempo, come Torquato Tasso, Battista Guarini, Giovanni Pietro Maffei, Ippolito Capilupi e Jacopo Pergamini.
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Gianfrancesco Gonzaga | Ludovico II Gonzaga | ||||||||||||
Barbara di Brandeburgo | |||||||||||||
Pirro Gonzaga | |||||||||||||
Antonia del Balzo | Pirro del Balzo | ||||||||||||
Maria Donata Orsini | |||||||||||||
Carlo Gonzaga | |||||||||||||
Annibale II Bentivoglio | Giovanni II Bentivoglio | ||||||||||||
Ginevra Sforza | |||||||||||||
Camilla Bentivoglio | |||||||||||||
Lucrezia d'Este | Ercole I d'Este | ||||||||||||
Ludovica Condolmieri | |||||||||||||
Scipione Gonzaga | |||||||||||||
Francesco II Gonzaga | Federico I Gonzaga | ||||||||||||
Margherita di Baviera | |||||||||||||
Federico II Gonzaga | |||||||||||||
Isabella d'Este | Ercole I d'Este | ||||||||||||
Eleonora d'Aragona | |||||||||||||
Emilia Cauzzi Gonzaga | |||||||||||||
Giacomo Boschetti | Albertino V Boschetti | ||||||||||||
Diamante Castaldi | |||||||||||||
Isabella Boschetti | |||||||||||||
Polissena Castiglioni | Cristoforo Castiglione | ||||||||||||
Luigia Gonzaga | |||||||||||||
La genealogia episcopale è:
La successione apostolica è:
Immagine | Blasonatura | |
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Scipione Gonzaga Cardinale D'argento, alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile di nero dal volo abbassato; sul tutto, inquartato: nel primo e nel quarto di rosso al leone dalla coda doppia d'argento, armato e lampassato d'oro, coronato e collarinato dello stesso; nel secondo e nel terzo fasciato d'oro e di nero (Gonzaga di Mantova). Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d'oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di rosso. Le nappe, in numero di trenta, sono disposte quindici per parte, in cinque ordini di 1, 2, 3, 4, 5. |
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