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Giovanni II Bentivoglio

nobile italiano (1443–1506), signore de facto di Bologna dal 1463 al 1506 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Giovanni II Bentivoglio
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Giovanni II Bentivoglio (Bologna, 15 febbraio 1443Milano, 16 febbraio 1508) è stato un nobile italiano, signore de facto di Bologna dal 1463 al 1506.

Fatti in breve Signore di Bologna, In carica ...
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Biografia

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Figlio del condottiero Annibale I Bentivoglio e di Donnina Visconti,[2] Giovanni venne armato cavaliere a nove anni.

In seguito alla morte del cugino Sante Bentivoglio, del quale sposò la fresca vedova Ginevra Sforza,[2] divenne primo cittadino di Bologna nel 1464.[2] Benché la città fosse governata da un senato formato dalle famiglie più importanti, Giovanni comandò in modo assolutistico sulla città come fosse sua signoria.[3] Appassionato d'arte, si circondò di artisti, su tutti Lorenzo Costa, e intellettuali facendo diventare Bologna, già sede di una prestigiosa università, ancor di più un centro culturale, creando una corte anomala, ma assolutamente squisita ed avanzata, tale da far impallidire le vicine corti estensi o montefeltrine. È universalmente riconosciuto come uno dei più grandi principi rinascimentali[3]. Fu legato in amicizia ad un altro protagonista del Rinascimento, Lorenzo de' Medici.[2]
In politica estera, cercò di mantenere la pace con Sforza, Medici e Papa[3].

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Giovanni (a sinistra) ritratto insieme al figlio Annibale (il giovane sulla destra) nel Trionfo della Fama di Lorenzo Costa, Cappella Bentivoglio.

Verso i primi di ottobre 1480 subì un tentativo di avvelenamento da parte di Girolamo Riario, che aveva corrotto un suo cameriere: questi, dato da bere una prima volta al proprio signore, mise il veleno nel secondo bicchiere e glielo pose dinanzi pieno di vino, ma poi lo rimosse prima che avesse bevuto. Giovanni, accorgendosi di questo mutamento, domandò al servitore perché avesse tolto il bicchiere e quello gli rivelò d'aver ricevuto ordine di avvelenarlo ma di essersene poi pentito, cosicché Giovanni riconoscendo la sua buona natura gli perdonò la vita.[4]

Nel 1488, Giovanni scoprì un piano della famiglia Malvezzi, che aveva cercato anche l'appoggio di Lorenzo il Magnifico[5], per eliminare i Bentivoglio. Giovanni fece esiliare tutta la famiglia. Nello stesso periodo fece costruire una torre accanto al suo palazzo.[3]

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Metà sinistra del Dittico Bentivoglio, di Ercole de' Roberti

Nel 1500, Giovanni ospitò i signori di Pesaro e Rimini, Giovanni Sforza e Pandolfo Malatesta fuggiti via con l'avanzata del conquistatore Cesare Borgia che alla fine decise di attaccare Faenza, il cui signore era Astorre Manfredi, nipote di Giovanni, figlio di sua figlia Francesca. Giovanni aiutò anche Astorre, ma dopo lunga e eroica resistenza Faenza capitolò il 7 marzo 1501.[6] Per punire i Bentivoglio, il Borgia avanzò verso Bologna. Consapevole della sua inferiorità numerica, Giovanni cercò di usare la diplomazia inviando i suoi ambasciatori a trattare con Cesare. Questi chiese e ottenne Castel Bolognese e la promessa di aiuti militari.[6] Nel 1501 venne scoperta un'altra congiura organizzata stavolta dalla famiglia Marescotti.[2] Già in precedenza però alcuni oppositori dei Bentivoglio avevano cercato l'appoggio di Cesare Borgia per deporre Giovanni. La repressione stavolta, consigliata da Ginevra, fu più aggressiva: molti esponenti furono uccisi[3]. Alle lotte civili, seguirono una grave carestia nel 1504 e un forte terremoto nel 1505.
Intanto i membri dei Malvezzi e Marescotti scampati alle persecuzioni riuscirono a trovare l'appoggio del papa Giulio II che intimò a Giovanni di lasciare la città con la sua famiglia. In realtà Giulio II era intenzionato a riavere il controllo di Bologna[6]. Accordatosi con Luigi XII di Francia, che era stato costretto a mettere a disposizione di Giulio II il proprio esercito, che avrebbe ottenuto un sicuro rifugio a Milano e la conservazione dei propri averi, Giovanni decise di partire la notte del 2 novembre 1506[6]. Nove giorni dopo Giulio II entrò trionfalmente a Bologna. Allontanatisi i Bentivoglio, i loro rivali saccheggiarono e distrussero la dimora di famiglia[6].

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Ritratto di Giovanni II Bentivoglio di Lorenzo Costa

I figli di Giovanni, Annibale II ed Ermes, tentarono di riprendere il potere[2] ma vennero sconfitti a Casalecchio. Giovanni venne imprigionato e processato ma dichiarato innocente[3].

Morì a Milano nel febbraio del 1508 e venne sepolto nella locale chiesa di San Maurizio[3].

Diede a Lorenzo Costa l'incarico di raffigurare la sua numerosa famiglia. Il dipinto si trova ancora oggi nella chiesa di San Giacomo Maggiore.[5]

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Matrimonio e discendenza

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La Pala Bentivoglio, di Lorenzo Costa, raffigurante la nutrita figliolanza di Giovanni II Bentivoglio

Dopo la morte del cugino, ne sposò la vedova nel 1464, Ginevra Sforza, la quale gli diede infatti sedici figli di cui undici raggiunsero l'età adulta[7][2]:

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Isotta Bentivoglio

Ebbe anche numerosi figli naturali.[2]

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Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni I Bentivoglio, signore di Bologna Antonio Bentivoglio  
 
Zanna Calorio de' Maranensi  
Anton Galeazzo Bentivoglio, signore di Bologna  
Elisabetta da Castel San Pietro Cino da Castel San Pietro  
 
 
Annibale I Bentivoglio, signore di Bologna  
Gozzadino Gozzadini Simonino Gozzadini  
 
Francesca Constabili  
Francesca Gozzadini  
Costanza Scappi Ugolino Scappi  
 
 
Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna  
Bernabò Visconti, signore di Milano Stefano Visconti, signore di Arona  
 
Valentina Doria  
Lancillotto Visconti, conte di Pagazzano e Gera d'Adda  
Donnina Porro Leone Porro  
 
 
Donnina Visconti  
 
 
 
 
 
 
 
 

Note

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Bibliografia

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Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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