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specie di pianta della famiglia Buddlejaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Buddleja davidii Franch., 1887 (talora denominato nei cataloghi orticoli 'Arbusto delle Farfalle') è un arbusto caducifoglio a rami arcuati, appartenente alla famiglia delle Scrophulariaceae.[1]
Buddleja davidii | |
---|---|
Buddleja davidii | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi I |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Scrophulariaceae |
Tribù | Buddlejeae |
Genere | Buddleja |
Specie | B. davidii |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Buddlejaceae |
Genere | Buddleja |
Specie | B. davidii |
Nomenclatura binomiale | |
Buddleja davidii Franch., 1887 | |
Sinonimi | |
Buddleja variabilis Hemsley | |
Nomi comuni | |
Albero delle farfalle |
Della specie Buddleja davidii Franch. segnaliamo le seguenti varietà (per alcuni autori sono solamente dei sinonimi della specie principale):
È segnalato inoltre un ibrido con un'altra specie dello stesso genere:
L'epiteto specifico è stato definito dal botanico francese Adrien René Franchet (1834 – 1900) per ricordare il contemporaneo missionario padre Armand David scopritore di numerose specie botaniche orientali.
Uno dei nomi volgari (albero/arbusto delle farfalle) deriva dal fatto che la prolungata e profumata fioritura, per tutto il periodo estivo, facilita la continua visita delle farfalle.
Secondo la classificazione proposta da Raunkiær la forma biologica della pianta è definita come fanerofite cespugliose (P caesp): ossia piante perenni e legnose con gemme poste ad un'altezza superiore a 30 cm. dal suolo, con portamento cespuglioso.
Normali radici da arbusto che producono numerosi stoloni sotterranei.
La pianta è ramificata dalla base con robusti rami, prima eretti e poi decombenti (che tornano a dirigersi verso il basso). La sezione del fusto è quadrangolare e alla base si presenta legnoso con una chiara corteccia fessurata longitudinalmente, mentre verso l'alto i rami più giovani sono subtetragoni e pelosi. Dimensioni medie: dai 2 ai 5 m.
Le foglie sono a fillotassi opposta e di forma ovato - lanceolate. La lamina è rugosa e intera; sui bordi è lievemente crenulata seghettata con nervature infossate di sopra e sporgenti di sotto. La pagina superiore è verde e glabra, mentre quella inferiore è bianca – grigiastra cotonosa (pubescente). Le foglie, dotate di stipole, sono picciolate quelle inferiori, sessili quelle superiori. Dimensioni delle foglie: larghezza 2 – 4 cm; lunghezza 6 – 12 cm.
L'infiorescenza è una densa pannocchia conica (o piramidale) terminale composta da numerosi mazzetti di fiori agglomerati. Dimensione della pannocchia: diametro 3 cm; lunghezza 30–60 cm.
I fiori, ermafroditi, attinomorfi, gamopetali,gamosepali e tetrameri, sono delicatamente profumati di miele. Il colore dei fiori è azzurro lilla nella specie e varia dal lilla pallido al violetto intenso, ma anche bianco nelle cultivar. Dimensioni del fiore: 1 – 1,5 cm; diametro totale: 5 mm.
Il frutto è una capsula biloculare (derivata dai due carpelli) avvolta dal calice e dalla corolla che sono persistenti. È lunga circa 1 cm e contiene numerosissimi minuti semi (alcuni milioni) che il vento trasporta lontano.
In Europa venne introdotta verso il 1895 a scopo ornamentale ma ben presto si dimostrò infestante in quanto si adatta facilmente a qualunque tipo di terreno e resiste bene al freddo (diversi gradi sotto lo zero). In Italia è comune soprattutto al Nord dove è naturalizzata. È stato dimostrato che la presenza di questa specie è in grado di modificare la fauna dell'ambiente in cui è stata introdotta [2].
È largamente coltivata per l'abbondante e copiosa fioritura. Se ne contano oltre 15 cultivar (varietà di coltivazione) a colori diversi. È pianta visitata dalle api sia per il nettare che per il polline.
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