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Borgo degli Albizi

strada del comune italiano di Firenze Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Borgo degli Albizi o Borgo Albizi (talvolta anche con la grafia Albizzi) è una lunga strada del centro storico di Firenze, che va in direzione est-ovest da piazza Gaetano Salvemini (angolo via Giuseppe Verdi, via Pietrapiana, via Fiesolana) a via del Proconsolo (angolo via del Corso, al canto de' Pazzi). Si innestano sul suo tracciato: la volta di San Piero, piazza di San Pier Maggiore (via Matteo Palmieri), la piazzetta Piero Calamandrei (via delle Seggiole), via de' Giraldi e la volta dei Ciechi.

Fatti in breve Altri nomi, Nomi precedenti ...
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Storia

Riepilogo
Prospettiva

Si tratta di uno degli assi viari più antichi e importanti della città antica, sorto come prosecuzione dell'attuale via del Corso già decumano della Florentia romana, al di fuori della porta est della prima cerchia di mura intitolata nel medioevo a "San Piero", e da questa detto inizialmente "borgo di Porta a San Piero" (borgo e non via proprio perché esterno alla cinta muraria).

Con la costruzione delle mura deliberate nel 1172 questo sobborgo fu incluso nella città, con il conseguente spostamento della porta San Piero in corrispondenza dell'attuale piazza Gaetano Salvemini, dove peraltro si incontrava l'antico cardo proveniente da Fiesole.

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Domenico Veneziano, Miracolo di san Zanobi (ambientato in Borgo degli Albizi)

L'importanza della strada era poi enfatizzata dalla presenza in prossimità della nuova porta di un grande monastero femminile benedettino dedicato appunto a San Pier Maggiore, attestato fin dal 969, ricco e potente, tanto che i vescovi di Firenze facevano ingresso in città proprio dopo aver sostato una notte in questo luogo sacro, dove la badessa, in rappresentanza della Chiesa fiorentina, donava a loro l'anello episcopale. Del complesso, demolito nel 1783, rimane memoria nella toponomastica e nel loggiato che ancora segna un lato della piazza di San Pier Maggiore. Col ricordo a una di queste preocessioni, venne qui tradizionalmente collocato un miracolo di san Zanobi, secondo cui il vescovo resuscitò il figlio di una pellegrina francese di ritorno da Roma (ricordato da una lapide sul palazzo dei Visacci), che ha originato una certa presenza iconografica della strada in dipinti come quelli di Domenico Veneziano, Benozzo Gozzoli, Sandro Botticelli e Ridolfo del Ghirlandaio.

La denominazione assunta successivamente dalla strada (e già documentata attorno alla metà del Cinquecento) reca invece memoria dell'antica famiglia degli Albizzi che occupava, con le sue case, le sue torri e la loggia, buona parte della parte centrale del borgo. La parte finale della strada era invece dominata dai possedimenti della famiglia Pazzi, che vi aveva case, palazzi e un giardino chiamato per la sua amenità il "Paradiso dei Pazzi".

La via era annualmente attraversata dal palio dei barberi, la corsa di cavalli senza fantino che segnava le celebrazioni del patrono san Giovanni Battista.

Il tratto tra il canto alle Rondini e la piazza di San Pier Maggiore, già detto via del Mercatino per la presenza di un mercato, fu compreso sotto la denominazione di borgo degli Albizi solo tardivamente, con deliberazione del 1862, e tuttora conserva carattere diverso, mercantile e popolare, rispetto a quello residenziale e nobiliare che è tratto distintivo del borgo vero e proprio.

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Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

In ragione della sua importante storia, si succedono lungo la strada alcuni dei più importanti palazzi fiorentini, di modo che il suo tracciato è da considerarsi di eccezionale valore storico e artistico.

Contribuisce peraltro a restituire valore all'insieme il fatto che la strada sia vietata al traffico veicolare. Sostenuto è il traffico pedonale, anche per il fatto che la strada (lastricata e con marciapiedi da ambo i lati della carreggiata) continua a ad essere una delle principali direttrici di penetrazione dal quartiere di Santa Croce verso il centro della città e viceversa.

Edifici

Ulteriori informazioni Img, N° ...

Lapidi

Sulla strada si trovano numerose memorie e iscrizioni.

Sulla facciata di palazzo da Filicaja al 10:

IN QVESTE CASE DEI SVOI MAGGIORI
NACQVE VINCENZO DA FILICAIA
IN TEMPI DI SERVITV̀
POETA DI ALTI SENSI
XX DIC. MDCXLII
XXIV SETT. MDCCVII

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Poco più avanti, su palazzo degli Albizi al 12:

MDCCCLXXIX

VITTORIO DEGLI ALBIZI
NATO NEL 1838 MORTO NEL 1877
LA NOBILTÀ DEL SANGUE
ACCREBBE CON LO SPLENDOR DELLA VITA
DELLE INDUSTRIE PAESANE PROMOTORE SAPIENTE
DELL'AGRONOMIA E DELLA ENOLOGIA ESPERTISSIMO
DIÈ LAVORO A MOLTI ESEMPIO A TUTTI
QUANTO SIA POTENTE E RIVERITO
IL PATRIZIATO OPEROSO

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Al 17, sulla casa Taddei, un'epigrafe in ricordo di Riguccio Galluzzi:


RIGUCCIO GALLUZZI
ISTORICO
DELLA DOMINAZIONE MEDICEA
MINISTRO DELLE FINANZE
FAUTORE DELLA MODERNA CIVILTÀ
A PIETRO LEOPOLDO
A NAPOLEONE PRIMO CONSOLE
CARISSIMO
DA FERDINANDO III OPPRESSO
DA CARLO LONDI OSPITATO
QUI MORÌ
IL XXV SETTEMBRE MDCCCI

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Sul palazzo Valori-Altoviti, al 18, si trova la lapide che ricorda un miracolo di san Zanobi:

ΣΥΝ ΘΕΏ
B. ZENOBIUS PUERUM SIBI A MATRE GALLICA ROMA EUNTE
CREDITUM ATQUE INTEREA MORTUUM DUM SIBI URBEM
LUSTRANTI EADEM REVERSA HOC LOCO CONQUERENS
OCCURRIT SIGNO CRUCIS AD VITAM REVOCAT
AN. SAL. CCC

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Traduzione: "Con Dio. San Zanobi nell'anno di grazia 400 richiamava in vita con un segno di croce un fanciullo che gli era stato affidato dalla madre gallica in viaggio per Roma e che nel frattempo era morto. [Lo resuscita] al momento in cui, mentre sta percorrendo la città, la madre, di ritorno, gli si fa incontro in questo luogo per richiedergli il bambino".

Sotto le cinque erme al piano terra dello stesso palazzo si trovano altrettante lapidi che chiariscono le figure rappresentate, tutte risalenti al 1609 circa.

F · ACCVRSIVS · LEGVM
GLOSS · FLORENTINVS
FLORVIT · A · MCCXXVII

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Traduzione: «Francesco Accursio, commentatore delle leggi, fiorentino, fiorì nell'anno 1227».

T · MONACVS · GALENI · PLVS
QVAM · INTERPRES · FLOR ·
FLORVIT · ANNO MCCXC ·

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Traduzione: «Torrigiano Monaco, interprete di Galeno e non solo, fiorì nell'anno 1290».

M · FICINVS · SOPHIÆ ·
PATER FLORENTIN ·
FLOR · A · MCCCCLXXX ·

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Traduzione: «Marsilio Ficino, padre della sapienza, fiorentino, fiorì nell'anno 1480».

D · ACCIAIOLVS · ORAT · MAT
PHILOSOPH · FLORENTINVS
FLORVIT · A · MCCCCLXX

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Traduzione: «Donato Acciaioli, oratore, matematico, filosofo, fiorentino, fiorì nell'anno 1470».

P · VICTORIVS · PHILOSOPH ·
CIVILIS · FLORENTINVS ·
FLORVIT · ANNO · MDLX ·

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Traduzione: «Piero Vettori, filosofo civile, fiorentino, fiorì nell'anno 1560.».

Nello stesso palazzo, sulla base del busto di Cosimo I si trova l'iscrizione "C.[osimus] M.[edicis] M.[agnus] D.[ux] E.[truriae]" e nella cornice: "QVIA MIICHHI MECÆNAS" («Cosimo de' Medici, Granduca di Toscana; poiché è Mecenate a me»).

Infine all'interno, sotto un busto di Baccio Valori, si legge:

SOLI DEO HON ET GLORIA
BACCIO VALORIO PHIL ET C · EQVITI AC SENATORI
A CONSILIIS SECRETIS M · D · HETRV · FERDINANDI I ·
EIVSDEM VIII · L · T · IN COLL · PICT · SCVLP · ARCHIT ·
QVI BIBLIOTHECÆ MEDIC · DIV PRAEF PISAR · III
LIBROR · FLOREN · EDEN · ET IPSE PENSIT · ET IVDEX
MODO QVIEVIT QVIESCENS RVRI
NAT · VERT · OCT · AN · M D XXXV MORT CVRR APR A MDCVI
VIRGINIA ARDINGHELLIA · CONIVX TIT · F · SE · POS
MERENTI MOERENS

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Traduzione: «A Dio solo onore e gloria. A Baccio Valori, filosofo e cavaliere di Santo Stefano, senatore nel Consiglio Segreto del granduca di Toscana Ferdinando I, per lo stesso [granduca] nono luogotenente del collegio dei pittori, scultori e architetti, e che, come direttore della biblioteca medicea e come terzo prefetto di Pisa, ha acquisito libri per Firenze e per la sua biblioteca personale e ha concepito e giudicato con discernimento. Nato il 30 ottobre 1535, morto il 28 aprile del 1606, la moglie Virginia Ardinghelli, figlia di Tito, gli eresse questo monumento, dolente per chi ha meritato».

Sotto la volta dei Ciechi è presente una lapide dei Signori Otto:

[A DÌ ...] DICEMBRE 1619
LI SS OTTO DI BALIA DELLA
CITTA DI FIRZE PROIBISCONO CHE
SOTTO LA VOLTICCOLA DEI
PAZZI PER QVANTO TIENE
DETTA VOLTICCOLANON VI SI
FACCIA SPORCITIE DI SORTE
ALCVNA NE VI SI ORINI SO
TTO PENA DI SCVDI DVE
E TRATI DVE DI FVNE E
ARBITRIO DEL MAGISO LORO

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Al 24, sul palazzo della Banca d'Italia, una lapide che ricorda il medico Cesare Federici:

ALLA MEMORIA
DEL PROF. CESARE FEDERICI CLINICO SAPIENTE
CHE AIUTATO DA MOLTA E VARIA COLTURA
STUDIÒ TUTTO L'UOMO
NE VIDE NELL'INFERMO LA SOLA MATERIA CHE SI DISSOLVE
INSEGNÒ CON PLAUSO A CAMERINO A PALERMO E A FIRENZE
CARO AI DISCEPOLI FU A LORO ESEMPIO
DI MEDICO DOTTO ED UMANO
GLI AMICI FIORENTINI ANNUENTE IL COMUNE
QUI DOVE ABITÒ CON LA FAMIGLIA AMATISSIMA
POSERO QUESTA LAPIDE NEL M.DCCC.XCVII

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Al 23, sul palazzo Ramirez de Montalvo, sotto lo stemma di Cosimo I de' Medici si legge:

MAGN · COSM
FLOR · ET · SEN · D II

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La traduzione è: «Cosimo il Grande, secondo duca di Firenze e di Siena». Il primo duca di Firenze fu Alessandro de' Medici, e Cosimo aggiunse il titolo di Siena dopo la guerra del 1552-1559. Il titolo di granduca invece arrivò solo nel 1569, quindi lo stemma è relativo all'intervallo 1559-1569.

Al 32, su palazzo Nonfinito un'iscrizione sulla balconata del Buontalenti ricorda le vicende della sua edificazione:

M · D · C · VII
FERD · MED · M · ÆETRVRIÆ
DVCIS · III · AVSPICIIS
ROBERTVS STROZZA CAMILLI F · F ·

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Traduzione: «1607, sotto gli auspici di Ferdinando II de' Medici granduca di Toscana, [questo palazzo] fece fare Roberto di Camillo Stozzi».

Tabernacoli

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Il busto di Mria datato 1596

Sull'angolo della casa Corbizi presso piazza San Pier Maggiore è un busto in marmo raffigurante la Vergine, con l'iscrizione "Alessandro di Filippo Nanini faciebat 1596", già trascritta da Francesco Bigazzi[10] che comunque dice la scultura "non meritevole di alcuna lode". Si può tuttavia aggiungere, sulla base della testimonianza di Filippo Baldinucci, che l'immagine un tempo dovette essere oggetto di particolare attenzione, tanto da essere arricchita da due angeli dipinti a fresco da Bartolomeo Fontebuoni, oggi non più esistenti.

Esattamente all'opposto della strada, sulla cantonata con via del Proconsolo a palazzo Pazzi della Congiura, si trova un'edicola contenente un bassorilievo in marmo con profilo della Vergine, forse della fine del Cinquecento. Davanti a questo, su palazzo Nonfinito, si trova in alto una nicchietta vuota, che conteneva una Crocifissione[11].

Si tratta degli unici tabernacoli della lunga strada, sebbene vicino alle cantonate con la piazzetta Calamandrei e con via de' Giraldi si trovino altre edicole.

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Note

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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