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Borgo Ognissanti

lunga strada della zona ovest del centro di Firenze Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Borgo Ognissanti (talvolta indicata anche come via Borgognissanti o Borgo d'Ognissanti) è una lunga strada della zona ovest del centro di Firenze, che deve il suo nome alla chiesa di Ognissanti, così come per l'omonima piazza che si apre lungo il tracciato. Corre più o meno parallela all'Arno e va da piazza Goldoni al Prato di Ognissanti, dal lato dove si incontrano via Curtatone e via Santa Lucia. Lungo il tracciato si innestano: via del Porcellana, piazza d'Ognissanti, via Melegnano e via Maso Finiguerra.

Fatti in breve Altri nomi, Localizzazione ...
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Storia

Riepilogo
Prospettiva

Le strade dette "borghi" erano quelle che partivano dalle porte della cerchia antica di mura.

L'arrivo degli Umiliati nel 1250 mutò la zona, impiantandovi numerosi laboratori per la produzione della lana. Essi fondarono la primitiva chiesa di San Salvatore d'Ognissanti, poi ingrandita e abbellita nei secoli successivi, e per circa tre secoli segnarono fortemente con la loro presenza la località, vuoi per il loro impegno religioso, vuoi per la loro attività nel settore della lavorazione della lana. La zona era tradizionalmente controllata dalla famiglia Vespucci, mecenati e benefattori della vicina chiesa e di altre istituzioni lungo la via.

Quando venne inclusa nella cerchia del 1284 divenne il principale accesso per e da Porta al Prato, molto trafficata a tutte le ore del giorno. Lo stesso Ponte alla Carraia si chiamava così per il traffico dei carri, carichi di balle di lana, che andavano e venivano dal grande e industrioso convento degli Umiliati, i quali contribuivano moltissimo allo sviluppo dell'Arte della Lana fiorentina.

Il Borgo anticamente attraversava un terreno basso rispetto al livello dell'Arno, solcato da fossi, lungo i quali lavoravano, in un clima malsano, i galigai, cioè i conciatori di pelli. La bonifica del terreno acquitrinoso venne compiuta dagli Umiliati, con il loro grande convento simile ad un'isola industriale. Furono proprio essi a far murare il secondo ponte fiorentino, il Ponte alla Carraia; furono essi a far costruire attraverso il fiume la pescaia di Santa Rosa, per mantenere l'acqua ad un certo livello anche in tempo di magra; furono essi a regolare l'andamento dei fossi, dove l'acqua scorreva per mettere in moto mulini e gualchiere (come il Fosso Macinante, che scorreva lungo l'attuale via Solferino), o per smaltire i rifiuti delle conce e delle tintorie.

Qui correvano i cavalli durante il Palio dei barberi e qui non erano infrequenti i passaggi di cortei e carrozze, come durante l'ingresso trionfale di Eleonora di Toledo, a celebrazione della quale Niccolò Tribolo realizzò tutta una serie di straordinarie decorazioni e scenografie effimere per addobbare la strada.

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Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

Il tracciato occupa ancora oggi un ruolo significativo nella viabilità cittadina, rappresentando l'asse principale anche veicolare della direttrice che dal ponte alla Carraia giunge al Prato e di qui al circuito dei viali. La sua significativa lunghezza giustifica la mancanza di un carattere unitario: da piazza Carlo Goldoni a piazza d'Ognissanti la strada è segnata da nobili palazzi che, per lo più, ospitano al terreno negozi d'antiquariato e di arredamento; da piazza d'Ognissanti verso il Prato il carattere è invece quello residenziale popolare, con una significativa presenza di esercizi commerciali funzionali alle necessità quotidiane del quartiere. In antico infatti le abitazioni più semplici e popolari erano tipiche delle zone più "periferiche", cioè a ridosso delle mura.

Edifici

Ulteriori informazioni Immagine, N° ...

Lapidi

In angolo con piazza Goldoni una lapide ricorda l'artista Antonio Santarelli:

ANTONIVS · SANTARELLIVS
GEMMARVM
FORMARVMQVE · NVMIS · MISSILIBVS · FERIVNDIS
CAELATOR · EXIMIVS
HAS · AEDES · INCOLVIT · ET · IN · IISDEM · OBIIT
III· KAL · IVN · AN · M·D·CCC·XX·VI
AN · AVTEM · M·D·CCC·LVI
ALBERTVS · RICASOLIVS · FIRIDOLFIVS
IN · HANC · SPECIEM
AMPLIFICANDO · REFECIT
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La traduzione è: "Antonio Santarelli incisore insigne di gemme e stampi per coniare medaglie abitò questa casa e vi morì il 30 maggio 1826. Poi nel 1856 Alberto Ricasoli Firidolfi la fece ampliare in questa forma."

Al 4, davanti all'ex-teatro dei Solleciti, una lapide del 2005 ricorda Luigi del Buono e il suo Stenterello:


IN QUESTO PALAZZO EBBE SEDE DAL 1778
IL TEATRO BORGOGNISSANTI
DOVE LUIGI DEL BUONO 1751 - 1832
CREÒ LA MASCHERA DI
STENTERELLO
POPOLARE PERSONAGGIO FIORENTINO
BURLONE SCANZONATO ED ARGUTO
RIMASTO NELLA MEMORIA CITTADINA.
A RICORDO IL COMUNE POSE
NEL CARNEVALE DEL 2006
A CURA DELLA RIVISTA "GIULLARI"
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Al 20 un grande cartiglio ricorda la casa di Amerigo Vespucci che divenne sede dell'ospedale di San Giovanni di Dio:

AMERICO VESPVCCIO PATRICIO FLORENTINO
OB REPERTAM AMERICAM
SVI ET PATRIAE NOMINIS ILLVSTRATORI
AMPLIFICATORI ORBIS TERRARVM
IN HAC OLIM VESPVCCIA DOMO
A TANTO DOMINO HABITATA
PATRES SANCTI JOANNIS A DEO CVLTORES
GRATIAE MEMORIAE CAVSSA
P. C.
A. S. M. D. CCXIX
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Traduzione: "I padri di San Giovanni di Dio, in onore di Amerigo Vespucci patrizio fiorentino che nobilitò il suo nome e quello della sua patria con la scoperta dell'America e ampliò i confini del mondo, su questa dimora un tempo dei Vespucci abitata da un così illustre proprietario, in segno di riconoscenza e di memoria posero nell'anno di grazia 1719".

Al 21 una memoria dell'edificio dove morì il musicista Luigi Gordigiani:

IN QUESTA CASA
IL DÌ 1° MAGGIO MDCCCLX
MORIVA LUIGI GORDIGIANI
CHE ISPIRATOSI AI CANTI POPOLARI DELLA TOSCANA
FU AUTORE D'UN GENERE DI MUSICA VOCALE
DA CAMERA
ESSENZIALMENTE ITALIANO
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Al 34-36 rosso una lapide dei Signori Otto:


P COMANDAMENTO DI · S · A · SMA
LI · S · S · OTTO DELLA BALIA DI FIRENZE HANNO
FATTO DECRETO SOTTO IL DI 26 7BRE 1635 CHE
VICINO A 300 BRACCIA A QVESTA CHIESA DOGNI
SANTI NON HABITINO DONNE DI MALAVITA CON
PENA A CHI NON OBBEDISCE DESSERE SVBITO CACC
EBVTTATEGLI LE ROBE NELLA STRADA ETAPADRONI
DELLE CASE DHAVERLE SPIGIONATE P DVI ANNI
ET ARBITRIO DEL MAGISTRATO
STEFANO CVPRES CANCELLIERE

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Traslitterando in italiano corrente si può leggere: "Per comandamento di Sua Altezza Serenissima gli Spettabili Signori della Balia di Firenze hanno fatto decreto il 26 settembre 1635 che vicino a 300 braccia da questa chiesa d'Ognissanti non abitino donne di malavita, con pena a chi non ubbidisce di essere subito cacciata e buttategli le robe in strada e ai padroni delle case di tenerle spigionate (sfitte) per due anni, e secondo l'arbitrio del magistrato. Stefano Cupres cancelliere."

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Note

Bibliografia

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Altri progetti

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