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Berengario di Saint-Affrique (in francese Bérénger de Saint-Affrique, in latino Berengarius de Sancto Affricano, noto anche con il nome di Berengario di Donadio, in francese Bérénger de Donadieu; Saint-Affrique, ... – ...; fl. XIV secolo) è un presbitero francese, vescovo eletto di Sutri dal 1328 al 1333.
Non si conosce nulla della vita e dell'attività di questo sacerdote francese prima del suo coinvolgimento nelle vicende che portarono al riconoscimento della santità di Chiara da Montefalco agli inizi del XIV secolo.[1] Nacque presumibilmente nella seconda metà del XIII secolo a Saint-Affrique, nella diocesi di Vabres, e suo padre si chiamava Donadio (in francese Donadieu).[2]
Al momento della morte di Chiara da Montefalco, nell'agosto del 1308, Berengario di trovava a Spoleto, e svolgeva le funzioni di vicario in spiritualibus del vescovo spoletano Pietro di Montichiello.[3] Venuto a conoscenza di fatti miracolosi legati al cuore della religiosa francescana, volle rendersi conto personalmente della veridicità degli eventi, e ne rimase talmente impressionato, che si fece il principale sostenitore della santità di Chiara.[4] Raccolse numerose testimonianze sulla sua vita, e l'anno seguente si recò ad Avignone, per perorare davanti a papa Clemente V la causa di beatificazione di Chiara.[4] Le note e le testimonianze raccolte servirono a Berengario per la pubblicazione della Vita sancte Clare de Cruce de Montefalcone, attorno al 1315/16.[5]
Berengario continuò ad occuparsi della vita di Chiara e, cessate nel 1310 le sue funzioni di vicario a Spoleto, fu nominato commissario del vescovo spoletino, incaricato di portare avanti il processo sulle virtù e i miracoli della religiosa, fino al 1318.[6] In questo periodo, occupò anche altri uffici ecclesiastici; infatti nel 1314 è documentato come vicario del vescovo Ruggero di Siena ed è menzionato in due atti relativi ad alcuni eretici di quella città.[7][8]
Dopo il 1318 non si hanno più notizie di Berengario, che probabilmente fu chiamato a Roma,[1] dove era canonico Santa Maria in Trastevere[9] quando, il 16 novembre 1328, papa Giovanni XXII lo nominò vescovo di Sutri.[10] Il 9 agosto 1329 Berengarius electus Sutrinus pagò le sue obbligazioni di 50 fiorini alla curia romana per la sua nomina a vescovo.[11] Non è chiaro tuttavia se Berengario abbia mai ricevuto la consacrazione episcopale o abbia preso possesso della sede sutrina. Infatti il 2 giugno 1332 è ancora documentato come episcopus electus, quando ricevette dal papa l'incarico di conferire a Bernardo de Portis il priorato della chiesa di Gerusalemme e del Santo Sepolcro.[12] L'anno successivo, il 19 marzo 1333, Berengario, electus Sutrinus e clericus Vabrensis dioecesis[13], dette le sue dimissioni, e al suo posto il papa nominò vescovo di Sutri il francescano Uguccione di Perugia.[14]
Non si hanno altre notizie di Berengario e non è nota la sua data di morte.[1]
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