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architetto e scultore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Benedetto da Maiano, anche noto come Benedetto di Leonardo (Maiano, 1442 – Firenze, 24 maggio 1497), è stato un architetto e scultore italiano.
La sua formazione artistica si compì all'interno della sua famiglia, grazie alla guida del padre intagliatore Leonardo d'Antonio ed al contatto con i due fratelli Giuliano da Maiano e Giovanni.[1]
Iniziò l'attività artistica come scultore, soprattutto di legno intagliato, e con questa tecnica divenne presto famoso, tanto da decorare i soffitti di Palazzo Vecchio a Firenze. Nella scultura su pietra, le sue prime opere risentono dell'influsso di Bernardo Rossellino e dei modelli classici, come evidenziato dall'Arca di san Savino presente nel duomo di Faenza.
Fra le testimonianze più famose della sua arte l'altare di Santa Fina nella collegiata di San Gimignano, e il pulpito di Santa Croce a Firenze. Quest'ultimo è a base pentagonale, addossato a un pilastro e con quattro lastre scolpite che narrano la vita di san Francesco, scandite da colonnine sulle quali si trovano dei dadi brunelleschiani e un fregio di ispirazione classica; sulle mensole più in basso si trovano le Virtù, di grande plasticità.
Autore con Sandro Botticelli e Baccio Pontelli dei disegni che fungono da modello alla complessa decorazione intarsiata che arricchisce le pareti dello studiolo di Federico da Montefeltro, nel Palazzo Ducale a Urbino.
Negli anni settanta del Quattrocento fu uno degli scultori più richiesti a Firenze, grazie al suo stile morbido e armonico, dove convivevano in giusta misura il naturalismo, l'idealizzazione e il virtuosismo tecnico. Ricevette importanti commissioni, soprattutto di busti per l'aristocrazia cittadina, tra cui spiccano il busto di Pietro Mellini (1474) e quello di Filippo Strozzi (1476). La Madonna dolente busto in terracotta policroma dell'ultimo decennio del XV secolo, è conservato al Museo civico Amedeo Lia a La Spezia.
All'inizio degli anni '80 è attivo al Santuario della Santa Casa di Loreto[2].
Dal 1485 al 1489 si trasferì a Napoli per realizzare il monumento di Maria d'Aragona nella Cappella Piccolomini e una pregevole Annunciazione nella Cappella Correale in Sant'Anna dei Lombardi.
È una sua opera architettonica anche il porticato della chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Arezzo.
Lavorò spesso con il fratello maggiore Giuliano da Maiano.
Fu famoso anche per le sue tarsie, tanto che il Vasari, che pone il momento più importante di quest'arte nella Firenze del Quattrocento, scrive nelle sue Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti: "Le migliori cose che in questa spezie già si facessero furono in Firenze nei tempi di Filippo di ser Brunellesco e poi di Benedetto da Maiano"[3].
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