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duchessa consorte di Milano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Beatrice Cane, detta Beatrice di Tenda (Tenda, 1372 circa – Binasco, 13 settembre 1418), terza duchessa di Milano, erroneamente ritenuta figlia del conte di Tenda Pietro Lascaris e di donna Poligena, era in realtà figlia del condottiero Ruggero Cane,[1] lontano parente di Facino Cane.
Beatrice di Tenda | |
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Ritratto di Beatrice di Tenda, da una stampa ottocentesca | |
Duchessa consorte di Milano | |
In carica | 1412 – 13 settembre 1418 |
Predecessore | Antonia Malatesta |
Successore | Maria di Savoia |
Nascita | Tenda, 1372 circa |
Morte | Binasco, 13 settembre 1418 |
Dinastia | Cane |
Padre | Ruggero Cane |
Madre | Giacobina Asinari |
Consorti | Facino Cane Filippo Maria Visconti |
Religione | Cattolicesimo |
Figlia di Ruggero Cane, sposò in prime nozze il condottiero Facino Cane, che la portò con sé nelle sue imprese guerresche, nelle quali Beatrice si dimostrò piuttosto partecipe e battagliera.
Seppe anche rivestire il ruolo di pacata consigliera durante la lotta di Cane per la conquista del potere sul ducato di Milano.
Dopo essere rimasta vedova, nel 1412, si risposò con il duca di Milano Filippo Maria Visconti, di circa venti anni più giovane, portando in dote quattrocentomila ducati d'oro e alcuni importanti territori piemontesi, tra cui le città di Alessandria, Novara, Tortona, Vercelli.[2] Il matrimonio era stato l'unico modo per Filippo Maria di venire in possesso del cospicuo patrimonio di Facino Cane, che questi aveva lasciato in eredità alla vedova[3].
Nel 1418, probabilmente allo scopo di sottrarle gli ingenti possedimenti, fu accusata dal marito di adulterio con un domestico, tale Michele Orombelli.[4] Dopo aver confessato sotto tortura venne condannata a morte e decapitata nel castello di Binasco, insieme al suo presunto amante, il 13 settembre 1418. Il piano fu ordito, secondo alcuni, con la complicità della nobildonna Agnese del Maino, dama di compagnia di Beatrice e amante del marito Filippo.
Sembra inoltre che il marito non sopportasse Beatrice a causa del carattere forte ed invasivo della donna, che trattava il duca quasi alla stregua di un precettore.[5]
Secondo la tradizione popolare Beatrice non si era resa responsabile di alcun tradimento, ma questo non impedì a Filippo di essere salutato con grande cortesia dal papa Martino V - allora suo alleato nell'interesse reciproco di espandere i propri domini nell'Italia centrosettentrionale - quando il pontefice passò da Milano quell'anno stesso.[6]
Alla sua vita si ispira il melodramma di Vincenzo Bellini del 1833 Beatrice di Tenda, tratto a sua volta dal libro omonimo del 1825 di Carlo Tedaldi Fores.
«Quando suo marito Facino Cane morì, Filippo Maria Visconti, che era 20 anni più giovane di lei, la sposò per impadronirsi delle ricchezze dei Cane. Ben presto però fu pretestuosamente accusata ingiustamente di adulterio e decapitata, assieme al presunto amante. Questa drammatica vicenda venne portata in musica da Vincenzo Bellini»
Il 13 giugno 1869 il comune di Binasco ha dedicato questa lapide monumentale in memoria di Beatrice di Tenda nel proprio castello:
RICAMBIANDO
LA ILLIBATA FEDE L'ASSECURATO TRONO
FILIPPO MARIA VISCONTI
SPEGNEVA NELLA NOTTE DEL 13 SETTEMBRE 1418
IN QUESTE MURA
L'ONORANDA CONSORTE BEATRICE DI TENDA
L'ORRORE DEL FATTO
FECONDI E RITEMPRI NE' FIGLI D'ITALIA
GLI AFFETTI PIÙ PURI I DOVERI PIÙ SACRI
AUSPICE IL MUNICIPIO
ALCUNI OBLATORI POSERO
Lo Storico del Comune Damiano Muoni scrisse»
Inoltre le sono state dedicate alcune vie, una a Binasco ed una a Tenda in val Roia.
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