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ciclista su strada e pistard italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Attilio Benfatto (Caselle de' Ruffi, 11 marzo 1943 – Mirano, 5 aprile 2017[1]) è stato un ciclista su strada e pistard italiano. Professionista dal 1966 al 1977, conta due vittorie di tappa al Giro d'Italia.
Attilio Benfatto | ||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionalità | Italia | |||||||||||||||||||||||||||
Ciclismo | ||||||||||||||||||||||||||||
Specialità | Strada, pista | |||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1977 | |||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club | ||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Palmarès | ||||||||||||||||||||||||||||
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Benfatto esordì dedicandosi sia alla strada che alla pista con i colori della Società Ciclisti Padovani:[1][2] ottenne buoni risultati a livello nazionale, diventando anche campione italiano nell'inseguimento a squadre. Ottenne più convocazioni a livello dilettantistico, ma nel settembre 1966 riuscì ad avere un contratto professionistico dalla squadra Salamini-Luxor TV, nell'attesa dell'arrivo di Vittorio Adorni.
Il 1967 fu un anno di apprendistato, al quale seguì un 1968 ricco di risultati, soprattutto al Giro d'Italia; le sue qualità lo fecero notare allo stesso Adorni, che lo inserì nella Scic. In quel Giro si attestò al venticinquesimo posto, dopo essersi piazzato secondo a Brescia, terzo a San Pellegrino e primo nella tappa finale di Milano.
Il 1970 lo vide partecipare anche al Tour de France, dove si piazzò sessantesimo, oltre che al Giro d'Italia (cinquantasettesimo). Nel 1971 decise di ritornare al ciclismo su pista, per dedicarsi al mezzofondo; nel 1972 ritornò alla vittoria al Giro d'Italia, aggiudicandosi la tappa di Reggio Calabria. Nel mezzofondo ottenne grandi risultati sia a livello nazionale sia mondiale: nel 1974 vinse la medaglia di bronzo iridata a Montréal.
Lasciato il ciclismo su strada, continuò a correre su pista, senza ottenere tuttavia buoni risultati; oltre a ciò, rimediò un infortunio che lo convinse ad abbandonare la carriera di ciclista. È quindi stato un tecnico e dirigente a livello giovanile per l'Unione Ciclistica Mirano.[1]
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