Le asteraceae sono per la grande maggioranza piante erbacee, con forma biologica prevalente terofita; qualche specie legnosa è presente nelle aree tropicali.
Le foglie sono semplici, in genere alterne, più raramente opposte, a volte riunite in rosette basali o più raramente apicali.
La caratteristica fiorale che contraddistingue la famiglia è la presenza di infiorescenze a capolino che possono essere formate da due tipi di piccoli fiori o flosculi:
flosculi tubulosi, a simmetria radiale, con corolla a 5 lobi
flosculi ligulati, a simmetria bilaterale, con corolla a 3 o 5 lobi, fusi in una ligula.
In alcuni casi i capolini sono a loro volta riuniti in ulteriori infiorescenze composte (sinflorescenza), come in Achillea che presenta ombrelle di più capolini.
I fiori sono ermafroditi e la corolla è gamopetala. Gli stami sono 5. L'ovario è intero, può essere uniovulato o uniloculare.
Recenti analisi filogenetiche confermano che la famiglia delle Asteraceae ha il suo luogo di origine in Sud America.
Tra le linee basali delle Asteraceae, Barnadesioideae e Stifftioideae sono endemiche del Sud America, mentre Mutisioideae, Wunderlichioideae e Gochnatioideae, anch'esse originatesi in Sud America, si sono successivamente disperse anche in altri continenti. Insieme questi cinque raggruppamenti rappresentano circa solo il 4% della biodiversità di specie della famiglia; il rimanente 96% si è sviluppato successivamente alla "uscita" dal Sud America.[3]
Si stima che l'origine delle Asteraceae sia successiva alla frammentazione del supercontinenteGondwana, tra l'Eocene e il Paleocene-Selandiano (42-47 Ma[7]; 60 Ma[8]). In base a questo scenario la evoluzione delle Asteraceae avrebbe avuto inizio quando il Sud America era essenzialmente un territorio isolato, connesso al Nord America e all'Africa da catene di isole, soggette alle fluttuazioni del livello del mare.[9][10]
La successiva radiazione "fuori dal Sud America" potrebbe avere avuto 3 differenti scenari:[3]
potrebbe esserci stata un'area primitiva di diversificazione africana o eurasiatica: in tal caso si dovrebbe ipotizzare un originario evento di dispersione transatlantica verso l'Africa e l'Eurasia da cui sarebbero successivamente originate tutte le Asteraceae, incluse le Hecastocleidoideae del Nord America;
area primitiva di diversificazione nordamericana: ne conseguirebbe una successiva dispersione verso l'Eurasia e l'Africa attraverso rotte passanti per l'emisfero settentrionale;
area primitiva di diversificazione sudamericana: si dovrebbero ipotizzare due distinti eventi di dispersione, uno verso l'Africa e l'Eurasia, che avrebbe dato origine alla maggior parte delle specie di Asteraceae oggi esistenti, e un altro verso il Nord America, risultato evolutivamente meno fortunato.
Alcune specie di Asteraceae sono commestibili e sono ampiamente coltivate per il consumo umano, tra cui:
(EN) J. L. Panero e Vicky A. Funk, New infrafamilial taxa in Asteraceae (PDF), in Phytologia, vol.89, n.3, 2007, pp.356-360 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2017).
(EN) Alfonso Susanna, Bruce G. Baldwin, Randall J. Bayer, José Mauricio Bonifacino, Núria Garcia-Jacas, Sterling C. Keeley, Jennifer R. Mandel, Santiago Ortiz, Harold Robinson e Tod F. Stuessy, The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019) (abstract), in Taxon, vol.69, n.4, 16 luglio 2020, pp.807-814, DOI:10.1002/tax.12235. URL consultato il 22 dicembre 2022 (archiviato il 20 settembre 2022).
Ki-Joong Kim, Keung-Sun Choi e Robert K. Jansen, Two chloroplast DNA inversions originated simultaneously during the early evolution of the sunflower family (Asteraceae) (abstract), in Mol. Biol. Evol., vol.22, n.9, 2005, pp.1783-1792, DOI:10.1093/molbev/msi174, PMID15917497. URL consultato il 22 dicembre 2022 (archiviato il 22 dicembre 2022).
Robert J. McKenzie, Elizabeth M. Muller, Amy K. W. Skinner, Per Ola Karis e Nigel P. Barker, Phylogenetic relationships and generic delimitation in subtribe Arctotidinae (Asteraceae: Arctotideae) inferred by DNA sequence data from ITS and five chloroplast regions (abstract), in Am. J. Bot., vol.93, n.8, 2006, pp.1222-1235, DOI:10.3732/ajb.93.8.1222, PMID21642186. URL consultato il 22 dicembre 2022 (archiviato il 22 dicembre 2022).
John G. Sclater, Steven Hellinger e Christopher Tapscott, The paleobathymetry of the Atlantic Ocean from the Jurassic to the present (abstract), in J. Geol., vol.85, n.5, settembre 1977, pp.509-552, DOI:10.1086/628336. URL consultato il 22 dicembre 2022 (archiviato il 22 dicembre 2022).
Vicki Ann Funk, Alfonso Susanna, Tod F. Stuessy e Harold Robinson, Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009. URL consultato il 1º dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).