Anuqet
dea egizia della fertilità, dell'acqua, dell'allattamento e del desiderio. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Anuqet[1] (anche nota come Anouké, Anouki, Anucè, Anucis, e in epoca ellenistica Istia, Estia, Vesta) è una divinità egizia, appartenente alla religione dell'antico Egitto. Era adorata come parte della Triade di Elefantina.

Etimologia
In lingua egizia, era nota come Anuket, Anaka,[2] o Anqet.[3] Il suo nome significa la "Serratrice" o "Abbracciatrice".[2] In greco, divenne Anoukis (Ανουκις),[2] talvolta anche reso come Anukis.[4] Nella interpretatio graeca, era considerata l'equivalente di Estia o Vesta.[2]
Descrizione
Anuqet viene raffigurata come una giovane donna con un'alta corona di piume, uno scettro ed un ankh sulla sua sommità.[5].
A lei sacre la gazzella, la piume e la freccia[3].
Verso la fine del Nuovo Regno viene associata, anche, alla fertilità, all'allattamento e al desiderio, rappresentata da simboli sessuali come la "vulva".[3]
Culto

Anuqet formava con sua sorella Satet ed il dio Khnum la cosiddetta triade di Elefantina[6], considerata protettrice delle acque del Nilo, delle cataratte e della Nubia settentrionale.
Anuqet compariva, anche, nelle rappresentazioni funebri insieme a Tueret, divinità rappresentante i canneti del delta del Nilo, simboleggiando i deserti del sud. In tale rappresentazione le due dee racchiudevano l'intera vallata del Nilo (nella parte che costituisce l'Egitto).
Cerimonie
Il festival del culto di Elefantina si teneva durante Shemu la stagione del raccolto, tra maggio e settembre[7]. Le festività si prolungavano per alcuni giorni in cui processioni, preziose offerte e copiosi banchetti a base di pesce ne erano i protagonisti.

Epiteti
- Signora[8]
Templi
Sull'isola di Elefantina:
- Tempio della triade.
Sull'isola di Sehel:
- Cappella per la dea costruita durante la XIII dinastia dal faraone Sobekhotep III.
- Cappella per la dea costruita durante la XVIII dinastia dal faraone Amenhotep II [9].
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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