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musicologo e critico musicale italiano (1883-1968) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Andrea Della Corte (Napoli, 5 aprile 1883 – Torino, 12 marzo 1968) è stato un musicologo e critico musicale italiano.
Andrea Della Corte nacque a Napoli il 5 aprile 1883. Studiò giurisprudenza all'Università di Napoli[1][2], formando invece la propria cultura musicale autonomamente, al di fuori di ambienti accademici[3]. Dopo alcune brevi esperienze giornalistiche napoletane, inizialmente al Don Marzio, poi al Mattino[1], si trasferì a Torino, dove fu critico musicale de La Stampa dal 1919 al maggio 1967[1]. Portò il giornalismo musicale in Italia ad un livello di «professionalità finora sconosciuto»[3]. A Torino Della Corte insegnò anche storia della musica, sia presso il Conservatorio (1926-1953), che presso l'Università (1939-1953)[3].
I suoi interessi principali furono l'opera buffa del XVIII secolo, Gluck e Verdi[2]. Della Corte scrisse 35 libri e numerosi saggi e articoli[1], pubblicati sia in Italia che all'estero, molti dei quali considerati di fondamentale importanza per la musicologia moderna[1], caratterizzati da un giudizio musicale severo e dal tentativo di innovare il mondo degli studi musicali italiani. Fu membro di importanti istituzioni musicali e culturali, quali l'Accademia Nazionale dei Lincei di Roma, l'Accademia nazionale Luigi Cherubini di Firenze, dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, l'Istituto Italiano per la Storia della Musica di Roma[4].
Della Corte morì a Torino il 12 marzo 1968. La città di Torino gli dedicò la sezione musicale della biblioteca civica, poi costituita in Biblioteca civica musicale "Andrea Della Corte", alla quale la sua famiglia donò oltre 15 000 libri che gli erano appartenuti[4].
Era padre del latinista Francesco Della Corte.
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